MODENA – «Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo», scriveva Aldo Moro a sua moglie durante i giorni del sequestro, poco prima di morire. Francesca Garolla, autrice attiva in Italia e in Francia, firma testo e regia di Se ci fosse luce, spettacolo che, a partire dai fatti del sequestro Moro, si interroga sul libero arbitrio e sulle sue possibili conseguenze. In scena al Nuovo Teatro delle Passioni dal 12 al 21 aprile, dopo il debutto a Bologna nella scorsa stagione, la pièce è parte di una trilogia attorno al tema della libertà, composta da Tu es libre e Io sono testimone.
Una produzione LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale.
A partire dalla famosa telefonata del 9 maggio 1978 in cui Valerio Morucci, esponente delle Brigate Rosse e “responsabile della logistica” del rapimento di Aldo Moro, comunica all’avvocato Francesco Tritto la morte del Presidente della DC, Garolla analizza le conseguenze della storia collettiva sul singolo individuo e sul futuro.
«Nel 1978, alla morte di Moro, io non ero nata – riflette l’autrice – non ho vissuto i fatti che a quella morte hanno portato e che quella morte ha provocato. I miei ricordi hanno solo l’eco di quella storia, un’eco infantile. Suggestioni, racconti riferiti, romanzati, probabilmente non veritieri, ripetuti a me stessa come fossero leggenda. Ma anche se assente, la mia generazione ha ereditato quei fatti come se li avesse vissuti».
La nota telefonata diviene dunque un pre-testo per riflettere sul peso di un’eredità che sembra ancora condizionarci. «Questo episodio, la telefonata, questa lotta per una libertà privata del valore della vita, – commenta Garolla – diventano per me simbolo di un tempo interrotto, bloccato, che ha scartato in una direzione e non in un’altra. […] Un qualcosa che ci condiziona e ci ha condizionato, qualcosa che forse non volevamo: un’eredità. Ma chi si prende, oggi, la responsabilità di quell’eredità? Chi si prende la responsabilità del passato nel presente? E chi quella del presente e del futuro?»
Da queste domande nascono i quattro personaggi dello spettacolo e le loro differenti “responsabilità”: sono due uomini e due donne, i primi incarnano un passato che ha condizionato il presente e le seconde analizzano quel passato per costruire il loro futuro. Nominati nel testo in virtù della storia che li attraversa – un latitante che è anche un padre, una figlia che è anche una madre, un uomo che è anche un assassino, una giudice che è anche una donna – saranno portati a rileggere e processare la storia e i suoi protagonisti, attorno a un tavolo mortuario, «un oggetto-palcoscenico adatto a un’autopsia della Storia, tra morte e aula di tribunale, Cenacolo e pulpito pagano».
«Ma a quale funerale stiamo assistendo? A quello di una libertà che, quando non si interroga sulle sue conseguenze, perde di senso, di valore e di possibilità? Chi aspetta di essere seppellito? Moro? La storia? La nostra stessa memoria? In assenza di un corpo – esattamente come accadde alle Esequie di Stato del Presidente, dove fu celebrata una bara vuota – è difficile seppellire un morto?».
Francesca Garolla studia regia all’Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano. Tra i suoi testi: Non correre Amleto, selezionato nel Palmarès della Maison Antoine Vitez del 2018 e da La Comédie Française nel 2019; Tu es libre, tradotto per la Maison Antoine Vitez, è realizzato a La Chartreuse – Centre National des écritures du spectacle di Avignone, presentato nei Rencontres d’été durante il Festival d’Avignone 2017, segnalato da la Comédie Française come uno dei testi più significativi della stagione 2017/18 e finalista al Premio Riccione 2017. Nel 2020/21 è l’unica lauréat europea della sezione di scrittura teatrale della Cité Internationale des arts di Parigi, dove scrive Se ci fosse luce, terza parte di una trilogia sulla libertà, ispirato ai fatti del sequestro Moro. Nel 2022 riceve il premio Valeria Moriconi futuro della scena, su segnalazione di Emma Dante. Per diciotto anni è parte della direzione artistica di Teatro i, con Renzo Martinelli e Federica Fracassi. È attualmente autrice selezionata nel progetto europeo Fabulamundi – Playwriting Europe.
Se ci fosse luce
testo e regia Francesca Garolla
con (in ordine alfabetico) Giovanni Crippa, Angela Dematté, Igor Horvat, Anahì Traversi
scene Davide Signorini
costumi Margherita Platé
disegno luci Luigi Biondi
suono Emanuele Pontecorvo
assistente alla regia Francesca Merli
direttore di scena e datore luci Giulia Pastore
fonici Emanuele Pontecorvo, Antonello Ruzzini
sarta di scena Cristina Carbone
produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in coproduzione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
partner di ricerca Clinica Luganese Moncucco
si ringraziano lo storico e studioso Raffaele Liucci ed il giornalista Antonio Padellaro per la loro collaborazione e testimonianza; l’Archivio Flamigni per il materiale d’archivio
riproduzione dell’affresco Crocifissione di San Pietro di Michelangelo Buonarroti, Cappella Paolina, Palazzi Vaticani, Città del Vaticano
Texte sélectionné dans le cadre de Artcena – aide à la création 2022 (Centre National des arts du cirque de la rue et du théâtre).
Texte réalisé dans la cadre de résidence de la Cité Internationale des arts de Paris – Lauréat 2020. Testo realizzato con il sostegno di K10-Kunzarchive – Lugano.
Informazioni
Nuovo Teatro delle Passioni
Via Antonio Peretti, 9 – Modena
tel. 059 2136021 | biglietteria@emiliaromagnateatro.com | www.vivaticket.com
Biglietteria: aperta solo nei giorni di spettacolo un’ora prima dell’inizio
Prezzi biglietti: da 7€ a 15€
Nuovo Teatro delle Passioni
Via Antonio Peretti 9, Modena
Dal 12 al 21 aprile
martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 21.00 | mercoledì 19.00 | domenica ore 18.30
Se ci fosse luce
testo e regia Francesca Garolla
con (in ordine alfabetico) Giovanni Crippa, Angela Dematté, Igor Horvat, Anahì Traversi
produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in coproduzione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
partner di ricerca Clinica Luganese Moncucco
durata 1 h e 20 minuti