Scuola Iolanda Gazzerro di ERT: aperti i primi bandi della stagione 2022/2023

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Stanislas Nordey foto di Jean Louis Fernandez

Iscrizioni aperte per due corsi di Alta formazione: il primo, condotto da Stanislas Nordey, si rivolge ad attori e il secondo, curato da Linda Dalisi, Angela Dematté e Fabrizio Sinisi, a drammaturghi, autori, registi e attori

MODENA – La Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, nata nel 2015 e oggi diretta da Valter Malosti, inaugura una nuova fase con Voltati e affronta l’ignoto – Scuola Internazionale di Alta Formazione Teatrale (rif. PA 2022-17910/RER, finanziata con risorse del Programma Fondo sociale europeo Plus 2021-2027 della Regione Emilia-Romagna e approvata con Deliberazione di Giunta regionale n. 1951 del 14/11/2022).

Nella stagione 2022/2023 la Scuola propone un progetto formativo strutturato in quattro percorsi di Alta formazione professionale gratuiti, dedicati al perfezionamento di tecniche e linguaggi dell’arte scenica e rivolti ad artisti già formati in scuole e accademie teatrali e/o con comprovata esperienza professionale.

Ad aprire il calendario didattico è Pier Paolo Pasolini – cantiere su Bestia da Stile. Alta formazione attoriale internazionale (gennaio – maggio 2023), affidato al regista e pedagogo francese Stanislas Nordey. Al termine, dal 25 al 28 maggio 2023, il regista presenterà al Teatro Storchi una mise en espace nell’ambito di Come devi immaginarmi, il progetto speciale dedicato a Pasolini ideato da Valter Malosti insieme al critico, scrittore e accademico Giovanni Agosti: gli interpreti verranno selezionati fra i partecipanti che avranno portato a conclusione percorso.

Stanislas Nordey è dal 2014 direttore artistico del Teatro Nazionale e della Scuola Superiore di Arte Drammatica di Strasburgo. Pasolini è un autore a lui caro che scopre negli anni di formazione al Conservatoire National Supérieur d’Art Dramatique (CNSAD) di Parigi quando, in una libreria, sfoglia proprio le pagine di Bestia da Stile. Questo primo incontro ha influenzato tutta la sua ricerca artistica: a Pasolini è ritornato infatti a più riprese, con la messa in scena di Calderón (1993), Pilade (1994), Porcile (1999), Affabulazione (2015).

Fra gli altri artisti e docenti coinvolti: Baudouin Wohel (drammaturgia), Balletto Civile (movimento), Lucio Fiorentino (elementi di video making). Gli approfondimenti di tecnica vocale e teorici sono realizzati in partenariato con Fondazione Teatro Comunale di Modena, Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali di Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento delle Arti di Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Fondazione Cineteca di Bologna.

Il corso si rivolge a 15 attori già diplomati o con esperienza lavorativa. È possibile candidarsi fino a venerdì 9 dicembre 2022: il bando completo, i requisiti di accesso, le modalità di iscrizione e selezione sono pubblicati sul sito della Scuola Iolanda Gazzerro (scuola.emiliaromagnateatro.com).

Il secondo è Drammaturgie: Alta formazione di scrittura teatrale (febbraio – maggio 2023) condotto dagli autori Linda Dalisi, Angela Dematté e Fabrizio Sinisi.

Con un approccio volto a valorizzare la creatività di ogni partecipante, si costituirà un “cantiere” aperto di scrittura drammaturgica, in scambio e in condivisione con l’intero gruppo di lavoro. Al termine, le allieve e gli allievi restituiranno al pubblico i brani creati in un reading, che verrà presentato in uno degli spazi gestiti da ERT.

Linda Dalisi darà vita a un’officina, a un lavoro artigianale simile all’inchiesta di un detective che attraverso domande, intuizioni, appunti e post-it, scava nella realtà e cerca la soluzione di un enigma; Angela Dematté farà dialogare gli allievi autori con le loro istanze personali più profonde, cercando il racconto, la situazione, e la forma adeguata per farle affiorare; infine Fabrizio Sinisi si concentrerà sull’impiego di diverse possibilità, lavorando su un’idea di drammaturgia che parta da impulsi anche non narrativi ma tematici, concettuali, antinaturalistici, con un rapporto più diretto con il tempo presente..

Il corso si rivolge a 12 drammaturghi, autori e registi già diplomati o con comprovata esperienza lavorativa. È possibile candidarsi fino a venerdì 6 gennaio 2023: il bando completo, i requisiti di accesso, le modalità di iscrizione e selezione sono pubblicati sul sito della Scuola Iolanda Gazzerro (scuola.emiliaromagnateatro.com).

Gli altri due corsi di Alta formazione verranno attivati nella seconda parte dell’anno: a partire da maggio 2023, la coreografa e danzatrice Michela Lucenti curerà Le parole del corpo. Corso di Alta formazione di drammaturgia fisica, coinvolgendo importanti artisti della scena nazionale e internazionale. Rivolto ad attrici/attori e danzatrici/danzatori, il percorso è pensato per supportare e stimolare la creatività di performer con la necessità di coniugare l’azione coreografica a un discorso drammaturgico.

L’ultimo, Testo, corpo, voce sarà un percorso di specializzazione per attori sull’affinamento delle tecniche attoriali.

Pier Paolo Pasolini – cantiere su Bestia da Stile

Alta formazione attoriale internazionale

«Il progetto pedagogico e artistico con le giovani attrici e i giovani attori – commenta Stanislas Nordey – consisterà nell’avvicinarsi all’opera teatrale di Pier Paolo Pasolini, prima nel suo insieme e poi approfondendo in particolare Bestia da Stile. Delle sei tragedie, può sembrare la più amara e criptica; al contrario, credo sia la più limpida nel modo in cui l’autore si mette a nudo, sotto ogni aspetto. Scritta in versi, è una sorta di condensato autobiografico di tutta la sua vita e la sua opera.

Pasolini l’ho scoperto per la prima volta a Parigi, negli anni di formazione al Conservatoire National Supérieur d’Art Dramatique, sfogliando in una libreria proprio le pagine di Bestia da Stile, diventata nel 1991 la prima di molte mie regie teatrali dedicate all’autore. Questo primo incontro con l’opera e la figura di Pasolini ha influenzato il mio percorso artistico: colpito dalla sua spessa ed emozionante poesia teatrale e dalla sua capacità di conciliare la scrittura poetica con quella politica, mi sono avvicinato a Pasolini come a un “fratello maggiore spirituale”. In Francia ho messo in scena cinque delle sei tragedie pasoliniane (Bestia da Stile, Calderón, Pilade, Porcile, Affabulazione) e recitato nella sesta (Orgia). Questa conoscenza empirica del corpus drammaturgico pasoliniano mi aiuterà a guidare gli allievi della Scuola di ERT a incontrare anche altre sfaccettature dell’opera, a partire da materiali quali poesie, film, testi teorici e molto altro».

Stanislas Nordey

Classe 1966, dopo gli studi al Conservatoire National d’Art Dramatique di Parigi (dal 1987 al 1990), viene invitato nel 1992 in residenza presso il Théâtre Gérard-Philipe/Centre Dramatique National de Saint-Denis, guidato da Jean-Claude Fall, dove presenta lo spettacolo Bestia da stile di Pier Paolo Pasolini. La sua scoperta avrà un’influenza duratura sull’estetica di Stanislas Nordey che, nell’opera dell’autore, ritrova possibili risposte anche alla questione dell’impegno politico di un’artista.

Ha diretto, tra gli altri, testi di Pasolini, Genet, Müller, Nazim Hikmet, Gabily, Molière, Schwab, Crimp, Marivaux, Feydeau, Hofmannsthal, Camus, Lagarce. Le sue regie gli hanno valso diversi riconoscimenti, tra i quali: il premio Laurence Olivier per la messa in scena di Pelléas et Mélisande nel 2008, il Premio George-Lerminier del Sindacato della Critica per Les Justes nel 2010 e Affabulazione, nel 2015.

In qualità di interprete, è stato diretto, tra gli altri, da Jean-Pierre Vincent Laurent Sauvage in Orgia di Pier Paolo Pasolini, Anatoli Vassiliev in Thérèse filosofo e Pascal Rambert in Clôture de l’Amour e Répétitions.

Quando: dal 9 gennaio al 10 maggio 2023 (con possibilità di recupero lezioni tra l’11 e il 17 maggio); frequenza obbligatoria e a tempo pieno, 40 ore settimanali. Bestia da stile andrà in scena al Teatro Storchi di Modena dal 25 al 28 maggio 2023.

Quota di iscrizione: corso gratuito

Numero massimo di partecipanti: 15; candidature entro il 9 dicembre 2022

Drammaturgie: Alta formazione di scrittura teatrale

«Immagino un seminario come un’officina – commenta Linda Dalisi – in cui, a partire dall’esplorazione empirica di un lavoro di adattamento, si possa allenare lo sguardo sulla materia drammaturgica e sui propri impulsi a creare. Userò il metodo che uso nella produzione dei lavori che vanno in scena, un lavoro artigianale, simile all’inchiesta di un detective che attraverso domande, intuizioni, appunti e post-it, scava nella realtà e cerca la soluzione di un enigma. L’indagine, svolta in gruppo, può ramificarsi a seconda degli apporti e delle intuizioni di ciascuno. Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain, offrirà un terreno di coltura di partenza. L’arrivo potrebbe anche essere un viaggio nel nucleo della Galassia di Andromeda. Se, come credo, una creazione teatrale è un processo che dal solitario diventa collettivo, il seminario si giocherà sul confine ballerino tra la propria urgenza di racconto e il mettersi al servizio di un altro mondo, sia esso un romanzo, un autore del secolo scorso, un collega drammaturgo, un regista. Le tre fasi del percorso potremmo chiamarle: indagine, elaborazione, composizione, cui si potrebbe aggiungere un’ultima fase, imprevedibile, che chiamerei scompaginazione, il ribaltamento consapevole e caotico delle regole del gioco, nei salti dalla pagina alla scena per tornare alla pagina».

«Mi propongo di far dialogare gli allievi autori – spiega Angela Dematté – con le loro istanze personali più profonde e di trovare il racconto, la situazione, la forma adeguata perché affiorino.

Non si tratterà di guidare gli autori a raccontare concretamente di sé ma di imparare un metodo per permettere che la propria visione timida e personale affiori senza sentirsi nuda e in pericolo. Cercheremo cioè di trovare per ciascuno un campo di lavoro, dei personaggi adeguati, degli strumenti adeguati per evitare la fin troppo frequente autocensura. Cercheremo di ritrovare la leggerezza dell’invenzione.

Come raccontare la mia visione senza essere autoreferenziale? Come raggiungere l’universale senza perdere la mia voce e dunque il motivo stesso per cui faccio l’artista?

In questo percorso avremo dei maestri, Shakespeare innanzitutto, ma poi Testori, Pasolini, Goldoni, Strehler e alcuni autori contemporanei. Forse qualcuno avrà bisogno di partire da un fatto di cronaca, da interviste raccolte, da studi scientifici. Ci metteremo in ascolto delle necessità di ognuno cercando di metterle a fuoco, per provare a costruire insieme una nuova strada verso un nuovo equilibrio, un nuovo terreno sui cui porre nuove fondamenta».

«Un nuovo teatro di parola – racconta Fabrizio Sinisi – è al centro della mia ricerca come autore e come docente. Obiettivo del percorso è quindi quello di introdurre nel processo di scrittura una dimensione performativa: considerare lo spazio drammaturgico come il luogo della maggior libertà possibile nella rappresentazione del mondo. Il percorso storico della drammaturgia in Italia ha fatto sì che quell’apertura alla performance che ha rivoluzionato l’arte della recitazione abbia invece toccato solo marginalmente l’ambito della scrittura. Introdursi a una dimensione “astratta” del linguaggio, incorporare nella scrittura teatrale diversi generi e molteplici discipline – dalla filosofia alle nuove scienze, dalla politica alla poesia – penso sia uno dei compiti del drammaturgo d’oggi. Vorrei introdurre gli allievi autori all’impiego di diverse possibilità, aiutando ogni singolo autore ad ampliare il più possibile la propria idea di “rappresentazione”, lavorando su un’idea di drammaturgia che parta da impulsi anche non narrativi ma tematici, concettuali, antinaturalistici, con un rapporto più diretto con il tempo presente».

Linda Dalisi

Dopo l’incontro con Leo de Berardinis nel 1999 si trasferisce a Bologna dove diventa volontaria nel suo teatro. Dal 2002 come assistente alla regia lavora con Pierpaolo Sepe, Monica Nappo, Renato Carpentieri. Dal 2007 collabora con la rivista Hystrio. Ha pubblicato per Dante&Descartes Messa in scena della mafia, saggio su Cani di bancata di Emma Dante. Per la regia di Antonio Latella firma, in qualità di dramaturg e drammaturga: [H] L_DOPA (2010), Don Giovanni, a cenar teco (2011), C’è del pianto in queste lacrime (2012), Francamente me ne infischio (2013), Peer Gynt (2014), MA (2015), La valle dell’Eden adattamento dell’omonimo romanzo di John Steinbeck (2019), Aminta (2019), Hamlet (2021), Chi ha paura Di Virginia Woolf? (2021). Firma regia e drammaturgia di Misfit like a clown (2010), Mentre d’intorno infuria il mondo (2012), Il silenzio della ragione da Anna Maria Ortese (2013), Aiace (2017), Bee Riot (2022). Dal 2011 conduce un laboratorio per non attori provenienti da vari paesi del mondo, con cui realizza gli spettacoli Poi piovve la città (2011), Dopo cento giravolte (2012), Primo studio su La dodicesima notte di Shakespeare (2013, anno in cui pubblica il libro-diario sul laboratorio Poi piovve la città per Pungitopo Editore), Che terra è questa (2014). È socia fondatrice di Stabile Mobile Compagnia Antonio Latella. Nel 2022 pubblica Dramagia. Edward Albee e il mestiere del dramaturg (Emergenze Publishing Editore).

Angela Dematté

Drammaturga e attrice nata in Trentino, sceglie Milano come sua residenza d’artista. Dopo una laurea in Lettere e un diploma all’Accademia dei Filodrammatici, lavora come attrice finché inizia, nel 2009, la sua attività di autrice: scrive Avevo un bel pallone rosso e vince il Premio Riccione e il Premio Golden Graal. Il lavoro è messo in scena da Carmelo Rifici con il quale inizia una profonda ricerca che produce, tra gli altri: L’officina, Chi resta, Il compromesso, Ifigenia, liberata e Macbeth, le cose nascoste. Negli stessi anni è dramaturg e autrice per i registi Andrea Chiodi, Renato Sarti, Sandro Mabellini, Valter Malosti, Benedetto Sicca, Simona Gonella. Scrive, dirige e interpreta Mad in Europe che vince il Premio Scenario 2015 e il Premio Sonia Bonacina. Nel 2019 la città di Trento le conferisce il Premio Aquila d’Oro per la cultura. Nella sua ricerca indaga le potenzialità e i limiti del linguaggio identitario, argomento su cui ha creato diverse masterclass presso Teatro Franco Parenti, Proxima Res, Karakorum teatro, Matearium teatro, ERT, Luminanze. Negli ultimi anni, a partire dalla collaborazione con ISI Foundation, Joint Research Centre di Ispra e con Carmelo Rifici al LAC, si concentra sul dialogo con la scienza come necessità di indagine sull’uomo futuro. La pandemia la spinge ad indagare il dialogo tra la scrittura teatrale e nuove forme offerte dal web e da spazi non teatrali. Produce il documentario Un rito di passaggio e contribuisce alla redazione del progetto digitale Lingua madre (Premio Hystrio e Premio Ubu). I suoi testi sono pubblicati in Italia, Francia, Svizzera, Germania ed Egitto. Lavora con importanti teatri come: LAC di Lugano, Piccolo Teatro di Milano, Theatre de la Manufacture di Nancy e diversi Teatri Stabili italiani. È madre di tre figli.

Fabrizio Sinisi è nato a Barletta nel 1987. Drammaturgo, poeta e scrittore, nel 2012 ha debuttato come autore teatrale con La grande passeggiata con la regia di Federico Tiezzi. In poesia ha pubblicato La fame e il Contrasto dell’uomo e della donna, con cui ha ottenuto la menzione del Premio Carducci 2015. Dal 2010 è dramaturg della Compagnia Lombardi-Tiezzi e dal 2020 artista residente del Centro Teatrale Bresciano. Attivo anche nel teatro d’opera, nel 2017 ha debuttato al Maggio Musicale Fiorentino con il melologo Ravel. Lavora stabilmente con i maggiori Teatri Nazionali, collaborando con i più importanti registi della scena italiana. Nel 2017 pubblica Tre drammi di poesia, con cui viene selezionato tra i dieci autori italiani del progetto internazionale Fabulamundi. Collabora stabilmente con il quotidiano «Domani» e il mensile «Finzioni». Suoi lavori sono stati tradotti e rappresentati anche in Austria, Croazia, Egitto, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera e Stati Uniti. Ha ottenuto la menzione dell’American Playwrights Project, il Premio Testori per la Letteratura e il Premio Nazionale dei Critici di Teatro.

Quando: dal 6 febbraio al 14 maggio 2023 (con possibilità di recupero lezioni entro il 31 maggio); frequenza obbligatoria e a tempo pieno, 40 ore settimanali. Quota di iscrizione: corso gratuito

Numero massimo di partecipanti: 12; candidature entro il 6 gennaio 2023

Informazioni e contatti:

Scuola di teatro Iolanda Gazzerro – laboratorio permanente per l’attore

viale Buon Pastore 43 – Modena

tel. 059/214039 – 059/305738

scuola@emiliaromagnateatro.com