La spiaggia è affidata con concessione pubblica a soggetti privati che devono esercitarvi la loro attività nel rispetto delle leggi e dei contratti collettivi, nell’interesse della collettività e nell’ambito del diritto costituzionale che tutela la salute e l’incolumità pubblica sulle spiagge; ne consegue che nell’organizzazione del servizio di salvamento debbano essere prese decisioni indirizzate esclusivamente a garantire – e possibilmente migliorare – la sicurezza della vita in mare.
Denunciamo come questo svilente clima lavorativo nel quale la dignità professionale viene sistematicamente mortificata porterà inevitabilmente a rendere questa delicatissima professione un “impiego estivo non permanente” e non, come è ora, una “scelta di vita professionale”.
Doveroso ricordare come l’anno scorso, nel pieno di un’emergenza sanitaria globale quando il concetto di “sicurezza personale” è diventato di drammatica attualità per tutti noi, alcuni presidenti di realtà cooperative della provincia hanno somministrato senza preavviso ai propri dipendenti un contratto irregolare.
Alla luce dei contributi a fondo perduto di 1,5 milioni di euro stanziati dalla Regione (legge regionale n. 40/2002, art. 11, comma 3 bis / delibera di Giunta regionale n. 950 del 28 luglio 2020), erogati “a favore di stabilimenti e strutture balneari a sostegno dei costi da essi sostenuti per il servizio collettivo di soccorso e salvamento al fine di garantire un efficace funzionamento dello stesso”, iniziative come imporre la riduzione a decisione unilaterale dell’orario di lavoro da 48 a 40 ore settimanali a personale che vanta esperienza ventennale significa nella sostanza disincentivare, se non addirittura deliberatamente sabotare, il patrimonio di professionalità dei salvataggi della costa, uomini di indubbio valore e di comprovate abilità.
Oltre a ciò, assistiamo da anni ad una disparità contrattuale che fa sì che spesso si trovino a lavorare fianco a fianco salvataggi dipendenti di aziende diverse ai quali, a parità di competenze e con il medesimo grado di responsabilità, vengono però applicati contratti (e condizioni retributive) diversi.
Se sulla sicurezza dei cittadini e dei turisti dovessero prevalere le logiche di risparmio aziendale ci troveremmo con personale con meno esperienza sulle torrette che inevitabilmente si tradurrebbe in un maggiore indice di pericolosità in mare e quindi un sensibile aumento degli incidenti.
Invitiamo cortesemente tutti i bagnanti della costa riminese, prima di scegliere una spiaggia in cui trascorrere la giornata al mare o prenotare l’ombrellone per la stagione, ad informarsi debitamente circa il marinaio di salvataggio in servizio:
la conoscenza approfondita delle dinamiche specifiche della zona di mare (il nostro litorale ha una conformazione non uniforme e ogni zona presenta criticità e pericoli peculiari) unita agli anni di esperienza in servizio sono da ritenersi garanzia di prevenzione degli incidenti.
Se poi siete ancora tra i pochi che pensano che “il mare a Rimini NON è insidioso”, prima di entrare in acqua vi invitiamo caldamente a chiedere informazioni ai salvataggi in torretta:
due chiacchiere che potrebbero evitare seri rischi a voi e ai vostri cari.
NON SBAGLIAMOCI:
questo è il momento di cui le istituzioni sono chiamate a farsi garanti promuovendo la continuità professionale e la qualità complessiva del Servizio, internalizzando il servizio o demandandone la gestione a chi possiede la profonda conoscenza delle dinamiche della sicurezza della balneazione ed è slegato da logiche d’impresa.
SECONDA PARTE
Consci dell’importanza che questo servizio essenziale riveste per tutto il comparto turistico, sentiamo la necessità di promuovere un confronto pubblico sul gravissimo rischio di vedere irrimediabilmente compromessa la sicurezza balneare della nostra città e chiedere un parere in merito alla tutela della Qualità del Servizio e della Professionalità dei Salvataggi
interpellando direttamente e chiamando in causa :
nonché insieme
tutte le forze politiche del territorio dei comuni della costa
ai candidati alla carica di sindaco
Il quesito a cui invitiamo tutta la società a rispondere è urgente quanto critico:
“Quale futuro per il Servizio di Salvamento nel riminese ?”
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