Ritorna il ‘Carnevale degli Este. In maschera nella Ferrara del Rinascimento” con i riti e le feste di cinque secoli fa

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Dal 22 febbraio al 3 marzo sono in programma quasi 50 appuntamenti. A cura dell’Ente Palio​​ ​in​ collaborazione ​con​ Istituzioni e associazioni cittadine

FERRARA – Si è svolta nella mattinata di venerdì 15 febbraio nella residenza municipale, la presentazione delle iniziative culturali e ricreative della settima edizione del “Carnevale degli Este. In maschera nella Ferrara del Rinascimento”, in programma dal 22 febbraio al 3 marzo. Il progetto è stato realizzato a cura dell’Ente Palio Città di Ferrara​​ ​in​ collaborazione ​con​ numerose istituzioni e associazioni cittadine e con il patrocinio del Comune di Ferrara.

All’incontro con i giornalisti erano presenti il vicesindaco Massimo Maisto e l’assessore al Palio Aldo Modonesi, il presidente dell’Ente Palio Stefano Di Brindisi, la dirigente del museo Archeologico Paola Desantis, la funzionaria del polo museale di Casa Romei Enrica Domenicali, Rossella Pescerelli della commissione Cultura del Palio di Ferrara, Nicola Borsetti titolare dello Studio Borsetti e altri referenti delle Istituzioni e associazioni culturali del territorio che hanno collaborato all’iniziativa.

Nel corso della presentazione sono stati illustrati i vari momenti del ricco programma che si svilupperà in modo più intenso nei due fine settimana: otto eventi culturali, due concerti, tredici visite guidate, cinque visite animate, cinque laboratori didattici, sette animazioni spettacoli in piazza, tre banchetti, un concorso.

All”iniziativa hanno aderito Arte.na, Didò, Campanari Ferraresi, Gallerie Estensi, Garden club Ferrara, Itinerando, Musei Civici d’Arte Antica, Museo di Storia Naturale, conservatorio G. Frescobaldi, Gruppo Archeologico Ferrarese, Community Igers Ferrara.

Il “Carnevale degli Este” sarà inaugurato venerdì 22 febbraio alle 16 nella sala dei Comuni del Castello Estense con un “Omaggio floreale del Garden Club alla duchessa Lucrezia”, una conferenza di Lucia Menegatti per la Ferrariae Decus e con l’esposizione della ‘maschera’ simbolo del Carnevale – realizzata dall’artista Gianni Guidi – alla finestra della torre dell’Orologio nel palazzo del Podestà (lato duomo), dove resterà per tutto il periodo del Carnevale.

(Comunicazione a cura degli organizzatori)

... la terra il duol passato più non stima/e par che il
verde manto rinovelle…

Come un segnale della Primavera imminente, il Carnevale risveglia una vitalità a lungo compressa dai disagi invernali. Anche Ferrara, in due intensi fine settimana, 23-24 Febbraio e 2-3 Marzo 2019, si scuoterà dal torpore invernale; ma il risveglio sarà sorprendente, perchè nelle sue piazze, nei palazzi rinascimentali e nel Castello si aggireranno di nuovo cortigiani e principi che da secoli non si facevano più vedere. Riprendendosi dal loro lungo sonno ritroveranno i riti e le feste del Carnevale come lo conoscevano cinque secoli fa: l’affissione di una maschera al Palazzo Ducale a segnare l’inizio del periodo in cui sarà lecito circolare in maschera negli spazi pubblici; il teatro comico di Plauto, ripreso a Ferrara dopo l’oblio di secoli nel l474 su impulso di Ercole I; gli spettacoli di musica e danza, spesso introdotti come intermezzi tra gli atti delle commedie antiche; i banchetti e gli intrattenimenti offerti in tanti luoghi pubblici e privati; i duelli e le giostre degli armati; i banchetti e le feste.
Il Carnevale degli Este offrirà nella sua edizione 2019 un ricco programma di iniziative tese a presentare le bellezze della storia di una città capitale del Rinascimento, dedicando la manifestazione a Lucrezia Borgia nel cinquecentenario della sua morte e proponendo come tema dei travestimenti in maschera il regno vegetale di piante, alberi, fiori e frutti, sulla scorta del celebre dipinto di Bartolomeo Veneto che presenta Lucrezia in veste di Flora, nume tutelare della vegetazione.
In una città che in epoca estense era circondata da larghe mura sormontate da alberi da frutto e giardini, simboli della forza e prosperità ferrarese, la comparsa di maschere e simboli della natura vegetale farà rivivere per qualche giorno la ricca e misteriosa dimensione simbolica della cultura rinascimentale estense, con il suo intreccio di persistenze medievali e recuperi dell’antichità pagana. Figuranti del Palio e turisti potranno poi divenire più consapevoli di questa complessità di significati, attraverso un ricco programma di conferenze e visite guidate in collaborazione con le Associazioni ferraresi e i Musei civici e statali della città.

Le gride “sopra le maschere”: quando a Carnevale si rischiava l’impiccagione. Dalla metà del ‘400 alla fine del secolo successivo, nella Ferrara estense i festeggiamenti del Carnevale potevano prendere avvio solo dopo il compimento di una precisa azione dal forte valore normativo: l’esposizione di una maschera sotto una determinata finestra del palazzo della Ragione (a volte anche del palazzo di Corte, davanti al Duomo). La cerimonia si svolgeva quasi sempre il giorno dell’Epifania ed era accompagnata dalla lettura pubblica della cosiddetta “Grida sopra le maschere”, il cui testo veniva poi affisso agli ingressi della cinta muraria e in punti strategici della piazza affinché tutti – sudditi e forestieri, giovani e vecchi – fossero a conoscenza delle proibizioni stabilite, l’inosservanza delle quali poteva costare anche la vita.
Già, perché a Ferrara, come altrove, il Carnevale rappresentava il periodo più difficile da gestire nel corso dell’anno sul piano della sicurezza pubblica, e anche il momentaneo sovvertimento in chiave licenziosa e dissoluta degli obblighi sociali concessi in quelle poche settimane era in realtà tutelato da rigidi provvedimenti stabiliti dal duca. Ad esempio, di giorno si poteva girare col volto coperto da maschere, parrucche e barbe finte, ma chi si travestiva da prete o da monaca rischiava una sanzione di 100 scudi d’oro e la fustigazione con tre tratti di corda, che salivano a cinque se si metteva piede in conventi e chiese; era proibito circolare mascherati di notte, ingiuriare le donne, fare irruzione in botteghe o all’Università, così come nascondere pugnali, spade e bastoni di legno sotto gli abiti: l’impiccagione immediata, la confisca di tutti i beni e il taglio della mano erano le pene riservate a omicidi, stupratori e delinquenti di ogni sorta stimolati ad agire dall’anonimato del travestimento o dalla confusione degli eventi pubblici. “Semel in anno licet insanire” recita un motto dell’antica Roma fatto proprio dai carnevali medievali: “è lecito impazzire una volta all’anno”, e nella Ferrara rinascimentale ciò accadeva sempre sotto lo sguardo vigile degli illuminati (e severi) duchi d’Este. (Andrea Marchesi)

Una maschera per il carnevale degli Este: Begosso

Tra le novità dell’edizione 2019 del Carnevale degli Este si distingue la presenza di una maschera appositamente creata come simbolo identitario dell’intera manifestazione. Quale forma avesse il volto di cuoio e cartapesta che in epoca estense – una volta affisso alla finestra del palazzo della Ragione – comunicava al popolo ferrarese l’inizio del Carnevale, non è dato conoscere; ma è alquanto improbabile che la capitale dove rinacque nel tardo Quattrocento il teatro antico in volgare e dove si sperimentò nel primo Cinquecento la commedia regolare moderna con la Cassaria e i Suppositi di Ariosto, non avesse una maschera caratterizzante, al pari di quelle che
contraddistinsero i tanti personaggi della Commedia dell’Arte italiana:oltretutto, considerando che Ferrara, sede di compagnie teatrali, diede i natali nel 1543 ad Alberto Naselli, alias Zan Ganassa, capocomico di fama europea e primo attore ad aver interpretato la figura irriverente di Arlecchino. Inedite fonti documentarie modenesi relative agli anni di governo di Ercole I d’Este (1471-1505) rivelano alcune indicazioni interessanti sull’usanza di bruciare durante il Carnevale una sagoma maschile di carta chiamata “Begosso”: il falò avveniva di norma sulla piazza comunale o nel cortile di Corte, il giorno antecedente la Quaresima. Chi era, dunque, Begosso? Probabilmente un nemico di Ferrara, un veneziano, da deridere pubblicamente e da sconfiggere simbolicamente con il fuoco, dopo un’esposizione pubblica coincidente col periodo di baldoria. Nell’antico dialetto lagunare begòss identifica un attaccabrighe con personalità tracotante e visto il secolare astio tra Ferraresi e Veneziani, esacerbato dalla guerra tra il 1482 e 1484, è assai probabile che Begosso fosse l’insolente risposta estense ai sonetti ingiuriosi contro il duca Ercole affissi a più riprese in piazza San Marco durante gli anni ’80 e ’90. Con gli appigli offerti dalla Storia, Begosso può essere adottato come icona delle nostre rievocazioni carnevalesche, con peculiarità artistiche e forme diverse di anno in anno (umane, animalesche, vegetali, astratte) sulla base di creazioni capaci di fare dialogare l’arte contemporanea con la gloriosa tradizione figurativa ferrarese del XV e XVI secolo. (Andrea Marchesi)

LUCREZIA ESTENSE DE BORGIA – L’edizione del 2019 del Carnevale degli Este è dedicata a Lucrezia nel cinquecentanario della sua morte, precoce per una donna di 39 anni, ma domata e indebolita da una interminabile serie di gravidanze.
L’immagine di Lucrezia Borgia si è da tempo liberata dai pregiudizi ottocenteschi e dai sensazionalismi fumettistici in cui era costretta nella figura di seduttrice, avvelenatrice e dark lady avant-lettre.Un ruolo fondamentale in questa reintepretazione della figlia del Papa, di cui oggi apprezziamo le capacità di reggitrice (supplente) dello Stato Estense, il ruolo di patrona culturale, di imprenditrice economica e la sincera finale conversione a una severa disciplina religiosa, va senz’altro riconosciuto a Maria Bellonci, iniziatrice di una serie di contributi tesi a riabilitarne la figura che giunge fino a Dario Fo e annovera oggi studiose come Diane Ghirardo.
L’attenzione che sarà rivolta in questa occasione alla figura di Lucrezia sarà dunque orientata alla rievocazione della sua maturità di consorte del Duca Alfonso I e al suo ruolo di sostegno al governo dello Stato, unica sopravvissuta della famigerata famiglia Borgia. Ma si ricorderà anche il suo ruolo di dedicataria degli Asolani e di interlocutrice di Pietro Bembo, il fondatore del classicismo rinascimentale, che fa di lei oggettivamente una figura di eminente rilievo nella storia della cultura letteraria italiana.
L’immagine scelta per il lancio di questa edizione è costituita dal dipinto di Bartolomeo Veneto in cui la dama identificata in Lucrezia Borgia appare nella veste di Flora, primaverile divinità del rigoglio vegetale. Il pubblico è perciò invitato a partecipare ispirando la propria maschera di carnevale al tema vegetale di fiori, piante e frutti.
Particolare motivo di curiosità suscita l’annuncio che quando il giorno 2 marzo la Duchessa Lucrezia parteciperà a un corteo storico e presiederà a spettacoli vari e giostre cavalleresche in suo onore sarà impersonata da una nota attrice italiana di teatro, cinema e fiction televisive.

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Per info : Ente Palio 0532 751263 – www.paliodiferrara.it, infotour@comune.fe.it