Il festival cristallino 2020 non si ferma e viaggia sui canali social
CESENA – Un’edizione che viaggerà sui canali social. Tornano anche quest’anno i cantieri del Festival Cristallino, un appuntamento immancabile per il panorama artistico-culturale di Cesena. Annualmente il Festival era solito attivare veri e propri momenti di riflessione intorno alle arti contemporanee in relazione alle dinamiche sociali, storiche e culturali che attraversano il nostro presente. Incontri, mostre, performance aperte al pubblico, per generare momenti di condivisione e di costruzione collettiva delle premesse del Festival: un insieme di atti destinati poi a confluire nella sua edizione autunnale, quest’anno la nona.
“A causa dell’emergenza COVID-19 – commenta la Direttrice artistica Roberta Bertozzi – siamo costretti a rinunciare a questa formula ‘in presenza’. Di qui la necessità di ricalibrare la nostra azione artistica e intellettuale, di adattarla alla nuova configurazione sociale, non rinunciando all’occasione di incontrare sia gli artisti che il nostro pubblico. I cantieri dunque sono partiti, anche se in una veste completamente inusuale. Abbiamo deciso di trasportare queste officine dell’arte e del pensiero dallo spazio pubblico allo spazio mediale, raccogliendo la sfida che l’emergenza in corso ci propone e utilizzando questa dimensione nuova come un vero proprio pretesto per riflettere sull’arte”.
Roberto Paci Dalò, Filippo Venturi, Michele Buda, Luca Piovaccari, Massimo Asioli, Valentina D’Accardi, Marco Pandolfini, Marcello Galvani, Adriano Zanni. Sono solo alcuni dei tanti nomi dei protagonisti dell’arte e della fotografia che prenderanno parte ai cantieri che si svolgono sui canali social del Festival (pagina Facebook cristallino.luoghiartivisive, pagina Instagram cristallinoartivisive – e replicate sulla pagina Facebook del Comune di Cesena), secondo le modalità che strutturano i supporti mediali e le opportunità che offrono: con video-conferenze, dirette, incursioni musicali, immagini, scritti e contributi di vario genere. E con tutto il preziosissimo aiuto di tanti artisti, fotografi, intellettuali che nel tempo hanno collaborato con il Festival e che ora decidono di mettere a disposizione le loro opere, maturate negli imponderabili silenzi di questo lungo periodo di quarantena.
Un focus centrale sarà destinato proprio ai “diari della quarantena”, che costituiranno una modalità inedita non solo per avvicinare l’arte ma anche per portarci a riflettere sulla specifica densità di questo tempo di reclusione, fatto di oggetti minimi, di tempi dilatati, inquieti e assorti – di uno sguardo diverso sulle cose e gli affetti che ci circondano.
“Intendiamo lasciare – prosegue Bertozzi – una traccia di questo tempo extra-ordinario, tempo che ci costringe anche a fare i conti in maniera intensiva con la realtà. I vari interventi si alterneranno a cadenza settimanale fino al termine della quarantena, coinvolgendo uno spettro variegato di personalità del mondo dell’arte e della cultura, e avendo presente come tema la possibile equivalenza che può intercorrere tra l’arte e la dimensione del virus. Questa esperienza vuole presentarsi anche come una ulteriore risorsa a fianco della già importante attività di sensibilizzazione svolta dalla Regione Emilia Romagna e dagli Enti Comunali nella messa a disposizione del nostro patrimonio digitalizzato e di spettacoli musicali, teatrali e cinematografici”.