Rino Mini lancia un grande network di Ristorazione contro la pandemia

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12 locali in Emilia-Romagna e San Marino per 12 milioni di investimenti

RIMINI – Rino Mini “batte” la pandemia e annuncia dodici aperture in Emilia-Romagna e San Marino, tra nuovi locali e rinnovamento dei format. Il tutto per un investimento previsto di 12 milioni di euro e la creazione di oltre 250 nuovi posti di lavoro.

Fil rouge che accomuna i 12 locali è il concept di “Bakery Americana”, con una nota di “Boulangerie Francese”, ma il tutto in puro stile Italiano dove, a fare da collettore al network, saranno le farine prodotte da grani antichi e, quando possibile, autoctoni.

Nascerà così una catena di punti vendita sotto il nuovo brand “Baker_Eat” di varie dimensioni e con piccole e diverse sfumature di ristorazione. A sperimentare questo grande network sono designati tre locali: a Rimini in Corso d’Augusto, la centralissima via della movida a due passi da Piazza Cavour e dallo storico Teatro Galli, da poco interamente restaurato; Santarcangelo di Romagna, in Piazza Ganganelli, con la trasformazione in “Baker_Eat” del già noto Ristorante “Ferramenta”; nella Repubblica di San Marino, all’interno del prestigioso Outlet “The Market”, che taglierà il nastro il prossimo 24 Giugno.

Parallelamente tante le iniziative di Rino Mini nel settore della Ristorazione.

Sempre a Rimini nasceranno i due pilastri portanti dell’intero progetto: “FERRAMENTAˍLAB”, il laboratorio artigianale dedicato all’arte bianca e “FERRAMENTA ACADEMY”, un grande centro di formazione professionale per gli addetti della panificazione e della ristorazione.

Contemporaneamente non calerà l’attenzione verso i Ristoranti più legati alle tradizioni del Territorio: “Dai Galletti” di Santarcangelo di Romagna dove il focus si sposterà sulle piadine gourmet con il già apprezzatissimo servizio al cesto; a Rimini sarà la volta di “Ferramenta – Braceria & Pizzeria”, a due passi dal Tempio Malatestiano, dove insieme alla vera Pizza Napoletana verranno serviti i piatti più tipici del territorio; infine il famoso “Pomod’Oro – Ristorante di campagna” che, dopo 7 lunghi anni di attesa e di vicissitudini burocratiche, ha appena ottenuto il via libera ai lavori di ricostruzione e riqualificazione. Va ricordato che il “Pomod’Oro” è stato il primo locale “farm to table” in Italia ed è il locale che ha avvicinato Rino Mini a quello che lui stesso definisce “l’affascinante mondo della ristorazione”.

Nel testo a seguire i dettagli delle novità annunciate da Rino Mini.

RINO MINI, IL “RE DELL’ACQUA” SI DA ALL’ARTE BIANCA

C’è un motore che da sempre e nonostante tutto fa funzionare l’Italia ed è un motore alimentato unicamente dall’imprenditoria privata.

Circa 5 milioni di piccole e medie imprese operanti nel nostro Paese hanno prodotto un fatturato pre-Covid di quasi 2000 miliardi di euro, che si aggiungono ai circa 50 miliardi delle 600 grandi imprese nazionali.

Una macchina da guerra che finora ha sostenuto l’economia italiana e che costituisce il punto di riferimento fondamentale per ben l’82% dei lavoratori.

Purtroppo la pandemia ancora in atto sta minando la solidità del nostro prezioso tessuto produttivo e, nonostante le attività siano state appena autorizzate a riaprire con il solo servizio all’aperto, moltissime non riapriranno o non potranno riaprire per mancanza di aree esterne disponibili e quindi è tuttora grande l’abnegazione e lo spirito costruttivo con cui tutti stanno cercando di resistere, addirittura reinventando nuovi modelli operativi.

Tra coloro che più alacremente hanno sfruttato il lungo periodo di forzata inattività in uno dei principali settori di traino dell’economia, quello della ristorazione, si distingue l’imprenditore riminese Rino Mini che da “re dell’acqua” con lo storico marchio Galvanina, si è votato alla sua grande passione per il patrimonio agroalimentare del nostro Paese, con particolare attenzione all’Arte Bianca.

La sua profonda conoscenza di ogni più piccola e pregiata produzione, lo smisurato amore per le tradizioni che rendono noi Italiani tanto popolari nel mondo, lo hanno spinto ad impegnarsi sempre di più nell’apertura di locali ad elevato contenuto valoriale e a farlo principalmente nella propria Regione di appartenenza, l’Emilia Romagna.

Ma cosa bolle nella grande pentola di questo inguaribile romantico del cibo? Glielo abbiamo chiesto e il quadro che ne emerge è denso di prospettive rilevanti.

Cavalier Mini, interpretando anche le richieste di tanti clienti, le chiediamo quando riapriranno i ristoranti “Ferramenta” e “Dai Galletti” di Santarcangelo di R. e quando apriranno gli altri locali a Rimini e più in generale in Romagna, dei quali si sente molto parlare?

“Ciò che ha investito come un imprevedibile uragano il mondo intero, non poteva indurci a ragionare secondo i consueti stilemi – risponde Mini. Le privazioni di tempo, danaro, abitudini, rapporti sociali, hanno generato paure, alterato le percezioni della nostra stessa esistenza, messo in discussione certezze e ritmi lavorativi.

Noi per primi dovevamo quindi dare risposte diverse a fronte delle nuove problematiche e soprattutto incontrare con maggiore empatia le aspettative della gente. Ripartire come se nulla fosse, sarebbe impensabile. Si impone pertanto un avvertibile cambio di marcia, un adeguamento alle mutate sensibilità della clientela e un ulteriore avvicinamento alle loro possibilità di spesa, spesso compromesse da problemi di carattere occupazionale.

Ecco dunque che “Ferramenta” di Piazza Ganganelli, a Santarcangelo, entrata ormai nel cuore di tante persone, adotterà lo stile più informale di una vera e propria “Bakery Americana” in stile fortemente Italiano, con piatti sempre gourmet, ma semplificati e preparati al momento, mentre per “Dai Galletti” è prevista la creazione di piadine gastronomiche con lo stesso ed originale “servizio al cesto” che già grande successo aveva riscosso la scorsa estate.

L’attuale dpcm non è stato clemente verso la ristorazione, ma capisco le preoccupazioni del nostro Governo sul fronte sanità. Spero che le cose mutino in corsa e in meglio affinchè possiamo riaprire a breve e senza più incertezze.

NEL NOME DEL PANE

Lei ha sottolineato più volte la sua attenzione per la pizza e il pane, ora ci parla di un progetto “Bakery”. Da cosa le deriva questa particolare propensione per l’Arte bianca?

“Penso sia una questione di cromosomi: mia nonna, soprannominata “Nonna Pan”, aveva sette figli i quali divennero tutti “fornai” e proprietari di un forno. Mia madre stessa è nata in un forno ed io sono stato allevato in mezzo a farina e pane. Il profumo ineguagliabile della bottega del pane significa per me riportare la memoria alle cose buone e sane di una volta, al sentimento familiare, alla felicità fatta di cose semplici.

Questo retaggio mi ha indotto a decidere di aprire a Rimini un Laboratorio dedicato all’Arte bianca, “FERRAMENTAˍLAB”: lavoreremo ancora, ampliando l’esperienza del panificio di Santarcangelo aperto lo scorso autunno, i grani antichi o dimenticati per produrre i pani nobili  di un tempo, quelli con il profumo e la fragranza dei filoni e delle pagnotte di una volta. Li affiancheremo ai dolci da forno, alle pizze alla pala e a tutte quelle preparazioni al forno come le lasagne, la parmigiana di melanzane, la porchetta, gli stinchi, e a creazioni di derivazione americana come i “Mac-&-Cheese” gratinati che proprio per la loro cottura in forno sprigionano il massimo del sapore.

Il Laboratorio – specifica l’imprenditore – servirà ad alimentare in toto o in parte i dodici punti di rivendita di prodotti da forno, dotati anche di bar, caffetteria e ristorazione.

Le prime rivendite saranno tutte in Emilia-Romagna con una digressione nella vicina repubblica di San Marino presso l’outlet The Market.

Il format si chiamerà “BAKERˍEAT”, una formula di ristorazione che ruoterà attorno ad alcuni punti cardine per me fondamentali: la nostra proverbiale creatività tutta romagnola, che ha fatto scuola nel mondo, capace di innestare le novità anche sui ceppi ideologici più tradizionali; la valorizzazione del nostro saper fare le cose con la generosità che contraddistingue la nostra gente; il rispetto rigoroso per il territorio e per le sue straordinarie biodiversità.

Il cibo di qualità sarà il nostro più efficace vaccino anti covid e il più convincente mezzo di divulgazione. Nelle principali città romagnole (oltre a Rimini e Santarcangelo di Romagna, Ravenna, Forlì, Cesena, Savignano, Cesenatico, Riccione, Cattolica) ed emiliane (Bologna, Modena, Parma)  le dodici strutture offriranno il piacere del buon pane abbinato a una cucina di spessore a prezzi popolari, così da diventare più accogliente e accessibile per gran parte della popolazione. Ogni locale, collocato in posizioni centrali, sarà servito da navette elettriche ed ecologiche gratuite, per facilitare non solo l’arrivo dei clienti che verranno prelevati ai parcheggi delle città, ma persino per il trasporto di eventuali pacchi e merci acquistate dai nostri ospiti nei negozi dei centri storici,  prima o dopo la sosta nel ristorante.

UN INVESTIMENTO MILIONARIO

Ci sta parlando di una progettualità molto vasta e articolata. Ciò come si traduce sul piano economico?

“Effettivamente – asserisce Rino Mini – l’impegno è consistente sia dal punto di vista imprenditoriale, che strettamente finanziario, tanto che presuppone un investimento di 12 milioni di euro e l’assunzione di oltre 250 dipendenti, in buona parte formati direttamente da noi.

Abbiamo pensato di aprire anche una vera e propria “Accademia Ferramenta” per la formazione professionale del personale addetto al servizio di Cucina, di Bar-Caffetteria e di Sala. Oggi sono di fondamentale importanza l’educazione al lavoro e il training di giovani che vogliano affacciarsi con serietà e passione al mondo della ristorazione.

Occorrono competenze certe, disciplina, buoni insegnamenti, pratica: per questo l’Accademia sarà una sorta di college, un convitto obbligatorio sia per i romagnoli, che per i forestieri, proprio allo scopo di far vivere pienamente l’esperienza formativa”.

Si suppone che lei abbia scelto di far convergere la maggior parte dei suoi investimenti attuali in Romagna per motivi geografici e affettivi.

Oggi un impegno economico con orizzonti così consistenti sul piano occupazionale è a dir poco gratificante per una regione che vive soprattutto di turismo e di ristorazione.

Si sente ricambiato relativamente a questo suo contributo tanto importante?

“Intanto non ci fermeremo in Emilia-Romagna perché l’obiettivo è di stampo nazionale, con le cucine dei differenti territori in cui andremo ad operare.

Per quanto riguarda la gratificazione personale, onestamente devo dire che mi spiace di riuscire a poter sviluppare solo ora questo mio progetto di ristorazione che ho da sempre nel cassetto, ma in altra sede potrò raccontarvi quanto sia difficile fare l’imprenditore nel nostro Paese, creare opportunità e posti di lavoro, per colpa di una burocrazia che anche nel mio territorio opera con spregiudicatezza, quasi rinnegando la necessità di prospettive occupazionali di cui invece il territorio ha estrema necessità.

Sono anni che mi batto affinché scompaia questo sistema perverso e soffocante che, nel mio specifico caso – e potrò dimostrarlo in qualsiasi sede – si è accanito con particolare intento persecutorio.

In ogni caso sono abituato a combattere il nemico dei miei ideali e posso tranquillamente affermare che sino ad ora ho sempre vinto le mie battaglie … conto di vincere anche le prossime sfide!”.

 

ALTRE NOVITA’?

Così tante aperture in questo momento storico sembrerebbero un segnale di ottimismo e di fiducia nel prossimo futuro. Quali le inaugurazioni più vicine?

“Beh, prima di tutto le “BAKERˍEAT”, Panifici con Caffetteria e Ristorazione, cosparsi nei centri storici delle principali città dell’Emilia-Romagna, ma non mancheranno certamente i Ristoranti più tradizionali e originali come, solo ad esempio, il tanto amato Pomod’oro sulla cima del colle “Paradiso” di Rimini, più fattoria con ristorante che il contrario, dove chiunque vi arrivasse non poteva non innamorarsene e ritornare. Il grande orto di proprietà, la distesa di ulivi nelle colline circostanti, la quantità di coltivazioni biologiche a perdita d’occhio erano e saranno la garanzia di una cucina veramente di prossimità, autenticamente genuina: valori sempre più irrinunciabili in una fase cruciale dell’esistenza di ciascuno di noi, nella quale abbiamo preso coscienza dell’importanza ambientale come bene primario.

Parallelamente e sempre a Rimini – continua Rino Mini – inaugureremo anche il centralissimo Ferramenta Cafè di Piazza Cavour, proprio a fianco del prestigioso e appena restaurato Teatro Galli, dove serviremo una cucina innovativa che va dai piatti della tradizione reinterpretati con spirito gourmet, alla pizza, al sushi e per iniziare … ostriche e bollicine!

Prima della fine dell’anno è programmata anche l’apertura di un altro storico ristorante riminese che da “Ca’ de Ven” diventerà “Ferramenta – Officina del Gusto”, dove appronteremo i menù della più grande tradizione della mia città, sia di carne che di pesce, abbinandoli a una straordinaria pizza i cui impasti saranno creati con farine antiche e autoctone, con solo lievito madre e lievitazione di almeno 72 ore e dove, per offrire sempre il meglio, produrremo direttamente la nostra mozzarella con un impianto installato a fianco della pizzeria. In questo ristorante verranno stappate esclusivamente bottiglie del territorio per celebrare un importante passato enologico, in un presente affascinante!