Sono stati tantissimi i riminesi che hanno affollato la corte di Castel Sismondo lunedì sera, 19 giugno, volendo così partecipare al primo degli appuntamenti promossi dal Comune di Rimini in occasione delle celebrazioni del sesto centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini e tra gli indiscussi protagonisti del Rinascimento italiano.
Un programma che, aperto lunedì sera col saluto del Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, si declinerà in un periodo in un arco di manifestazioni che durerà più di un anno, fino a ricongiungersi, il 9 ottobre 2018, al cinquecentocinquantesimo dalla morte.
“Non siamo normali – ha esordito provocatoriamente il Sindaco Andrea Gnassi nel suo intervento – Lo sosteneva Silvano Cardellini nella sua ‘Botta d’orgoglio’, e non diceva una bugia, anzi. Se ci pensate, lo stesso Sigismondo Malatesta è una figura storica difficilmente classificabile nella normalità. Spietato e raffinato, mecenate e distruttore, crudele e sensibile all’arte, bello e ceffo da galera. Novanta chili di contraddizioni, un bipolare ante litteram…Riducetelo voi, uno così, a uno stereotipo culturale…
Pensate ad esempio a questa serata: prendono ufficialmente avvio le celebrazioni malatestiane che dureranno oltre un anno, dal seicentesimo della nascita di Sigismondo al 550esimo della sua morte. Solitamente in Italia, e non solo in Italia, questo genere di ricorrenze producono una cascata di convegni e iniziative suggestive, interessanti o meno, in ogni caso che durano lo spazio di un mattino o di una notte. Non lasciano niente.
E allora cosa ci siamo inventati, con strategica anticiclica come si dice in linguaggio forbito? Da cicala ci siamo fatti formica. L’anno (malatestiano) che verrà, compresso tra il 600 e il 550 della vicenda umana di Sigismondo, sarà per Rimini quello che le restituirà non tanto uno quanto il tempo, un certo disinteresse, un pizzico di sradicamento, tante vicende dolorose, le hanno tolto nell’ultimo secolo. Perché almeno quattro generazioni di riminesi hanno subito un furto di bellezza, di prospettiva, di identità; e anche di ricchezza; su questo bisogna essere spietati e chiari come lo era proprio Sigismondo.
Ma ritorniamo alle celebrazioni malatestiane e all’anno di esaltazione della figura di Sigismondo – ha proseguito il Sindaco Gnassi -. In questo anno, tra 2017 e 2018, in questo circoscritto quadrante di città avverrà qualcosa di inedito, di mai visto prima: riaprirà il teatro Galli, la piazza tornerà alla sua prospettiva rinascimentale, il Museo Fellini entrerà nel castello per svolgere poi lungo gli spazi che portano al restauro dell’ex cinema Fulgor e quindi al Museo della Città. In poco più di 200 metri il Rinascimento dialogherà con Verdi e con Fellini. E finalmente questi luoghi saranno restituiti alla loro funzione originaria: presidi di civiltà, bellezza, arte, cultura, appartenenza.
Io credo che abbiamo scelto un modo bellissimo di celebrare Sigismondo Malatesta, scegliendo la strada più complessa e meno facile: per una volta scegliamo di essere eredi e non solo discendenti. Lo facciamo in questa occasione quando tutto il resto del mondo si sarebbe limitato a fare solo feste e convegni… non siamo normali….
Il nostro regalo a Sigismondo, lungo un anno, è in realtà un regalo che facciamo a noi stessi. Meritiamocelo. Anche perché, con la fama sinistra che aleggiava intorno a Sigismondo Malatesta, non vorremmo mai che decidesse di tormentarci nel sonno per un’ignavia collettiva che, ora più che mai, non ha davvero alcuna giustificazione.”
Alle parole del Sindaco quelle di Oreste Delucca, lo storico riminese, Sigismondo d’Oro nel 2013, che davanti a un pubblico attento ha raccontato, incalzato dalle domande di Lia Celi e Andrea Santangelo, un’inedita Isotta degli Atti a cui, per la Bookstones Edizioni, ha recentemente dedicato il libro “Isotta degli Atti. L’amore e il potere”. Ed è stato appunto attorno alla figura di questa donna straordinaria che Lia Celi e Andrea Santangelo hanno immaginato e scritto Il Sigismondo non si è fermato mai un momento, il monologo per voce femminile in cui si immagina un’Isotta contemporanea e ironica, che Marina Massironi ha interpretato da par suo per un pubblico attento e coinvolto.
Altri appuntamenti per completare le prime giornate delle Celebrazioni.
L’ Annullo filatelico speciale di Poste Italiane per il seicentesimo di Sigismondo Malatesta in piazza Cavour al Palazzo del Podestà, martedì 20 giugno 2017, dalle ore 10.30 alle ore 15.30. Per lungo tempo la filatelia, nella sua componente iconica, ha rappresentato l’ideale continuità delle medaglie celebrative o commemorative.
Sempre piazza Cavour alle ore 15 di martedì la cerimonia de “La pietra restituita”. All’indomani dei bombardamenti, nella primavera del 1944, quando forse ancora nessuno stava pensando alla ricostruzione del Tempio Malatestiano, Luigi Varoli (Cotignola 1889 – 1958), singolare figura di artista e di didatta, si trovava a Rimini e caricò sul suo carretto una pietra, raccolta tra le macerie della chiesa progettata da Leon Battista Alberti e voluta da Sigismondo Malatesta. Dopo la morte di Varoli il Comune di Cotignola ricevette in lascito tutti i beni dell’artista e ora, in occasione delle celebrazioni, restituisce a Rimini quel piccolo e simbolico frammento di Tempio. La ricostruzione dell’evento sarà in collaborazione con l’associazione Zeinta di Borg
Un appuntamento di grande suggestione poi nella serata con Il Momo, di Leon Battista Alberti. Romanzo sull’insania umana, da un progetto di Alberto Giorgio Cassani. Adattamento e regia di Gianfranco Tondini, musiche composte ed eseguite da Giovanni Dal Monte, con intervento di Massimo Cacciari.
Il Momus di Leon Battista Alberti, romanzo satirico rimasto per secoli semiclandestino, oggi riconosciuto dagli studiosi come l’opera più straordinaria dell’intero Rinascimento chiuderà queste prime giornate dedicate a Sigismondo Malatesta che faranno da prologo alle iniziative che proseguiranno nei prossimi mesi.
L’ingresso a tutte le manifestazioni è libero
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