Il mare e la navigazione, le navi e le tempeste sono gli “ingredienti” fondamentali di Rex Iuba (Mondadori editore, 2016) il primo romanzo di Stefano Medas.
A introdurlo al pubblico e a conversare con l’autore nella suggestiva cornice del giardino-lapidario del Museo della Città (o, in caso di maltempo, nella Sala del Giudizio) mercoledì 24 agosto 2016 alle ore 21.30 sarà Rosita Copioli.
Da archeologo navale e storico della marineria antica, sul filo dell’avventura l’Autore tesse una trama densa di emozioni lungo un itinerario che unisce i luoghi geografici in cui si ambienta la storia di Giuba. Paesaggi e atmosfere, ambienti e personaggi catturano il lettore rendendolo partecipe di una esperienza straordinaria: una spedizione marittima di duemila anni fa.
46 a.C.: ad appena 2 anni Giuba, orfano del padre, il re Giuba I di Numidia sconfitto dai cesariani nella campagna d’Africa, sfila a Roma come preda di guerra nel corteo trionfale di Cesare. Solo agli dèi è dato invertire la rotta del suo triste destino riservando a lui la sorte di venire accolto nella famiglia di Augusto e di crescere secondo il costume romano per divenire un uomo assai colto, dedito alla scrittura e agli studi di storia naturale. Ottaviano stesso, nel 25 a.C., gli assegna il regno di Mauretania, in Nordafrica, dandogli in sposa Cleopatra Selene, figlia di Cleopatra e Marco Antonio, donna colta e raffinata, legata al marito da profondo amore.
Spinto da inestinguibile sete di conoscenza re Giuba si fa promotore di ardite esplorazioni: la più avventurosa lo conduce, a bordo di una flottiglia composta da quattro imbarcazioni (tre liburne e un’oneraria), in compagnia di amici fidati e di una settantina di abili marinai capaci di destreggiarsi anche con la spada, alla scoperta delle mitiche Isole Fortunate, le odierne Canarie. Giuba e il suo equipaggio toccano luoghi ai confini del mondo allora conosciuto, sospesi fra mito e realtà, in cui ai protagonisti della spedizione si offre lo spettacolo di una natura selvaggia, isole vulcaniche immerse nella straordinaria potenza dell’Oceano oltre le Colonne d’Ercole; luoghi dove anche stupirsi nell’incontro con un popolo che ancora non conosce il denaro e quindi la brama di ricchezze.
Stefano Medas dipinge con la sua sua vivace penna, intinta nella passione e nella conoscenza, i colori dell’epoca, accompagnando il lettore nel viaggio periglioso lungo le coste dell’Africa. Un itinerario che si rivela come una metafora del viaggio interiore che ciascuno di noi compie alla ricerca di porti in cui possano trovare riparo le inquietudini dell’anima.
La serata offrirà anche l’occasione per guardare, insieme a una “guida” d’eccezione come Stefano Medas, al mare su cui si affacciava la Rimini romana attraverso le splendide testimonianze archeologiche esposte nella sala del Museo dedicata al mare di Ariminum. Sullo sfondo di quello che supponiamo essere la prima immagine del porto della città rappresentata nel mosaico “delle barche” proveniente dalla domus di palazzo Diotallevi, seguiremo le rotte di antichi mercantili in Adriatico.
L’ingresso è libero
www.museicomunalirimini.it
info 0541.793851
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