Per quanto riguarda la situazione relativa alle 19 educatrici, assunte con contratto a tempo determinato, che hanno lavorato per almeno 36 mesi nei nidi del Comune di Rimini negli anni scorsi e che oggi rivendicano la stabilizzazione a tempo indeterminato, va precisato:
1) sul punto occorre precisare in primo luogo che la stabilizzazione del personale precario prevista dall’art. 20 del D. Lgs. 25 maggio 2017, n. 75 (c.d. Decreto Madia) è una mera facoltà per le amministrazioni (letteralmente la norma dice: “Le amministrazioni, al fine di superare il precariato, ridurre il ricorso ai contratti a termine e valorizzare la professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, possono, nel triennio 2018-2020, (…), assumere a tempo indeterminato personale non dirigenziale che possegga tutti i seguenti requisiti (…)”.
2) La stabilizzazione, in quanto selezione riservata a soggetti in possesso di determinati requisiti, è dunque strumento di reclutamento del personale alternativo al pubblico concorso, che costituisce la regola generale per l’accesso all’impiego pubblico indicata dall’art. 97 della Costituzione.
3) L’Amministrazione comunale nel mese di aprile 2019 (deliberazione in data 9 aprile 2019, n. 95), prendendo atto della necessità di sostituire il personale educativo che era cessato dal servizio o era stato destinato ad altri incarichi per ragioni di salute, ha deliberato di bandire un concorso pubblico per la copertura di 7 posti di educatore nido, riservando al personale precario il 40% dei posti a concorso. I posti da coprire sono poi stati aumentati da 7 a 11con deliberazione della Giunta comunale in data 10 settembre 2019, n. 266.
4) Con tale ultima deliberazione l’Amministrazione ha previsto di coprire con contratto a tempo indeterminato tutti i posti già vacanti e quelli che si renderanno vacanti fino all’inizio dell’anno scolastico 2020-2021 (settembre 2020).
La bandizione di un concorso pubblico dopo 12 anni, dunque, consente di coniugare due esigenze che devono essere tutelateallo stesso modo:
1) da un lato, permette a tutte le educatrici che hanno terminato il percorso degli studi dopo il 2008 di partecipare ad un concorso e di mettersi alla prova. E le 1.365 domande dimostrano anche numericamente l’attesa di questo. Queste educatrici, vale la pena di sottolinearlo, fino ad oggi non hanno avuto nessuna possibilità di concorrere per un posto a tempo indeterminato presso il Comune di Rimini, in quanto il Legislatore ha prorogato per quasi 10 anni (dal 2008 alla fine del 2018) le graduatorie che, per Legge, dovrebbero avere una validità triennale.
2) dall’altro lato, permette al Comune di valorizzare tramite il bando di concorso, l’esperienza professionale maturata dalle educatrici precarie presso i nidi comunali, riservando ad esse il 40% dei posti. Si tratta evidentemente di un vantaggio non trascurabile, solo che si consideri che per essere assunte in ruolo è sufficiente queste educatrici conseguano l’idoneità, a prescindere dalla collocazione in graduatoria e quindi, nel limite dei posti riservati, queste passano avanti agli altri candidati meglio collocati in graduatoria.
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