Rimini, “Il mondo salverà la bellezza?”

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il-mondo-salvera-la-bellezzaPresentazione del libro  di Salvatore Settis il 9 gennaio presso il Museo della Città “L.Tonini”

RIMINI – Rinviato per un imprevisto, l’incontro con Salvatore Settis, in programma il 10 dicembre scorso nell’ambito delle Giornate di Studi LEON BATTISTA ALBERTI Da Vitruvio al Tempio Malatestiano organizzate in occasione del 25° anniversario dell’inaugurazione del Museo della Città, si terrà il 9 gennaio 2016, alle ore 17.00, presso il Museo della Città “L.Tonini”, Sala del Giudizio, in via L. Tonini 1. Sotto il tema “Il mondo salverà la bellezza?” saranno presentati due libri del prof. Settis, Se Venezia muore e Il mondo salverà la bellezza? Dialogherà con lui il prof. Stefano Pivato, già rettore dell’Università degli Studi di Urbino.

Il mondo salverà la bellezza? é un piccolo libro ma di grande spessore culturale e di alta tensione etica, con un forte richiamo alla necessità di far convergere l’etica collettiva con quella individuale. Perché, scrive Settis, “mai la Terra che ci nutre è stata messa in pericolo come lo è oggi”.

La riflessione corre dal bene del singolo al bene comune. Settis parla di una vera e propria “cannibalizzazione dell’ambiente e dei paesaggi” da parte dell’uomo, e da lì scaturisce la nota domanda derivata da Fedor Dostoevsky: la bellezza, salverà il mondo? Ma Salvatore Settis la ribalta. La bellezza non salverà il mondo se noi non salviamo prima la bellezza. E anche il precetto evangelico “Ama il prossimo tuo come te stesso” viene tradotto da Settis in un necessario “Amerai la Terra come te stesso”.

È il pubblico interesse che ci autorizza ad agire contro le devastazioni ambientali.

“Stiamo vivendo come se avessimo a disposizione una Terra e mezza; ma ne abbiamo una sola”, scrive ancora Settis, riguardo al selvaggio scempio che l’uomo sta perpetrando sul Pianeta in cui vive. Facendo poi leva sul fatto che ogni generazione dovrebbe rendersi responsabile nei confronti di quelle che verranno, per non macchiarsi di “fratricidio” non rimane che farsi custodi delle sorti della Terra, con lo sguardo rivolto al futuro e ai diritti delle future generazioni.

In Se Venezia muore Settis ci ricorda che le città muoiono quando le distrugge un nemico spietato, quando un popolo straniero vi si insedia con la forza, o quando perdono la memoria di sé. Venezia può morire se perde la memoria, se non sapremo intenderne lo spirito e ricostruirne il destino. Fragile, antica, unica per il suo rapporto con l’ambiente, Venezia si svuota di abitanti, e intanto è bersaglio di innumerevoli progetti, che per “salvarla dall’isolamento” ne uccidono la diversità e la appiattiscono sulla monocultura di una “modernità” standardizzata, riducendola a merce, a una funzione turistico-alberghiera. Il caso di Venezia, emblematico, permette a Salvatore Settis un ragionamento universale: dall’Aquila a Chongqing – città della Cina che è passata dai 600.000 abitanti del 1930 ai 32 milioni di oggi – mutamenti frenetici imposti da ragioni produttive e di mercato violano il contesto naturale e lo spazio sociale, mortificano il diritto alla città e la democrazia.

L’iniziativa è promossa da Centro Studi Vitruviani di Fano, Comune di Rimini (Musei Comunali) e Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini.