Con la Meravigliosa visione viene riscoperta la figura e l’opera del frate francescano Pacifico Stivivi (metà sec. XVI-1611), dimenticato alchimista riminese in contatto con i sovrani dell’Europa del tempo, attivo anche nella Praga magica dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo. L’opera, tramandata dai manoscritti delle Biblioteche Gambalunga di Rimini (Sc-Ms. 1152, redazione definitiva ma incompleta) e Saffi di Forlì (Raccolte Piancastelli, Sala O, MSS. I/75), finalmente pubblicata da Mimesis in riproduzione anastatica dal codice riminese, ha un significato che sfugge a un esame condotto secondo schemi culturali ortodossi. Bollato come semplicemente “curioso e bizzarro” o giudicato quale “notevole esempio di letteratura profetico-visionaria”, il testo, “importantissimo documento del più puro manierismo fiorentino”, tratta dei segreti del creato, dalla Genesi sino al momento del Giudizio universale, rivelati da un angelo al padre dell’autore e al lettore per un percorso scandito da immagini di superba fattura. L’opera, tuttavia, è più di una cosmogonia o di un commento biblico e, quando letta con la giusta chiave, può rivelare un significato esoterico profondo, tale da porla nel solco della più importante letteratura ermetica del tardo Rinascimento e stimolare l’attenzione anche di quanti ancora oggi si dedicano all’Arte Grande.
Daniele Ruinetti, toscano, riminese d’adozione, ha collaborato sino al 2003 con il Prof. Lamberto Pansolli, titolare dell’insegnamento di Storia del diritto italiano presso l’Università di Urbino. Autore di uno studio su Cesare Beccaria, nel 2000 ha introdotto la figura di Pacifico Stivivi al convegno Giordano Bruno nella cultura del suo tempo, organizzato dall’Università di Urbino e dall’Istituto italiano per gli studi filosofici.Gratianus, ovvero Graziano Mangini, genovese, professore di psicologia. Nel 1986 ha incontrato Paolo Lucarelli, allievo di Canseliet, che lo ha introdotto alla conoscenza della tradizione alchemica occidentale. Del maestro ha curato il riordino e la pubblicazione dei diversi scritti nel volume Scritti alchemici e massonici di un grande alchimista del nostro tempo (2012). È autore di numerosi libri sempre aventi per tema l’alchimia, l’ultimo dei quali, apparso per i tipi di Mimesis, è La Grande Opera Alchemica (2015).
Chiara Crisciani insegna storia del pensiero scientifico antico e medievale all’Università di Pavia. La sua ricerca verte sul pensiero filosofico e scientifico del secondo medioevo, con particolare attenzione per gli sviluppi della medicina scolastica e forti interessi per i testi e le dottrine dell’alchimia latina, nonché per gli intrecci tra alchimia e medicina tra Medioevo e prima Età moderna. Su questi temi ha pubblicato numerosi libri e saggi (molti dei quali sono consultabili sul sito di ‘Academia edu’).
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