Rimini, L’Arte rapita il 5 gennaio 2016 nel Museo della Città

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la muta di raffaelloConversazione con Vittorio Sgarbi e Mino Devanna, introduce Massimo Pulini; incontro dedicato a Maurizio Balena

RIMINI – Sono passati quarant’anni da un episodio criminale che fece scalpore e che ebbe una eco considerevole nella stampa internazionale, che per un anno fece parlare e discutere il mondo della cultura, ma che ora in pochi ricordano.

Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 1975, vennero trafugati, da una sala del Palazzo Ducale di Urbino, la Muta di Raffaello, la Flagellazione e la Madonna di Senigallia di Piero Della Francesca, vale a dire tre dipinti cruciali della storia dell’arte universale. Per poco più di un anno, questi capisaldi del primo Rinascimento italiano, furono nelle mani di balordi che nulla sapevano della loro importanza e se non fosse stato per la prontezza di spirito e la tenacia di un, allora giovane, antiquario riminese forse quei capolavori non esisterebbero più.

All’indomani di un altro clamoroso trafugamento di ben 17 importanti opere d’arte a Verona, il 5 gennaio prossimo nella Sala del Giudizio del Museo della Città ne parleranno Vittorio Sgarbi e Mino Devanna, entrambi legati da una profonda amicizia a Maurizio Balena, l’antiquario riminese scomparso lo scorso anno.

Maurizio Balena fu infatti protagonista coraggioso di quel rocambolesco recupero, del quale per decenni sono stati tenuti segreti i particolari. Restano inconfessabili le trattative instaurate coi malviventi e le dinamiche che portarono al ritrovamento dei tre dipinti in Svizzera.

A lui è dedicato l’incontro che, introdotto da Massimo Pulini che qualche anno fa ricostruì la vicenda di Urbino in un libro, prende il nome di “L’arte rapita”.