Rimini: “La lingua dell’odio e del mito del superuomo”

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Con oltre 220 studenti nella sala del Giudizio, inizia un altro anno formativo previsto dall’Attività di Educazione alla Memoria del Comune di Rimini

RIMINI – “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà verità.” E’ proprio con la frase che molti fonti attribuiscano a Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda del regime nazista, che ieri pomeriggio è iniziato l’anno formativo previsto dall’Attività di Educazione alla Memoria. Si tratta in realtà, come precisa una nota nella dispensa preparata da Laura Fontana, di una frase in uso nel linguaggio politico europeo da molto prima del nazismo, ma che si adatta in maniera coerente anche con quello che accade oggi, proprio fra i giovani che, in maniera consapevole o meno, spesso minimizzano parole che invece hanno un peso enorme. Il percorso formativo sulla memoria, proposto dal Comune di Rimini, anche quest’anno ha riempito la sala del Giudizio del Museo della Città con oltre 220 studenti, provenienti dalle 12 scuole superiori presenti nel Comune di Rimini, che frequentano la classe quarta.

L’Attività di Educazione alla Memoria, che per l’anno scolastico 2019-2020 ha come titolo “La lingua dell’odio e del mito del superuomo. Pratiche e linguaggi di violenza totalitaria nella Germania nazista e nell’Italia fascista”, si propone di approfondire le pratiche di costruzione e diffusione di una cultura segnata dall’odio, dal disprezzo, dal mito della superiorità e della razza durante il nazionalsocialismo e il fascismo italiano. Il percorso di studio che si articoli in 5 incontri, più un’attività individuale intende coinvolgere gli studenti su come vengono manipolate, ma soprattutto ricreate, le lingue affinché siano sostanza e non solo forma del messaggio ideologico del regime, cercando di capire quali sono gli effetti e le conseguenze che hanno prodotto il razzismo e l’antisemitismo in Germania e in Italia, nel periodo storico preso come riferimento.

“Una lingua non è solo un vocabolario scelto o censurato – spiega Laura Fontana nella dispensa distribuita agli studenti – una sintassi privilegiata, un tono o un registro predominante nei discorsi politici e nella comunicazione pubblica. La lingua agisce razionalmente e irrazionalmente sulle menti alle quali è diretta, produce effetti e influenza i comportamenti delle persone anche quando utilizza supporti comunicativi particolarmente rilevanti nel Novecento, come ad esempio il cinema, strumento di cui sia il nazismo che il fascismo seppero fare un uso strategicamente importante.”

Gli incontri hanno avuto inizio ieri pomeriggio con una lezione del Prof. Riccardo Brizzi, docente di Storia Contemporanea Università di Bologna, dal titolo “Il Fascismo: Propaganda e costruzione del consenso”, una lezione svoltasi presso la Sala del Giudizio del Museo della Città, a cui farà seguito il seguente programma:

Martedì 26 novembre, “L’odio contro gli ebrei: dal pregiudizio all’antisemitismo” – Francesca Panozzo, Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della Provincia di Rimini
Giovedì 20 febbraio, “Insegnare il razzismo: la scuola fascista nella stagione del razzismo e dell’antisemitismo” – Gianluca Gabrielli, Università di Macerata
Giovedì 27 febbraio, “Pericolose ambivalenze. Viaggio attraverso la rappresentazioni dell’odio nell’arte cinematografica” – Fabrizio Leone, CVM, docente di storia e filosofia, coordina Lidia Gualtiero
Martedì 10 marzo, “La lingua nazista: dalla lingua del terzo reich alla lingua dei lager” – Laura Fontana, Attività Educazione alla Memoria Rimini

Al termine del seminario, un gruppo rappresentativo di studenti e studentesse appartenenti a tutti gli Istituti scolastici coinvolti prenderà parte ad un viaggio studio che si effettuerà in ottobre 2020.

Si tratta di un’esperienza molto significativa, come quella appena conclusa fatta dagli studenti dell’anno precedente che, attraverso il progetto memoria del Comune di Rimini sono andati in Polonia per visitare il ghetto ebraico di Varsavia e il campo di concentramento e stermino di Lublino Majdanek. Anche in quest’occasione i ragazzi, che hanno partecipato a tutte le attività previste dal viaggio svoltosi dall’8 al 12 ottobre scorso, sono stati stimolati ad una profonda riflessione sull’importanza dello studio della shoah e sul linguaggio di odio a cui anche loro assistono e che subiscono sui social network. Proprio su questi nuovi canali di comunicazione si è svolta parte della loro testimonianza, raccolta sotto l’hashtag “#viaggiomemoriaRN2019”: nel periodo del viaggio la pagina Facebook del progetto memoria ha coinvolto un totale di oltre 2400 utenti, producendo quasi 40 mila visualizzazioni. Un coinvolgimento contagioso che si è allargato anche su Twitter e Instagram che è il canale più vicino ai ragazzi, dove si sono concentrati, anche qui, decine di post e migliaia di visualizzazioni. Tante le video testimonianze che a breve saranno pubblicate sul sito della memoria.