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Rimini, inaugurato il nuovo complesso di edilizia pubblica in località Tombanuova

58 nuovi appartamenti e spazi comuni per attività sociali

RIMINI – Con l’inaugurazione, avvenuta ieri mattina, dei 58 nuovi alloggi di edilizia residenziale sociale (ers) in località Tombanuova, si conclude nel migliore dei modi un percorso che negli ultimi anni ha portato alla realizzazione di 337 nuovi appartamenti nelle strutture di via Toni, Viserba, Viserbella, Torre Pedrera, Orsoleto, Gaiofana e, appunto, Tombanuova per un investimento complessivo di 32 milioni di euro (di cui più di 21 direttamente dal Comune di Rimini).

Un corposo programma di interventi sul tema delle politiche abitative avviato anche grazie al progetto regionale “Ventimila alloggi in affitto”, realizzato in sinergia tra Comune di Rimini e ACER. Al taglio del nastro erano presenti Andrea Gnassi e Gloria Lisi, rispettivamente Sindaco e Vicesindaco con delega alle politiche abitative del Comune di Rimini, i vertici di Acer con il Presidente Cesare Mangianti e il Vescovo Francesco Lambiasi, che ha benedetto e accolto con entusiasmo la nuova struttura abitativa.

Per quanto riguarda nello specifico il nuovo complesso di Tombanuova si tratta, nello specifico, di 58 nuovi alloggi di edilizia residenziale sociale (Erp) situati in via Fausto Coppi, realizzati su una superficie utile di 5.147 metri quadrati e con un investimento complessivo di 6.250.676 euro (di cui €. 4.125.759,37 finanziati dal Comune di Rimini). Dei 58 alloggi, 6 sono privi di barriere architettoniche e predisposti per residenti con disabilità; altri 6 sono predisposti per residenti anziani (a norma, in entrambi i casi, con la relativa legislazione della Regione Emilia-Romagna); 40 i minori che saranno ospitati nelle nuove abitazioni.

Notevole il risparmio da parte dei nuovi assegnatari che pagheranno affitti più bassi, in media del 40%, rispetto precedenti a libero mercato. Il costo medio di ogni alloggio è stato di 85.578 euro, il canone medio di locazione mensile sarà di poco meno di 300 euro. A corredo dell’insediamento, al fine di incentivare la socializzazione dei residenti, è stata realizzata una sala comune per assemblee, momenti ludici e di confronto.

Note tecniche:

Disposti su tre vani scala, gli appartamenti hanno dimensioni variabili tra i 48 e i 92 metri quadrati, in modo da andare incontro nella maniera più ottimale possibile, alle caratteristiche delle famiglie in graduatoria nelle liste d’attesa. Dal punto di vista tecnico, a posta attenzione agli aspetti termico – ambientali della costruzione. La struttura portante dell’edificio è in cemento armato, mentre i tamponamenti sono realizzati in laterizio intonacato con cappotto termico a garanzia di maggiori prestazioni energetiche. La copertura a falde è realizzata anch’essa con struttura in cemento armato. Per migliorare le prestazioni energetiche e l’isolamento termico, tutti i solai a contatto con l’esterno (portico, garage, tetto) sono dotati di isolamento termico. I serramenti esterni sono in pvc altamente performanti; l’impianto di riscaldamento a radiatori è alimentato da una centrale termica a gas metano di rete ed impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria. Tutti gli appartamenti sono predisposti per l’impianto dell’aria condizionata.

“Con l’inaugurazione di oggi – è il commento del Sindaco Andrea Gnassi e di Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alle politiche abitative del Comune di Rimini – terminiamo un programma di investimenti corposo che ha prodotto negli ultimi anni sette nuovi complessi abitativi, ridisegnando l’assetto della nostra città in chiave sociale, comunitaria e solidaristica. Quando diciamo che le politiche abitative sono una delle nostre priorità facciamo riferimento ad azioni concrete come quella di oggi e a numeri che testimoniano un impegno importante che ha portato in questi anni a 532 nuove assegnazioni, tra calmierato ed edilizia residenziale pubblica. Il canone calmierato rappresenta un ’opportunità per coprire quei bisogni che non sono tipici del’’edilizia popolare, ma che coinvolgono le famiglie comuni, persone che hanno un lavoro, ma che non riescono a sostenere un affitto a libero mercato.

Ora l’obiettivo è sia quello di favorire il turnover abitativo, anche grazie alle auspicate modifiche dei regolamenti regionali sui parametri economici di accesso e permanenza nell’edilizia pubblica, sia quello dell’individuazione di beni pubblici inutilizzati da mettere al servizio di interventi di tipo sociale e abitativo”.

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Redazione

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