Parte da Cibus, fra luna, stelle, certificazioni e testimonial, la nuova strategia per diffondere la Piadina Romagnola Igp nel Nord Italia e Oltralpe. Per l’Igp oltre 40.000 tonnellate e in costante aumento, con un giro d’affari annuo di circa 70 milioni di euro
PARMA – Una piadina-luna in un cielo pieno di stelle e un claim che recita: ‘Quando è di un altro pianeta si firma Igp’. Forte di questa nuova immagine che in questi giorni ne accompagna il lancio di comunicazione in Italia e in Germania e della recentissima pronuncia del Tribunale europeo che ribadisce il legame della Piadina con la sua terra di origine, vietandone la produzione al di fuori dei confini della Romagna, la Piadina Romagnola Igp ha fatto il suo debutto al Cibus di Parma, la più grande vetrina internazionale dell’agroalimentare italiano, grazie al Consorzio di Promozione e Tutela che ha sede a Rimini e associa 16 aziende di cui ben 9 provenienti proprio dalla provincia di Rimini.
L’esordio a Cibus corona un mese di maggio denso di attività in Italia e all’estero per la Piadina Romagnola Igp, con particolare riferimento al Nord Italia e alla Germania. Mercati questi ultimi considerati particolarmente interessanti per la diffusione della Piadina Romagnola Igp. A Parma, Milano e Francoforte, in particolare, affissioni, pannelli sugli autobus e mega banner luminosi in metropolitana e aeroporto, raccontano la Piadina Romagnola Igp a residenti e turisti puntando sulla certificazione di qualità, il gusto inimitabile e il legame territoriale con la Romagna.
La Piadina Romagnola IGP
Ma cos’è la Piadina Romagnola Igp, dove e come si produce e cosa la distingue da altri tipi di piade o focacce realizzati in altre regioni italiane? Innanzitutto il legame con la sua terra di origine, la Romagna. Un legame già sancito nel novembre 2014 con l’ottenimento dell’Igp, l’indicazione geografica protetta, che ne certifica il disciplinare e ne delimita il territorio di produzione alla Romagna storica, dai confini con le Marche al fiume Sillaro, amministrativamente già in provincia di Bologna, per un totale di 87 comuni. Un legame ribadito proprio in questi giorni dai giudici europei con una sentenza ad hoc, che motiva l’appartenenza della Piadina alla Romagna in ragione di ‘fattori umani, culturali e sociali’ che la legano indissolubilmente al suo territorio di origine.
Il Disciplinare dell’ IGP
Per quanto riguarda la sua produzione sono quattro gli ingredienti base della Piadina riconosciuti nel Disciplinare di tutela dell’Igp: Farina di grano tenero; Acqua (quanto basta per ottenere un impasto omogeneo); Sale (pari o inferiore a 25 grammi); Grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi).
Dopo l’impasto e la porzionatura in pani o palline, il passo successivo è la laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. Infine, la cottura su un piano a una temperatura che varia da 200 a 250°C per un massimo di 4 minuti. Il Disciplinare presenta la piadina al consumo in due tipologie: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla Riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm).
La Piadina Romagnola IGP in cifre
A settembre 2017 in Italia una piadina su tre era già IGP, dunque certificata. E la percentuale è in costante crescita. In Italia complessivamente sono state prodotte 45 mila tonnellate di Piadina (settembre 2016/settembre 2017), con un incremento del +7.1% rispetto all’anno precedente. Produzione e distribuzione è così suddivisa: 37mila tonnellate per la Gdo, 4000 nella ristorazione, 4000 nei chioschi diffusi praticamente solo in Romagna. Di queste, 13.500 tonnellate sono IGP. Il valore alla produzione della Piadina in generale (Igp e non) è di 70 milioni di euro nella Grande distribuzione, 7 milioni di euro nella ristorazione, non rilevato il dato dei chioschi.
Sul fronte della produzione la Piadina IGP ha oltrepassato quota 40mila tonnellate (dal 2013 anno di protezione transitoria a settembre 2017). Un dato che rende l’idea della crescita esponenziale della Piadina IGP: nel 2014 era 6.768 tonnellate, nel 2016 era 12.100 tonnellate, nel 2017, 13.500.
Una curiosità infine nella vendita della piadina nel canale Gdo: 14mila tonnellate sono nella Grande distribuzione classica, 9.400 tonn. nei Discount, 8.800 tonn. negli Iper, 4.800 tonn. al dettaglio.
Partecipazione a Cibus
Al Cibus, dal 7 al 10 maggio, Piadina e Romagna hanno trovato casa al Padiglione n. 3 (stand numero E73) trasferendo a Parma il meglio della propria tradizione. A far quadrato insieme alla Piadina c’erano le mariette Artusiane, le azdore custodi della più vera tradizione culturale della gastronomia romagnola rappresentata da quel Pellegrino Artusi da Forlimpopoli, padre della cucina Italiana e a cui è dedicato l’anno del Cibo Italiano che si festeggia il 4 agosto in tutta la penisola con la notte bianca del cibo; lo chef pluristellato Michelin, Alberto Faccani di Cesenatico che ha presentato due ricette inedite a base di piadina romagnola Igp, una con la Piadina ‘grossa’ dell’entroterra, l’altra con l’impasto sottile e di maggior diametro, ‘alla Riminese’, entrambe ammesse e regolate dal disciplinare dell’Igp. E, per il gran finale la musica stellare di Mirko Casadei, un simbolo e una famiglia che ha fatto ballare intere generazioni e, proprio come la piadina ha reso la Romagna famosa nel mondo. Insieme a loro il presidente del Consorzio Alfio Biagini e il suo staff. E a condividerne il successo anche l’Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Simona Caselli che da sempre ha spinto per il riconoscimento dell’Igp della Piadina, entrata così nel cerchio delle 44 eccellenze certificate che fanno dell’Emilia Romagna la regione al mondo a più alta densità di prodotti Dop e Igp.
Il BtoB
Numerosi gli appuntamenti in fiera con i buyer italiani e stranieri che vedono le grandi potenzialità di consumo della piadina un tempo pane povero, oggi ambasciatrice della Romagna nel mondo. Potenzialità sottolineate anche dal web che ha visto nel 2016 la Piadina Romagnola il prodotto gastronomico più cliccato in rete, con buona pace di tutte le altre nobili leccornie che fioriscono in ogni angolo del Belpaese. Un successo quello della Piadina anche fuori dai confini della Romagna, aiutato dalla certificazione Igp che ne tutela provenienza e qualità e dal comodo packaging che ne permette la conservazione in frigorifero come prodotto fresco.
Da Parma la Piadina Romagnola Igp vola a Francoforte dove il 15 maggio, incontrerà i buyer tedeschi allestendo per loro ancora un angolo di Romagna, direttamente ‘In cantina’ il ristorante gestito dell’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna aperto con successo già da qualche anno nella città tedesca, dove Albana, Sangiovese Trebbiano e Pagadebit, ma anche Lambrusco e Pignoletto, accompagneranno generosamente la Piadina Romagnola Igp in un abbraccio fra Romagna ed Emilia nel nome del buon vivere.
La fotografia del Consorzio
Costituitosi nel 2011, gli iscritti al Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola sono 16, per un totale di 494 dipendenti e un fatturato di 72 milioni di euro (il dato include anche altre attività delle aziende).
Questi i soci del Consorzio: Adp (Riccione), Adria Piadine (San Giovanni in Marignano), Alimenta Produzioni (Riccione), Artigianpiada (Cerasolo), Bac (Cesenatico), Deco (Bagnacavallo), Gastone (Ravenna), Gitoma (Bagnacavallo), Global Food (Misano), Negroni Umberto (Castel Guelfo), Pagliacci Marilena (Cervia), Piada d’Oro di Benzi Maurizio (Saludecio), Riccione Piadina (Riccione), Ristorante Sangiovesa (Santarcangelo), Riviera Piada (Rimini), Vivaldi 77 la piada di Simo (Forlì).