RIMINI – È stata una delle grandi attrici del cinema italiano. Una diva degli anni Quaranta, quintessenza del divismo autarchico, la prima che mostrò (per meno di un secondo) un seno nudo nel 1941, trasformata da Visconti che la scelse come protagonista di Ossessione, il film-manifesto del Neorealismo, ha saputo seguire le evoluzioni del cinema senza perdere di autenticità fino all’ultima pellicola, con Dario Argento.
Nacque a Prato il 7 settembre 1915, ma morì a Rimini, il 21 settembre 1998.
A partire da mercoledì 7 settembre il Comune di Rimini ha deciso di ricordarla con un programma di iniziative dal titolo “A Clara Calamai”.
Il 7 settembre, suo giorno di nascita, l’attrice sarà celebrata con una cerimonia alle ore 11.30 presso il cimitero monumentale di Rimini dove Clara Calamai è sepolta; qui verrà svelata una stele in suo ricordo, posta alle spalle del monumento funebre di Federico Fellini. Lo stesso giorno, alle ore 17.00, presso la Galleria dell’Immagine della Biblioteca Gambalunga verrà inaugurata la mostra fotografica “Zia Clara”, curata dall’architetto riminese Marino Bonizzato, nipote della grande attrice, nella quale si potrà vedere una selezione di foto private della Calamai. La mostra rimarrà aperta fino al 28 settembre, dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalla 16.00 alle 18.00 mentre al sabato dalla 9.00 alle 12.00.
La settimana successiva, presso la sala della Cineteca Comunale, sarà organizzata una rassegna di tre film: L’avventuriera del piano di sopra di Raffello Matarazzo (mercoledì 14 settembre), Ossessione di Luchino Visconti (mercoledì 21 settembre) e infine Profondo rosso di Dario Argento (mercoledì 28 settembre).
CLARA CALAMAI
Nata a Prato il 7 settembre 1915 e morta a Rimini il 21 settembre 1998, Clara Calamai è stata una delle ultime dive del cinema italiano. Nel decennio 1938-1947 (in cui si concentra la maggior parte della sua filmografia) fu prima femme fatale, come nei film di Alessandro Blasetti, e poi donna fragile e inquieta a partire da Ossessione (1943) di Luchino Visconti, che rappresentò il culmine della sua carriera. Nel 1938 ebbe il primo ruolo importante in Ettore Fieramosca di Blasetti. Il successo di questo film fece sì che la Calamai sostituisse agli occhi del pubblico attrici statunitensi come Merle Oberon o Dorothy Lamour impersonando la parte della vamp. La sua popolarità raggiunse il culmine nel triennio 1940-1942, quando interpretò una ventina di film, spesso in costume, il più celebre dei quali fu La cena delle beffe (1942) di Blasetti. Un radicale cambiamento della sua immagine cinematografica si ebbe quando Visconti la scelse come protagonista di Ossessione, il film-manifesto del Neorealismo. Successivamente interpretò altri ruoli importanti come quello di un’operaia in Due lettere anonime (1945) di Mario Camerini, o di una contadina in Adultera (1946) di Duilio Coletti, che le valse il Nastro d’argento come migliore attrice. Significative furono le apparizioni nei film Le notti bianche (1957) di Visconti, e Profondo rosso (1975) di Dario Argento.
“Zia Clara”, mostra alla Galleria dell’Immagine
La mostra, riguarda l’immagine privata dell’attrice. In particolare, oltre ad alcuni suoi mobili, abiti e “foto di famiglia”, sono esposte immagini di quadri e oggetti “non a caso” da lei scelti per arredare la propria casa romana.
In mostra anche un plastico della stele, realizzata dai nipoti. Accompagna la mostra un’intervista, articolata in tre parti, a firma del giovane giornalista Alessandro Iannacci di Bologna. La mostra è a cura di Marino Bonizzato.
Periodo di svolgimento:
da mercoledì 7 a mercoledì 28 settembre 2022
Orario:
dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18
sabato dalle 9 alle 12
chiuso domenica
Ingresso:
libero
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