Bologna

Il ricordo di Irma Bandiera alla Camera dei Deputati. L’intervento del Sindaco Virginio Merola

BOLOGNA – Il Sindaco Virginio Merola ha partecipato questa mattina a Roma a “Montecitorio a porte aperte”, l’iniziativa mensile con cui la Presidente della Camera Laura Boldrini apre il palazzo ai cittadini.

La mattinata è stata dedicata a Irma Bandiera, la partigiana bolognese torturata e uccisa dai fascisti, medaglia d’oro al valor militare.

Al ricordo di Irma Bandiera ha partecipato la Presidente Boldrini e l’attrice Piera Degli Esposti che ha letto brani da “Ribelli” di Pino Cacucci, da “Donne della Resistenza” di Renata Viganò e da “Soltanto una vita” di Laura Lombardo Radice.

Lo scrittore Cacucci ha moderato gli interventi che, oltre al quello del Sindaco, sono stati della presidente dell’Anpi di Bologna Anna Cocchi e della nipote di Irma, signora Lia Marchesini.

Di seguito l’intervento del Sindaco Virginio Merola:

” ‘La partigiana Mimma io non la conoscevo, io conoscevo soltanto la signorina Mimma, e conoscevo la sorella, i suoi genitori, sapevo dove abitava, perché era del mio stesso rione. Ed era logico che io non sapessi nulla della sua attività clandestina; in quel periodo si avevano contatti con poche persone ed erano sempre troppe. Una staffetta, come era Mimma, doveva tenere i collegamenti, combinare gli appuntamenti, essere fuori a tutte le ore, accorrere dove c’era pericolo per i gappisti, portare armi e anche combattere’. Novella Corazza, partigiana bolognese, ricorda così Irma Bandiera in una testimonianza rilasciata nel 1969 a Luciano Bergonzini.

E ancora, Novella Corazza racconta a Bergonzini il giudizio che di Irma aveva dato Cestino, ovvero Alceste Giovannini il comandante politico della settima Gap: ‘Tu non sai che brava ragazza è diventata; non è più la signorina sofisticata che ci sembrava così graziosa, ben curata ed abituata ad una vita facile e agiata. Ora è diventata una donna politicamente preparata e cosciente e con lei lavorare è un piacere; sempre serena e sorridente sa affrontare situazioni pericolose con una temerarietà inverosimile’.

Voglio partire da qui, da queste poche parole di una compagna di Irma Bandiera perché vorrei che, in questa mattinata per cui ringrazio la Presidente della Camera Laura Boldrini, avessimo chiaro un punto fermo. Le partigiane, i partigiani, sono stati donne e uomini normali che hanno affrontato un periodo eccezionale. Lo hanno fatto con le forze che avevano a disposizione, con preparazioni umane e culturali diverse l’uno dall’altra, con la necessaria paura che si è trasformata nel coraggio di costruire le basi di una nazione migliore. Ma è bene tenere a mente questo: erano persone normali. Persone che come tutti avevano debolezze e fragilità e tratti personali del carattere. Lo voglio dire e sottolineare soprattutto ai giovani che ci ascoltano, a tutti quelli che impareranno cos’è stata la lotta partigiana. Se la guardiano da questo punto di vista l’eroismo di queste madri e padri della nostra Repubblica appare ancora più cristallino.

Questa Resistenza, fatta di persone normali, che scelsero di stare da una parte precisa della Storia, può darci degli elementi utili anche in questo nostro presente così confuso e annebbiato nei valori e nella scala di priorità.

Così è accaduto che una ragazza di buona famiglia, che se non ci fosse stata la guerra forse avrebbe fatto tutt’altra vita, abbia deciso di aderire alla Resistenza. Un’altra partigiana bolognese, Norma Bettini, disse: “Il mio reclutamento nelle fila partigiane fu facilitato dal fatto che sentivo la necessità che la guerra finisse, e al più presto, in Italia e nel mondo”. Norma Bettini fece parte della brigata Irma Bandiera perché a Mimma, dopo la sua atroce fine fu subito dedicata una brigata partigiana.

La Resistenza fu anche questo: la possibilità di migliaia di donne e uomini di autogovernarsi, di autodeterminarsi, scegliendo liberamente cosa fare del proprio destino e mettere le proprie capacità, e la propria vita, al servizio di una causa giusta, della costruzione di un futuro diverso e sicuramente migliore dei vent’anni precedenti. Oggi sappiamo che tra donne e uomini c’è un’idea diversa di potere, sappiamo che c’è un potere come dominio e costrizione di cui il ventennio fascistizzazione è stato l’apogeo. Ma sappiamo che esiste anche un potere come capacità di fare, di essere liberi in modo autentico, con responsabilità. Questa cultura maschilista ci insegue ancora oggi è, mi permetta la Presidente della Camera, fa parte del declino di questa nostra Repubblica cui dobbiamo tutti insieme reagire.

Questo aspetto, quello dell’autodeterminazione, aveva sicuramente delle connotazioni diverse per le donne che scelsero di aderire alla lotta partigiana.

Ho provato più volte a fare questo esperimento nella mia testa: cosa ci avrebbe detto Irma Bandiera della sua scelta? Cosa ci avrebbe raccontato della sua vita, della sua militanza, delle sue speranze? Chi sarebbe diventata Irma Bandiera, una volta finita la Resistenza?

Chissà cosa avrebbe provato a vedere le difficoltà e le ritrosie a riconoscere il ruolo delle donne anche da parte degli stessi compagni con cui aveva combattuto, e che non ha tradito a spese della propria vita… La Resistenza delle donne, quella Resistenza taciuta per la cui conoscenza proprio la nostra Presidente della Camera ha tanto lavorato in questi anni a Montecitorio è un’altra faccia della medaglia di un tempo che è stato sicuramente eroico ma, una volta tornati alla normalità, non ha saputo restituire appieno quel senso di eccezionalità anche in un riconoscimento paritario del ruolo di donne e uomini. Anche questo è bene ricordarlo ed è per questo che questa mattina siamo qui a ricordare Irma Bandiera, una madre della Repubblica.

A Bologna, come più volte è stato detto, abbiamo il Monumento alle donne partigiane. Recentemente si è voluto dare un altro contributo alla memoria, attraverso un linguaggio artistico del presente è stato realizzato un murale dedicato a Irma sulla facciata di una scuola elementare del quartiere dove lei ha vissuto. L’hanno voluto un’associazione di donne, Cheap, che di arte urbana ha fatto la propria ragione di ricerca e un giovane collettivo di artisti milanesi, Orticanoodles, che l’hanno materialmente realizzato. Il suo volto sorride dal 25 aprile scorso in questa parte di città ed è un volto familiare, assieme alla sua storia, per tutti i bambini di quella scuola e non solo. Questo murale, questo modo di fare memoria, l’abbiamo realizzato con un patto di collaborazione. E’ la via che abbiamo trovato a Bologna per rafforzare la collaborazione tra i cittadini e il Comune con l’obiettivo di migliorare la città è la convivenza civile. E’ il nostro modo, ma diversi altri comuni ci hanno seguito in questi anni, per applicare l’ultimo coma dell’articolo 118 della Costituzione: Stato, Regioni, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonomia iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.

E vedete che torniamo sempre ad un punto: la nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e a questa profondamente ancorata. E’ stata la scelta delle donne e degli uomini come Irma Bandiera, che hanno deciso sul proprio destino, ad aprire il varco che ha portato alla nostra carta costituzionale. Donne e uomini che non hanno più avvertito lo Stato come qualcosa sopra di loro ma che hanno contribuito all’utopia democratica di rifondarlo dal basso. Come poi questo si sia realizzato nella nostra Repubblica è materia degli storici ma vorrei ricordare in particolare questo partendo dalla storia di Irma: si tratta di persone che fecero una scelta che migliorò loro e anche questo paese. Se vogliamo, come dobbiamo, onorarne la memoria, dobbiamo impegnarci in questo nostro presente a combattere per i loro stessi ideali”.

A questo link la registrazione del ricordo di Irma Bandiera.
http://webtv.camera.it/evento/1195

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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