CESENA – Dopo il San Francesco del Guercino, sono tornati a casa anche i manufatti metallici e ceramici che nel corso di questi mesi, a partire da fine dicembre, sono stati interessati da un accurato intervento di restauro conservativo a cura delle ditte Laboratorio di restauro Florence Caillaud di Bologna (in relazione alle ceramiche) e Kriterion (in riferimento ai reperti metallici). Tra i manufatti archeologici troviamo i reperti provenienti dallo scavo del colle Garampo del 2006/2007; la lucerna ritrovata nella zona dell’ex Zuccherificio; la moneta in bronzo sempre proveniente dalle tombe romane ritrovate nella stessa area; ceramiche attiche in vernice nera provenienti da Pievesestina; piatti in maiolica policroma su fondo bianco riemersi nell’area di palazzo Ghini e dolii (grandi contenitori) in frammenti della prima età del ferro provenienti dal recente scavo in area Montefiore.
“La stretta collaborazione esistente tra il Comune di Cesena, la Soprintendenza di Ravenna e il Gruppo archeologico – commenta l’Assessore alla Cultura Carlo Verona – ci consente di portare avanti un’opera conservativa importante avviata nell’ambito del progetto di riallestimento del Museo Civico Archeologico. A fine 2021 alcuni di questi reperti sono stati presi in carico dalle due ditte a cui sono stati assegnati i lavori, che ringrazio per il minuzioso lavoro eseguito, e oggi sono stati riconsegnati a Cesena. Valorizzare e promuovere il nostro patrimonio artistico – prosegue l’Assessore – significa approfondire e difendere la nostra storia. Questi manufatti, che al momento saranno in parte custoditi nel deposito archeologico del San Domenico, sono stati ritrovati in diverse aree della nostra città, dal centro storico alla Via Dismano e alla zona Montefiore, in occasione dello scavo della Caserma dei Carabinieri, e ricoprono un arco temporale che si estende dall’antichità al Rinascimento”.
L’intervento di restauro delle ceramiche consiste in un lavoro importante di consolidamento della materia, pulitura, messa in colore delle integrazioni e di realizzazione dei supporti. Tutti i progetti di restauro sono stati approvati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, con cui è in corso una proficua collaborazione.
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