FORLÌ – In occasione degli ottanta anni del Bar Roma, il Sindaco di Forlì Davide Drei ha omaggiato la Signora Biancarosa Ciani, titolare dello storico Caffé, con la consegna di una targa di riconoscimento e un omaggio artistico. Le origini del locale risalgono al 1939 quando i genitori della signora Ciani, Mario e Dina, aprirono l’attività nel cuore della città, proprio a fianco al monumentale Palazzo delle Poste da poco costruito. Oltre che conosciuto quale punto di ritrovo e per l’attività di esercizio pubblico fra colazioni, spuntini e caffé, il Bar Roma ha acquisito i galloni di vero e proprio testimone del tempo perché l’edificio che lo ospita porta ancora oggi i segni del terribile bombardamento avvenuto il 25 agosto 1944. Proprio in quella drammatica circostanza perse la vita una delle figlie della famiglia Ciani che morì a soli 10 anni mentre, insieme alla mamma, cercava di raggiungere il rifugio nel campanile di San Mercuriale. Terminato il conflitto, il locale riprese le attività e dal 1977 è gestito da Biancarosa che continua a lavorare con grande passione. In ottant’anni il Caffè ha visto scorrere, davanti ai propri tavoli e alla vetrina gran parte degli eventi che hanno caratterizzato la storia di Forlì, dalle visite dei Presidenti della Repubblica a quella di Papa Giovanni Paolo II, dalle grandi manifestazioni ospitate in piazza (inaugurazioni, concerti, raduni, eventi sportivi, comizi) fino al passaggio inaspettato di personaggi dello spettacolo e della musica. E poi soprattutto tanti, tantissimi forlivesi e ospiti giunti nel “Cittadone” per i mercati ambulanti e, più di recente, attirate dalle attività culturali. A nome dell’intera comunità forlivese, il Sindaco Drei ha voluto rivolgere un’espressione di gratitudine e di affetto alla signora Biancarosa per la dedizione professionale e l’attaccamento alla città, ringraziandola per il servizio offerto da lei e dai suoi genitori in questi 80 anni.
Scheda storica
Il bar fu aperto nel 1939 da Mario e Dina Ciani, genitori dell’attuale titolare. Prima di aprire questa attività, Mario era gestore del Circolo “Clubino”, mentre Dina faceva la commessa in una pasticceria. Durante gli anni della seconda guerra mondiale, l’attività venne chiusa e fu riaperta dopo la fine del conflitto. Dopo la morte del signor Mario, avvenuta prematuramente, la gestione continuò ad essere portata avanti dalla moglie fino alla sua morte nel 1976, poi passò alla figlia Biancarosa che scelse di portare avanti l’attività anziché intraprendere la carriera di professoressa di educazione tecnica per la quale aveva completato gli studi. In un primo tempo, il locale comprendeva anche un salone grande che ospitava il biliardo e tavoli e, al piano superiore, una sala con i biliardi e la televisione. Per un breve periodo il bar lavorò anche come pizzeria. Dopo il ridimensionamento degli spazi, venne rifatto l’arredamento che è ancora quello attuale con alcune modifiche come i cristalli, i frigoriferi, le porte e i colori delle pareti. Una curiosità: negli anni ’70 capitò nel bar un pittore che si offrì di affrescare le pareti del locale; la signora Biancarosa ricorda che fece tutto in un giorno o poco più poi non lo rividero più; nella sala grande, ora adibita a magazzino, è ancora visibile l’unica parete dipinta rimasta.
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