“Ricognizione opere pubbliche: noi ce l’abbiamo fatta, ma ai Comuni è stato lasciato troppo poco tempo”

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comune-cesenaIl Sindaco Lucchi e l’Assessore Miserocchi si rivolgono al Ministro Toninelli, chiedendo anche quali finanziamenti siano destinati dal Ministero alle città

CESENA – Il 1° settembre è il termine indicato dal Ministero delle Infrastrutture agli enti locali per verificare le condizioni delle opere pubbliche di loro competenza e indicare i “principali interventi ritenuti necessari, classificati in ordine di priorità, sulla base di una valutazione di rischio e corredati da una scheda tecnica nella quale siano evidenziati sia gli elementi tecnici che le presumibili provviste economiche necessarie”. Compito fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini e che il Ministero definisce ‘improcrastinabile’, ma sicuramente complesso.

Il guaio è che la comunicazione è arrivata ai Comuni meno di dieci giorni fa, lasciando ben poco tempo per soddisfare la richiesta nei tempi stabiliti in modo adeguato.

Ed è proprio questo che l’Amministrazione comunale di Cesena, per bocca del Sindaco Paolo Lucchi e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Maura Miserocchi, contesta al Ministro Danilo Toninelli, a cui è stata inviata ieri mattina una lettera per evidenziare le difficoltà e dubbi suscitati dall’iniziativa del Ministero.

“Crediamo che anche il Ministro Toninelli – affermano Sindaco e Assessore – converrà nel rilevare la mancanza di rispetto istituzionale che una tale richiesta rappresenta, sia per i tempi che per i modi. I Comuni sono stati chiamati a trasmettere valutazioni di rischio delle proprie infrastrutture, di qualunque tipologia, senza neppure vedersi concedere i ‘canonici’ 30 giorni del procedimento amministrativo. Anzi, a conti fatti, abbiamo avuto a disposizione meno di una settimana lavorativa: nel caso del Comune di Cesena, infatti, la comunicazione è arrivata il 23 agosto tramite la Provincia di Forlì-Cesena, che a sua volta l’aveva ricevuto dal Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per la Lombardia e l’Emilia Romagna, organo decentrato del Ministero delle Infrastrutture”.

“Si badi bene – sottolineano il Sindaco Lucchi e l’Assessore Miserocchi -, non ne facciamo una questione personale, non sarebbe serio. Noi infatti, come Comune di Cesena, sapendo bene che programmare è un imperativo di chi amministra la cosa pubblica in maniera responsabile, e adempiendo a precise disposizioni normative, avevamo già svolto un monitoraggio degli interventi necessari nella nostra città, e quindi eravamo pronti a rispondere. Gli interventi individuati sono 6, già comunicati al Ministero, per un importo totale di 5.450.000 euro. Si tratta della sostituzione delle travi e ristrutturazione del viadotto Kennedy; della ricostruzione del ponte in via Melona sul rio Montaletto; della ricostruzione del ponte di via San Giorgio, sempre sul rio Montaletto; della ricostruzione del ponte di via Mariana sul rio Montaletto; della ricostruzione del ponte di via Calabria sul rio Montaletto; delle opere idrauliche in via Montale”.

“Ora – proseguono Sindaco e Assessore – chiediamo al Ministro di operare con la trasparenza che dovrebbe contraddistinguere questo Governo, e di dimostrare nei fatti la sua autoattribuitasi diversità dalla “vecchia politica”, e ci aspettiamo che ci risponda (possibilmente nei tempi brevi che ha imposto a noi) comunicandoci quando verranno stanziate le risorse necessarie a realizzare questi interventi, andando oltre i semplici annunci”.

“Nella lettera che gli abbiamo inviato – riferiscono gli Amministratori cesenati – abbiamo sottoposto al Senatore Toninelli tre brevi quesiti molto diretti: a cosa servono i dati richiesti? Saranno utilizzati per creare una banca dati utile ad avviare un percorso di finanziamento da parte del Governo? Se sì, con quali tempistiche il Ministro prevede verrà creata una apposita linea di finanziamento, destinata a supportare i Comuni italiani alle prese con gli interventi di emergenza che si renderanno necessari?”

“La modalità, certo, è un po’ inusuale – commentano il Sindaco Lucchi e l’Assessore Misrochi – ma, dopo che il Governo ha deciso di congelare sia i fondi del “bando periferie” (bloccando così in tutta Italia numerosi interventi di riqualificazione urbana), che quelli già destinati alla messa in sicurezza e all’adeguamento sismico degli edifici scolastici, è facile comprendere come il nostro scetticismo abbia ragioni fondate. Non vorremmo insomma che la ricognizione avviata serva a produrre soltanto un ennesimo dossier o, peggio ancora, sia la premessa per un’operazione di scaricabarile all’italiana (pensiamo in particolare a quanto accadrà nei piccoli Comuni che, come il Ministro dovrebbe sapere, dovendo fronteggiare una cronica carenza di risorse e spesso con uffici tecnici composti da poche se non singole unità, difficilmente in 6 giorni potranno preparare l’elenco che chiede, facendo un lavoro di monitoraggio meticoloso sulle loro infrastrutture)”.