A partire dal mese di maggio 2021 il palcoscenico e la platea torneranno ad animarsi con il grande spettacolo dal vivo, naturalmente con l’imperativo categorico della più rigorosa osservazione di tutti i protocolli di Legge per la sicurezza sanitaria.
La ripresa delle attività aperte al pubblico del Teatro Masini interesserà il recupero degli spettacoli annunciati, poi sospesi, nello scorso autunno del progetto APeRTure, con spettacoli di Teatro Comico e Contemporaneo.
Rispetto a quanto inizialmente presentato, alcune piccole variazioni si sono rese inevitabili dal momento che alcuni dei progetti previsti – e rispettive tournée – non sono oggi più disponibili.
Per tali variazioni, il Comune di Faenza e Accademia Perduta/Romagna Teatri hanno lavorato per offrire al pubblico faentino alternative di inalterata qualità e altrettanto accattivanti.
Prima di presentare il programma delle nuove APeRTure, si vuole sottolineare una volta di più che il Masini sarà un Teatro sicuro in quanto saranno applicati tutti i relativi protocolli ministeriali; il personale di sala avrà cura di fare rispettare le norme previste dai Decreti in vigore e il pubblico sarà tutelato nel miglior modo possibile: oltre al distanziamento garantito dai posti contingentati, sarà necessario indossare la mascherina dal momento dell’ingresso, durante lo svolgimento delle rappresentazioni e fino all’uscita dal Teatro.
In considerazione del coprifuoco tutt’ora in vigore, gli spettacoli inizieranno alle ore 20.15, in modo da terminare in orario compatibile con un comodo rientro degli spettatori presso le proprie abitazioni.
Tuttavia, se durante lo svolgimento della rassegna, un prossimo DL dovesse modificare e “allentare” gli orari di coprifuoco, gli spettacoli torneranno a iniziare al consueto orario delle 21.
Recuperi delle APeRTure COMICHE
MAX GIUSTI in Va tutto bene
Se ci sono anni, nella storia recente, in cui non va tutto bene, sono proprio il 2020 e il 2021, anni che ci hanno costretti ad incrementare il significato delle parole “incredibile” e “impossibile”!
Max vuole intrattenere il pubblico alla sua maniera, regalando risate e spensierato buonumore, in cui poterci illudere che vada veramente tutto bene. Lo spettacolo è uno show in cui il comico, accompagnato dai suoi fedelissimi musicisti, si confronta costantemente col pubblico, che pian piano diventa parte integrante della performance, perché, va detto: il pubblico è il vero spettacolo!
LELLA COSTA in La vedova Socrate
Franca Valeri, grande matriarca del teatro italiano, aveva chiesto a Lella Costa di raccogliere il suo testimone e interpretare Santippe, la protagonista della commedia La vedova Socrate, testo da lei scritto nel 2003. Un concentrato di ironia corrosiva e analisi sociale, rivendicazione disincantata e narrazione caustica. Liberamente ispirato a La morte di Socrate dello scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt, il testo è ambientato nella bottega di antiquariato ed oggettistica di Santippe, la moglie del filosofo, tramandata dagli storici come una delle donne più insopportabili dell’antichità.
Nello spettacolo Santippe si sfoga per tutto quello che le hanno fatto passare gli amici di Socrate come Aristofane e Alcibiade, una masnada di buoni a nulla a cominciare da Platone, il principale bersaglio polemico dello spettacolo. Lei non sopporta che abbia usurpato le idee del consorte anche se fu molto fedele nel riportarle. E così lo degrada a un semplice copista e si mette in testa di chiedergli pure i diritti d’autore. Anzi, alla fine pensa di poter scrivere lei un dialogo: protagoniste però sarebbero le donne. Ed è infatti soprattutto alle donne che parla: neanche la vedovanza le toglie il diritto di emanare un giudizio onesto sul comportamento dei mariti, degli uomini in generale e anche di quelle donne che ingannano l’altro sesso.
PAOLO CEVOLI in La sagra famiglia
Genitori e figli. Dramma della nostra epoca. Ma forse questo problema esisteva già al tempo dei cavernicoli. E gli antichi romani, i greci, gli ebrei facevano i compiti ai loro figli?
Paolo Cevoli racconta la sua storia personale di padre e di figlio paragonata con ironia e leggerezza ai grandi classici. Edipo, Ulisse, Achille, Enea e compagnia bella. Fino ad arrivare a Dio in persona con Mosè e il popolo ebraico. E il figliol prodigo, un giovane scavezzacollo che, nonostante tutto, il Padre ha riaccolto a braccia aperte. Per dire cose serie senza prendersi sul serio. Per raccontare la Sagra famiglia. Che, come tutte le Sagre di paese, soprattutto in Romagna, finiscono sempre in ridere.
Recuperi delle APeRTure CONTEMPORANEE
FRANCESCO TESEI in Telepathy
In quanto mentalista, Francesco Tesei ha sempre provato a “leggere il pensiero” delle persone, una capacità spesso descritta con la parola “telepatia”. Con questo nuovo spettacolo, figlio del momento che stiamo vivendo, il mentalista spera di accorciare le distanze tra le persone, tornando a giocare con interazioni fondate sulle parole ma anche sui gesti, azioni, respiri e sorrisi. Per gettare la maschera, vivere emozioni reali e non virtuali, e costruire assieme alla partecipazione attiva del pubblico qualcosa che potremmo definire con un neologismo: “telempatia”. Nessun potere sovrannaturale o paranormale, dunque, ma solo il desiderio e il bisogno di ricominciare a condividere esperienze tipicamente umane, come la meraviglia e lo stupore, in maniera empatica.
DAVIDE ENIA in maggio ‘43
Prodotto da Accademia Perduta e Fondazione Sipario Toscana, maggio ’43 è uno spettacolo che trae linfa da una serie di interviste a persone che subirono i terribili bombardamenti palermitani del maggio 1943, e ne uscirono miracolosamente illese. Dalla loro narrazione e dai frammenti di memoria raccolti principia l’elaborazione drammaturgica, che scompone e intreccia e rielabora queste testimonianze, per poi incastonarle in un’unica storia. Erano tempi cupi, in cui necessario era ingegnarsi per riuscire a sopravvivere. Erano tempi atroci, in cui la morte cadeva inattesa dall’alto o dal basso dei mercati neri, che stritolavano con prezzi schizzati alle stelle. Erano tempi malati e bugiardi, tempi cinici e bari. Assomigliano ad oggi.
ASCANIO CELESTINI in I 20 anni di Radio Clandestina: Roma, le Fosse ardeatine, la Memoria
Il 23 marzo 1944 i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca in via Rasella. Il 24 marzo, per rappresaglia, i nazisti uccidono 335 persone in una cava sulla via Ardeatina, dieci italiani per ogni tedesco morto. Ascanio Celestini porta in scena uno spettacolo che riflette sulla storia e sulla memoria a partire da uno degli episodi più tragici dell’occupazione nazista in Italia.
“Il racconto della lotta partigiana e dell’occupazione di Roma viene spesso riferito in maniera confusa – scrive Celestini -. Soprattutto l’eccidio delle Fosse Ardeatine e l’azione di via Rasella che lo precedette sono parte di una storia raccontata al contrario. Partendo dai materiali pubblicati nel libro di Alessandro Portelli, L’ordine è già stato eseguito, in Radio Clandestina do voce a quella parte orale della storia che ancora racconta quei giorni in maniera viva, diretta e non rovesciata”.
Il libro, dunque lo spettacolo, si fondano su circa 200 interviste a testimoniare che questa non è la storia di quei due/tre giorni, ma qualcosa di vivo e ancora riconoscibile nella memoria di un’intera città: è la storia delle donne che vanno a cercare i loro uomini, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano.
MARCO PAOLINI in Teatro fra parentesi – Le mie storie per questo tempo
Teatro fra parentesi nasce da una necessità: quella di immaginare un ruolo per lo spettacolo dal vivo che sia a tutto campo. Le categorie non bastano più, parole come Arte e Cultura usate in difesa di una forma viva e mutevole suonano rinunciatarie. Circostanze straordinarie esigono sforzi straordinari.
Con queste premesse è nata l’idea di Teatro fra parentesi. Fondato su un canovaccio autobiografico che cuce insieme storie vecchie e nuove, si è arricchito via via con canzoni e musiche. Insieme a Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi, Marco Paolini lo ha plasmato come un concerto dedicato al mestiere, anzi ai mestieri del “fare teatro”. Si racconta di organizzatori, di artisti, di tecnici, di amministratori, di spettatori e di fans… Si narra in modo intimo e personale, condividendo preoccupazioni, speranze e progetti coinvolgenti. Lo spettacolo, senza forzature nei proclami, indica in modo concreto un ruolo possibile per lo spettacolo dal vivo di questi tempi, fondato anche sull’ascoltare e non solo sul trasmettere.
VINCENZO PIRROTTA in Storia di un oblio
Un uomo entra in un supermercato all’interno di un grande centro commerciale di una città francese. Ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte. Questo scarno fatto di cronaca è raccontato da Laurent Mauvignier in un lungo racconto, una sola frase che ricostruisce la mezz’ora in cui è insensatamente raccolta la tragica fine di un uomo. Teso quasi allo spasimo nel resoconto minuzioso di una morte assurda, il flusso di parole raduna impercettibilmente tutti i temi cari a Mauvignier. E torna così il suo sguardo purissimo su un universo di “umili” che la scrittura rigorosissima accoglie senza una briciola di retorica, senza un’ombra di furbizia. Uno spettacolo co-prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri e Società per Attori.
Prevendite di tutti gli spettacoli: da sabato 15 maggio dalle ore 10 alle ore 13.
Dettagli su prevendite e prezzi su www.accademiaperduta.it
Foto: Lella Costa La vedova Socrate
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