L’Emilia-Romagna pronta a partire nella settimana dal 20 al 25 settembre
BOLOGNA – Terza dose per le persone più fragili, l’Emilia-Romagna è pronta: le somministrazioni partiranno nella settimana che va dal 20 al 25 settembre. Questa la disponibilità data dalla Regione al Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, generale Francesco Paolo Figliuolo. A breve arriverà alle Aziende sanitarie la circolare esplicativa dell’assessorato alle Politiche per la salute.
Intanto, un’altra circolare, emessa dal ministero della Salute (e che sarà anch’essa oggetto di comunicazione alle Ausl da parte della Direzione dell’assessorato regionale) fornisce ulteriori chiarimenti nel caso dei vaccini a due dosi, e precisamente come occorra comportarsi per la seconda somministrazione nel caso in cui una persona contragga l’infezione da SARS-CoV-2 dopo che le è stata somministrata la prima.
In base alle indicazioni ministeriali, in caso di infezione da SARS-CoV-2 confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose, il completamento del ciclo vaccinale con una seconda dose va effettuato entro sei mesi (180 giorni) dall’infezione documentata (data del primo test molecolare positivo). Trascorso quest’arco di tempo, il ciclo vaccinale potrà essere comunque completato, il prima possibile, con la sola seconda dose.
Nel caso in cui l’infezione da SARS-CoV-2 sia invece confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, la schedula vaccinale si intende completata: l’infezione stessa, infatti, è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose. Resta inteso che l’eventuale somministrazione di una seconda dose non è comunque controindicata; ciò vale anche per i soggetti guariti, in precedenza non vaccinati, che hanno ricevuto una sola dose di vaccino dopo l’infezione da SARS-CoV-2.
Nella circolare viene ribadito che l’esecuzione di test sierologici, volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus, non è indicata ai fini del processo decisionale vaccinale.