“Grazie all’impegno di tutti– affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alla Difesa del suolo e Protezione civile, Paola Gazzolo– a partire dai rappresentanti delle istituzioni, i tecnici e gli operai che hanno lavorato senza sosta anche a Ferragosto, oggi riapriamo un’infrastruttura importante per l’intero territorio ravennate e romagnolo. Lo facciamo, senza però dimenticare che qui ha perso la vita, mentre faceva con scrupolo e dedizione il proprio lavoro, il tecnico della Protezione civile regionale, Danilo Zavatta: a maggior ragione oggi, il nostro pensiero va a lui e ai suoi cari”.
Per quanto riguarda l’intervento di ripristino, prosegue Gazzolo, che pochi mesi fa, a febbraio, insieme al sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, aveva illustrato il programma degli interventi con la riapertura prevista entro fine estate, “ci siamo trovati di fronte ad una situazione che si è dimostrata fin da subito complessa a causa del dissesto che ha coinvolto la chiusa di derivazione ad uso irriguo, un tratto di fiume entrato in erosione, la passerella ad uso pedonale, l’argine e la strada che ha subito pesanti infiltrazioni. Le priorità della Regione sono state chiare da subito: rapidità di intervento, con la garanzia di tutte le risorse necessarie fino all’ultimo euro, e messa in sicurezza dell’intera area. Il lavoro di squadra, coordinato e gestito dal Servizio Area Romagna dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, ha permesso di arrivare in tempi certi e celeri a restituire una strada vitale per i cittadini e il sistema economico romagnolo. Ora- chiude l’assessore- restano da completare alcune opere accessorie che, come da cronoprogramma, saranno realizzate entro l’anno”.
“Il crollo della chiusa di San Bartolo è stato un’immensa tragedia per la perdita della vita sul lavoro del tecnico della Protezione civile, Danilo Zavatta– ricorda il sindaco de Pascale-; la chiusura della strada è stata un enorme disagio per decine di migliaia di persone, di cui siamo assolutamente consapevoli. Il danno era però di entità gravissima poiché l’erosione aveva coinvolto una parte significativa sottostante l’infrastruttura stradale, dunque il lavoro di messa in sicurezza è stato estremamente complesso e delicato. Ringrazio l’assessora regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo, e tutti i tecnici della Regione Emilia-Romagna, ente di competenza, per essere intervenuti fin da subito con grande efficienza e professionalità e per aver progettato e realizzato l’intervento con la maggiore celerità possibile in una situazione tanto grave. Il Piano regionale dei trasporti, per la prima volta, pone attenzione alla Ravegnana. Confido che, optando per la riqualificazione e con un forte sostegno da parte delle due città- chiude de Pascale-, si possa davvero intervenire in tempi certi per arrivare ad un collegamento stradale Ravenna-Forlì riqualificato e più sicuro. Adesso, come prima cosa, procederemo con la riasfaltatura di tutta la viabilità alternativa, messa a dura prova a causa della chiusura della strada”.
Le opere per la riapertura della Ravegnana
Il Servizio Area Romagna ha curato il progetto e la direzione dei lavori. I primi interventi hanno riguardato l’eliminazione delle infiltrazioni, il consolidamento degli argini, il ripristino della funzionalità della derivazione ad uso irriguo e del ponte. Per quanto riguarda l’analisi geotecnica, il Servizio si è avvalso dello studio Enser, lo stesso chiamato a lavorare sul crollo del ponte Morandi di Genova e sugli interventi sul torrente Polcevera.
Gli studi, in particolare, hanno compreso indagini geoelettriche e georadar per valutare la distribuzione delle acque sotterranee, attraverso l’impiego di correnti elettriche fatte circolare nel terreno. E, in aggiunta, le prove geognostiche necessarie ad esaminare le condizioni dell’argine fino a 35 metri di profondità, mediante sondaggi e carotaggi, e rilievi topografici di dettaglio di tutta l’area.
Inoltre, sono state realizzate opere per l’irrigazione delle imprese agricole a monte della chiusa di San Bartolo che serve un vasto comprensorio agricolo del ravennate.
Ultimo tassello prima della riapertura, il completamento della segnaletica stradale e la messa a punto degli atti amministrativi necessari – a partire dal collaudo di fine lavori – ad Anas, ente titolare della strada, per emettere l’ordinanza di ripristino.
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