Ce lo dice una indagine indipendente, realizzata dal noto sito specializzato Studenti.it, secondo il quale l’Emilia-Romagna è la regione italiana che più di altre si è trovata pronta a far fronte ad una situazione eccezionale, data dall’improvvisa impossibilità di condurre le tradizionali lezioni nelle aule scolastiche.
Secondo l’indagine, in Emilia-Romagna la “classe virtuale” è decollata nell’83,9% dei casi, che colloca la nostra regione al primo posto in Italia. Interessanti anche altri due dati che emergono dall’indagine, cioè che i compiti solo da registro elettronico o solo via chat o mail raggiungono un valore percentuale (10.3% nel primo caso, 5.8% nel secondo caso) sostanzialmente basso, indice -spiegano gli esperti- che il modello è virtuoso, in quanto evidenziano come nel nostro sistema scolastico regionale, è ben chiaro cosa è la vera didattica a distanza (il dato alto delle classi virtuali), rispetto ad altre metodologie di lavoro (mail, chat, registro elettronico) che sono certamente utili, ma non possono rappresentare una vera modalità formativa a distanza.
“Sul tema della “classe virtuale”– spiega l’assessore regionale alla Scuola, università, ricerca e agenda digitale Paola Salomoni– abbiamo da subito lavorato assieme all’Ufficio scolastico regionale e a Lepida per mettere tutte le scuole nelle condizioni di poter attivare classi virtuali adeguate. Al tempo stesso, ci siamo preoccupati di dare ai docenti strumenti di formazione per operare sulla piattaforma di e-learning.
Abbiamo, in sostanza, accelerato l’uso delle tecnologie, mettendo in valore il loro uso “utile”. E vorrei dire che, una volta usciti da questa fase di crisi, credo si aprano nuove prospettive, proprio a partire da questa esperienza, per incentivare l’uso delle tecnologie a scuola, continuando a collaborare con l’Ufficio Scolastico Regionale”
“E’ proprio significativo il dato dell’indagine relativo al valore percentuale delle classi virtuali– spiega Stefano Versari, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna- che metterei però assieme all’altro dato: alle Superiori il dato delle classi virtuali raggiunge un ottimo 84%, che però non si distanzia molto dal 70% che si registra alle Medie inferiori. E questo è molto importante, perché è un dato che significa equità sociale, perché vuol dire che c’è un tessuto culturale nella nostra regione che è articolato, ma che risponde come un unicum alle sfide che si presentano.
Un po’ come successe nelle fasi immediatamente successive al terremoto del 2012. Devo dire, infine, che considero questo risultato figlio del lavoro che da un decennio mette in campo il nostro Servizio Marconi, che promuove l’innovazione della didattica e delle modalità d’azione quando le tecnologie entrano in classe o più in generale nel lavoro quotidiano”
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