Regione Emilia Romagna: Centro meteo europeo

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L’assessore Patrizio Bianchi: “Una grande opportunità per la città di Bologna, per rilanciare il suo ruolo antico di sede dell’Università, sede della ricerca ma anche della nuova industria”. L’assessore regionale ha accompagnato la I Commissione consiliare del Comune di Bologna e la II Commissione della Città Metropolitana questa mattina in visita ai locali del Tecnopolo di Bologna nell’area della Ex Manifattura Tabacchi, in via Stalingrado

logoregioneemiliaromagnaBOLOGNA – “Una struttura di enormi dimensioni che attraverso un intervento di grande qualità architettonica diventerà il cuore del sistema di grande calcolo di tutta Europa: una parte degli edifici accoglierà il Data center del Centro meteo europeo, ma questi luoghi ospiteranno anche i centri di ricerca, le imprese e tutti coloro che in Europa vogliono trovare un punto di riferimento. Una grande opportunità per la città di Bologna, per rilanciare il suo ruolo antico di sede dell’Università, sede della ricerca ma anche della nuova industria”.

Lo ha detto questa mattina l’assessore regionale all’Università e alla Ricerca, Patrizio Bianchi, accompagnando in visita ai locali del Tecnopolo di Bologna e all’area Ex Manifattura Tabacchi di via Stalingrado, a Bologna, la I Commissione Consiliare ‘Affari Generali e Istituzionali, Pianificazione Economica, Controllo e Garanzia’ del Comune di Bologna e la II Commissione Consiliare ‘Istruttoria atti’ della Città Metropolitana.

L’area
L’area in cui sorgeva la Manifattura Tabacchi è attualmente di proprietà della Regione Emilia-Romagna che, nel 2011, ha avviato un concorso internazionale di progettazione. All’interno dell’area, che ha un’estensione complessiva di circa tredici ettari, si trova un complesso di edifici realizzati negli anni tra il 1950 e il 1960 su progetto dell’architetto Pier Luigi Nervi. Un edificio industriale, con una superficie di 100 mila metri quadri, attualmente oggetto di un processo di ristrutturazione e già stato destinato dal Comune a ospitare organizzazioni di ricerca e innovazione.

Il progetto
La parte che è stata designata per il Centro dati dell’Ecmwf è pari a 9mila metri quadri, compresa la zona di attrezzature di calcolo al piano terra e gli uffici, con l’ulteriore possibilità di ospitare eventuali espansioni future, a cui si aggiungono circa 8mila metri quadri di spazi esterni. In particolare la Data Hall Room, la Data Storage Room, gli uffici e altri servizi saranno localizzati in tre dei cinque capannoni nominati “Botti”, che hanno una dimensione rettangolare di 112 metri per 29 metri, senza pilastri all’interno e coperti da una struttura di cemento armato con la volta a botte. I capannoni saranno oggetto di ristrutturazione e adeguamento sismico.

Gli spazi per la Data Hall Room e la Data Storage Room saranno realizzati con un modello “box in a box”, ossia in strutture di acciaio/cemento armato indipendenti dalla struttura dei padiglioni. In questo modo potranno essere più sicuri dal punto di vista strutturale e della sicurezza antincendio. Inoltre al loro interno sarà garantito un maggiore controllo climatico, per quanto riguarda temperatura e umidità. Il lato frontale dei capannoni “Botti” sarà ingentilito dalla realizzazione di una facciata vetrata, che consentirà di avere illuminazione naturale all’interno, riducendo così i consumi energetici e aumentando il comfort complessivo dell’edificio.

Le macchine attualmente in uso nel data centre di Shinfield Park, a Reading, in Inghilterra sono raffreddate ad aria e acqua. Nel nuovo data centre saranno sostituite con nuovi calcolatori per cui non è ancora possibile conoscere la potenza elettrica richiesta, la capacità di refrigerazione e lo spazio necessario. I supercomputer saranno tra i più potenti in Europa e utilizzeranno circa il 50% della capacità per attività di ricerca, il 25% per le finalità degli Stati Membri e il restante 25% per la produzione di previsioni operazionali.

L’alimentazione elettrica sarà garantita da una doppia linea (una primaria e una di riserva) proveniente dalla stazione primaria, resa disponibile dal distributore di media tensione. Le due linee avranno una potenza massima disponibile pari a 10 MW e non opereranno contemporaneamente, ma una interverrà in caso di interruzione sull’altra linea.

E’ prevista inoltre la realizzazione di un impianto fotovoltaico installato sulla copertura dei cinque fabbricati “Botti”, del tipo amorfo in grado di produrre 400 kWp corrispondenti a 450 MWh/anno di energia elettrica.

La proposta progettuale prevede il raffrescamento dei sistemi di calcolo sia con sistemi ad aria che ad acqua integrato.

Per quanto riguarda i lavori, per il primo lotto – dove hanno già trovato collocazione l’Istituto ortopedico Rizzoli, Enea Arpae e Lepida – il bando è in via di aggiudicazione e i cantieri dovrebbero partire già a fine agosto. Per le altre parti del progetto le gare di appalto dovrebbero partire entro la fine dell’anno. I lavori per il data center del Centro meteo dovranno essere terminati entro il 2019, per garantire il trasferimento dall’attuale sede di Reading.