Regione: Ambiente. Ex-Razzaboni, accordo tra ministero dell’Ambiente, Regione e Comune di San Giovanni in Persiceto (Bo) per il futuro dell’area

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Entro il 2019 il cantiere da oltre 3,3 milioni di euro per completare la bonifica. Il risanamento con la rimozione di circa 11mila metri cubi di rifiuti già messi in sicurezza con i precedenti interventi

logo regione emilia romagnaBOLOGNA – Con la rimozione di circa di 11mila metri cubi di rifiuti pericolosi, sarà completata entro il 2019 la bonifica della discarica ex Razzaboni, a San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna.

C’è il via libera ai lavori, che sono finanziati con oltre 3,3 milioni di euro, messi a disposizione dall’Accordo siglato lo scorso dicembre dal presidente, Stefano Bonaccini, e dall’ex ministro all’Ambiente, Gianluca Galletti.

Il risanamento del sito a tutela della salute delle comunità e dell’ambiente.

Finanziati all’interno del Piano operativo ambiente con risorse già deliberate dal Cipe, la definizione dettagliata dei nuovi interventi è al centro dell’Accordo di programma tra ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Regione Emilia-Romagna e Comune di S. Giovanni in Persiceto approvato dalla Giunta regionale nei giorni scorsi.

I lavori, in capo al Comune, portano a compimento il progetto di recupero della zona contaminata e interessano la porzione di terreno non interessata dal primo stralcio di interventi finanziato dalla Regione.

“Proprio grazie ai finanziamenti regionali, per un totale di circa 4 milioni di euro, l’ex discarica è stata esclusa dalla procedura di infrazione comunitaria e dalle sanzioni previste dalla Corte di giustizia europea per i siti contaminati– ricorda l’assessore all’ambiente, Paola Gazzolo-. Dopo quel primo, fondamentale risultato, l’impegno della Regione è continuato senza sosta: ora diventano operativi i fondi stanziati a dicembre e permetteranno a breve di ultimare la riqualificazione, restituendo in sicurezza un’area importante alla comunità di San Giovanni in Persiceto”.

L’accordo è l’ultimo passo di un lungo e complesso lavoro della Giunta regionale certificato anche dall’Europa lo scorso settembre, quando la Commissione Ue ha escluso l’area dalla procedura di infrazione comunitaria decretando quindi lo stop alle multe comminate per questo sito allo Stato italiano: una decisione resa possibile grazie alle opere realizzate grazie a 4 milioni di euro stanziati direttamente dal bilancio regionale.

I dettagli dell’accordo e dell’intervento

L’accordo definisce gli obiettivi da raggiungere, il coordinamento dei lavori e il ruolo dei diversi soggetti coinvolti nel progetto. Al Comune, beneficiario delle risorse nazionali previste nel protocollo, il compito di attuare gli interventi e coordinare le attività in collaborazione con i partner, mentre la Regione dovrà monitorare le procedure e procedere ai controlli sulla correttezza delle opere attraverso l’Agenzia per la prevenzione, l’ambiente e l’energia.

Il maggiore intervento consiste nell’attività di scavo e trasporto per rimuovere i rifiuti contaminanti inizialmente oggetto di un intervento di messa in sicurezza d’emergenza. Gli scavi sono programmati nel periodo estivo per limitare il più possibile il rischio di pioggia e maltempo.

Al termine dei lavori è prevista una fase di monitoraggio delle acque sotterranee di prima falda per verificare l’efficacia dell’intervento che continuerà fino al 2024.

Il sito Razzaboni

La discarica di San Giovanni in Persiceto, gestita abusivamente da un operatore privato e contaminata con fanghi industriali, è stata individuata nel 2001 dal Corpo forestale dello Stato.

Nel 2003 la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia comprendendo, tra i casi esaminati, anche quello del comune bolognese. In sostituzione del responsabile dell’inquinamento, nel 2007 è stato realizzato un intervento di emergenza di messa in sicurezza (Mise) che ha previsto opere di impermeabilizzazione e l’accorpamento dei rifiuti in un unico grande cumulo.

Successivamente, nel 2014, l’area è stata parzialmente espropriata e il Comune è intervenuto con un primo stralcio di opere di risanamento con risorse messe a disposizione dalla Regione. Nel 2016 la Commissione europea ha certificato la bonifica decretando l’uscita del sito dalla procedura d’infrazione.

L’accordo approvato, che mette a disposizione le risorse del ministero, dà l’avvio alla bonifica completa dell’area che sarà conclusa entro il 2019.