REGGIO EMILIA – Da martedì 22 dicembre si apre una nuova puntata, dedicata al tema luce, del portale online del Comune di Reggio Emilia dedicato alla cultura.
“La luce – dichiara l’assessora alla cultura Annalisa Rabitti – segna e condiziona ogni momento della nostra giornata, generando emozioni e sensazioni. Naturale o disegnata dall’uomo, ha la capacità di mutare radicalmente la percezione di uno spazio o di un oggetto. A volte ci invita a vedere le cose da un altro punto di vista, più intimo ed inaspettato. La luce ha influenzato e influenza tuttora lo spirito e l’immaginazione di artiste ed artisti”.
Dopo la prima sezione dei giorni scorsi, ecco in prossimità del Natale una seconda parte di contributi culturali e riflessioni per continuare insieme questo viaggio di individui spaesati, ma anche capaci di trovare risorse interiori per far fronte alla difficile situazione esistenzale imposta dalla pandemia.
La luce dunque raccontata dal cinema, dal diritto, dalla fotografia, dalla musica, dalla danza e dalle parole. (https://eventi.comune.re.it/cultura Facebook e Instagram @cultura reggio emilia)
- CINEMA
Non era successo nemmeno negli anni dell’ultima Guerra mondiale, ma questo del 2020 sarà un Natale senza cinema: a causa dell’emergenza dovuta alla pandemia, gli spettatori dovranno rinunciare a godersi nelle sale quello che sarebbe stato il periodo più importante per le uscite cinematografiche.
L’Ufficio Cinema del Comune di Reggio Emilia, con l’augurio che il 2021 sia un anno di grande ripresa per il cinema in sala e per il suo pubblico, vuole comunque proporre una serie di titoli ispirati al Natale da vedere o rivedere a casa nel periodo di festa, alcuni scelti tra le uscite più divertenti degli anni passati, altri tra le commedie più apprezzate della storia del cinema: “Festa in casa Muppet”di Ben Henson, un felice connubio tra Charles Dickens e i divertentissimi Muppets, l’irriverente commedia natalizia “Babbo Bastardo” di Terry Zwigoff, “Incontriamoci a Saint Louis” di Vincente Minnelli, con la meravigliosa canzone di Natale interpretata da Judy Garland, “White Christmas” di Michael Curtiz, con le canzoni di Bing Crosby, l’immancabile “Fantozzi” di Luciano Salce, capostipite dell’omonima saga interpretata da Paolo Villaggio, e i capolavori di due grandi del cinema, “Fanny e Alexander” di Ingmar Bergman e “Parenti serpenti” di Mario Monicelli.
- PAOLO CENDON – REGGIO EMILIA HA ACCESO UNA LUCE
Focus cultura si conferma essere un luogo di riflessione. A questa nuova puntata prendono parte le interessanti riflessioni in video che ci ha concesso in esclusiva il prof. Paolo Cendon che ha collaborato con il Comune di Reggio Emilia a un importante traguardo. “Reggio Emilia ha acceso una luce” dichiara Cendon, già professore ordinario di Diritto privato nell’università di Trieste, direttore della rivista www.personaedanno.it, impegnato da anni nell’affermazione nella cultura giuridica e nella vita del diritto italiano della figura dell’amministratore di sostegno e della nozione di danno esistenziale.
Nei giorni scorsi Reggio Emilia infatti ha deciso – prima città in Italia – di istituire presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune, un Registro pubblico dei “Progetti esistenziali di vita delle persone fragili”, progetto pilota, nato nell’ambito di “Reggio Emilia Città senza barriere” grazie alla collaborazione tra Comune di Reggio Emilia, Farmacie comunali riunite (Fcr), Azienda Usl e Fondazione Durante e Dopo di Noi, destinato alla registrazione dei documenti nei quali illustrare desiderata e bisogni, nonché le aspirazioni fondamentali di vita delle persone con condizioni significative di fragilità e disabilità.
3 FOTOGRAFIA – I DAGHERROTIPI DELLA BIBLIOTECA PANIZZI “SPECCHI DELLA MEMORIA”
Sul fronte delle arti visive nel portale cultura è presente una riflessione, con selezione di immagini, della raccolta dei dagherrotipi della Fototeca della Biblioteca Panizzi – questi “specchi della memoria” capaci di catturare la luce trasformandola in immagine. La collezione si è formata nel tempo, attraverso donazioni e acquisizioni nel mercato antiquario. Attualmente costituita da 108 pezzi tra dagherrotipi di provenienza italiana, inglese, francese, tedesca e americana, di recente si è arricchita di nuovi elementi, grazie ad una generosa donazione di Michael George Jacob, scrittore, collezionista ed esperto di dagherrotipi, che, oltre ad esser considerato un pioniere del collezionismo di questi oggetti fotografici, ha maturato una particolare conoscenza delle loro tecniche di esecuzione e di conservazione.
L’invenzione del dagherrotipo è dovuta a L. J. Mandé Daguerre, artista, scenografo, chimico e fisico francese che, in collaborazione con J. Nicéphore Niépce, compì alcune sperimentazioni con i materiali sensibili alla luce giungendo, nel 1837, alla realizzazione di un’immagine fotografica unica ottenuta senza negativo e realizzata su un supporto di rame argentato perfettamente lucidato per essere sensibilizzato alla luce. La lastra, esposta ai vapori di iodio e successivamente a quelli di mercurio, in seguito fissata con cloruro di sodio, ha l’aspetto di uno specchio in cui si materializza l’immagine stessa, sia negativa che positiva a seconda dell’incidenza dei raggi luminosi sui sali d’argento. Per l’epoca, quasi una magia prodotta dalla luce. La tecnica continuerà ad essere utilizzata fino al 1865 circa. Il primo lotto della donazione di Michael George Jacob, arrivato a Reggio proprio nei giorni scorsi, è composto da circa 90 pezzi, tra cui dagherrotipi, ambrotipi e ferrotipi che raffigurano per lo più ritratti di persone, da sole o in compagnia dei familiari, e si affianca ad altre preziose collezioni della fototeca che testimoniano la storia della fotografia italiana ed internazionale dall’Ottocento ad oggi.
- DANZA MMCDC – QUARTO CANTO
Al tema luce contribuisce, parlando il linguaggio della danza, anche Mm Contemporary Dance Company, una realtà di eccellenza della danza italiana, diretta da Michele Merola, impegnata qui in un estratto dello spettacolo “Quarto canto” con coreografia di Enrico Morelli e musica di Ben Frost. Tutto sembra accadere in un unico momento evocato da luoghi diversi, metafora di un amore che abbraccia e consuma la vita, proponendo una lettura dell’amore tutta giocata tra sincerità e artificio. Diceva Calvino che nei poemi ariosteschi c’è un trabocchetto, un vortice che inghiotte i personaggi ad uno ad uno. La danza in questo brano sembra avere il potere di accelerare questo processo fin quasi ad esserne il catalizzatore.
- MUSICA Icarus Ensemble Riconoscimenti per “Codice Incanto”. Luce per la musica italiana
Dalla formazione reggiana di Icarus Ensemble arriva una testimonianza video di Marco Pedrazzini nello spazio Icarus che documenta la nuova produzione, vincitrice del bando nazionale “Vivere all’Italiana in musica”, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per la promozione e diffusione della cultura italiana all’estero. Il bando mira a sostenere la ripresa delle produzioni italiane nel settore dello spettacolo dal vivo e al rilancio internazionale grazie alla Rete di Ambasciate, Consolati, Rappresentanze e Istituti Italiani di Cultura nel mondo. L’ ensemble si è classificato primo tra i cinque progetti finalisti presentando “Codice Incanto”, un lavoro incentrato su musiche che rappresentano l’Italia. Il progetto prevede la produzione di un master per CD audio e di un video-concerto che Icarus ha realizzato con la presenza di manichini quali spettatori virtuali, per sottolineare il difficile momento che tutto il settore musicale sta affrontando.
- RAGAZZI ZITTI POESIE
Non c’è contrapposizione tra luce e oscurità nelle intense poesie dei Ragazzi Zitti, protagonisti del gruppo Indomiti: un progetto editoriale nato all’interno dell’Associazione di Promozione Sociale “Il Giardino del Baobab” di Reggio Emilia, creata per promuovere la cultura dell’Unicità e della differenza come risorsa e per dare voce al pensiero ricco e profondo di chi finora era costretto al silenzio perché non in possesso del linguaggio verbale. Nelle loro poesie, i protagonisti del progetto, che nell’attività del gruppo hanno scoperto la possibilità di esprimersi, confrontarsi e creare parole insieme, nel rispetto delle proprie differenze e della propria unicità, la luce e il buio non si escludono mai a vicenda ma si avvicinano perché, come scrive uno degli autori “le ombre sono riflessi di luce”; alcune poesie parlano di luce ed ombra, altre solo di luce e colori, dove risplendono la bellezza del sole, della neve, ma anche la luce umana che esiste in ciascuno di noi, se ci si sforza di scoprirla, aprendosi all’osservazione degli altri da un punto di vista differente. Declinare la luce con le parole di chi non può farlo con la voce è infatti un’esperienza che conduce a una visione nuova: ci sono versi in cui la luce è amore, è gioia che supera la paura, ma ciò che emerge con maggiore intensità è l’interpretazione del buio non come negatività ma preludio, anticipazione, spesso un percorso obbligato verso la serenità e la speranza, la scoperta e la ricomposizione di sé.
Tutto questo e tanto altro in continuo aggiornamento su https://eventi.comune.re.it/cultura
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Foto 1: Fanny e Alexander
Foto 2: Quarto Canto-estratto_foto di Stefano Corrias