“Il 2 giugno 1946 rappresenta, sotto il profilo storico, davvero un passaggio epocale: si poteva andare in una direzione, quella della monarchia, il popolo italiano ne scelse un’altra, quella della Repubblica, segnando una svolta decisiva dopo oltre vent’anni attraverso il recupero del voto, il fascismo, la guerra di Liberazione e l’approdo alle dimensioni della libertà e della democrazia. E lo fece dando compiutezza all’esercizio del diritto di voto con il perseguimento del suffragio universale, attraverso il voto alle donne che caratterizzò fortemente quel passaggio.
Da qui anche un apprezzamento al progetto della Regione “Madri della res publica” che evidenzia le figure femminili che interpretarono quel tempo anche nelle pubbliche istituzioni: nei nostri comuni e nella nostra provincia queste immagini, come quelle che vediamo affisse in questa piazza, configurano anche fisicamente i volti delle prime donne che costruirono la Repubblica.
In quel passaggio nodale che cambiò l’Italia contemporanea, Reggio Emilia, come in ogni occasione, diede un contributo altamente significativo – 177.184 reggiani votarono per la Repubblica, 44.127 per la monarchia – e noi abbiamo anche la responsabilità di portarci appresso quel mandato.
Oggi il suffragio universale fa riflettere su un dato che purtroppo accompagna ormai costantemente le ultime tornate elettorali, ovvero la disaffezione, il costante calo dei votanti che stridono rispetto alle tante testimonianze a cui stiamo assistendo in questi giorni di coloro che 70 anni fa andarono a votare per la prima volta con emozione, con gioia e con la consapevolezza di vivere un passaggio decisivo nella storia dell’Italia.
Da questo deriva una ulteriore responsabilità: comprenderne le ragioni e, come rappresentanti pro tempore delle istituzioni, fare tutto quanto è possibile per convincere le persone ad andare al voto, come ho avuto occasione di dire anche pochi giorni fa incontrando gli studenti del liceo Moro.
Facendo mie le parole del presidente della Repubblica, credo per noi pubblici amministratori l’impegno debba essere duplice. Il primo dovere, essenziale, è quello della credibilità istituzioni di cui ognuno di noi, a partire dal sottoscritto, deve essere latore nei confronti delle comunità: solo così annulleremo la distanza che ci sta separando da coloro che hanno diritto di voto e che lo devono esercitare in ogni modo.
In secondo luogo, la capacità di essere prossimi ai bisogni sempre più articolati delle persone: viviamo in un tempo in cui le necessità delle nostre comunità sono molto più plurali e complesse rispetto a qualche anno fa, allora dobbiamo continuare in modo pervicace e quotidiano a studiare forme, regole e modi con i quali essere più vicini ai cittadini e soddisfare i loro bisogni.
Con tale consapevolezza e con lo slancio che ci deriva da questa ricorrenza storica, credo che possiamo celebrare degnamente questo settantesimo anniversario, sapendo che dobbiamo reiterare la storia della Repubblica, attualizzandola e cercando di renderla ancora più compiuta nel suo significato.
Viva il 2 giugno, viva i 70 anni della Repubblica, viva l’Italia!”
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