Nell’antica residenza che fu di Maria Luigia, ora di proprietà della Provincia di Parma, i lavori sono in corso grazie al contributo di Intesa Sanpaolo che è partner della Provincia. Si sono già concluse a fine novembre le prime fasi dell’intervento, a cura della ditta Rava di Torino: il pavimento è stato smontato, catalogato e trasportato in laboratorio, dove sono state effettuate indagini non invasive e test di pulitura.
“Si tratta di un investimento importante, che valorizza un complesso di proprietà della Provincia di Parma e che prosegue l’incessante l’opera di restauro, conservazione e valorizzazione di questo straordinario patrimonio artistico e culturale – spiega la Delegata provinciale al Patrimonio e sindaca di Colorno Michela Canova – La Reggia è una grande risorsa, elemento cardine dei percorsi turistici di Parma e provincia“.
“Siamo lieti di aver affiancato la Provincia di Parma nella realizzazione di un restauro così importante nella Reggia di Colorno. – ha commentato il direttore regionale di Intesa Sanpaolo Luca Severini – Intesa Sanpaolo rappresenta la continuità storica di Banca Monte Parma e conferma la vocazione ad essere banca del territorio, a supporto della città e degli eventi culturali più importanti della nostra comunità. Intesa Sanpaolo fa la sua parte per dare nuove opportunità di crescita all’economia locale, con una banca ben radicata e vicina alle famiglie ed alle imprese, insieme alla forza di un grande Gruppo creditizio internazionale.”
I lavori in corso sono eseguiti sotto l’alta sorveglianza dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, che ha autorizzato l’intervento di conservazione dell’importante pavimento ligneo.
IL PAVIMENTO
Si tratta di un pavimento storico, realizzato con essenze di vario tipo tra cui olmo, castagno, rovere, quercia e larice, composto da 72 pannelli e 138 quadrotti; i pannelli sono formati da una struttura a losanga composta da listelli e quadrotti ammorsati e fissati tra di loro con perni di legno, incastrati con un sistema di maschiatura a linguette mobili e fissati ai travicelli con chiodi di ferro cuneiformi.
Tra i problemi riscontrati: un degrado di tipo strutturale in alcuni punti e segni di un attacco di insetti coleotteri xilofagi ormai estinto; i pannelli si presentano fessurati e scheggiati in vari punti e sono presenti segni di umidità. Inoltre si sono riscontrati vari segni di manutenzioni precedenti, inserti non originali di vario genere fissati con chiodi, viti, un riempimento in cemento e almeno due strati di un protettivo giallastro filmogeno e riflettente, sfogliato in vari punti.
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