CESENA – Il percorso per l’individuazione dei progetti utili alla collettività, collegati alle disposizioni previste per il Reddito di Cittadinanza, è ripartito a settembre 2020 (dopo che la realizzazione dei Puc è stata sospesa fino al 17 luglio 2020) e, a seguito, di alcuni incontri, il Comune di Cesena e l’Unione dei Comuni Valle Savio hanno individuato i referenti di ciascun Ente e per i diversi settori del Comune di Cesena. Entra dunque nel vivo il coordinamento comunale che porterà a breve all’istituzione di concreti progetti rivolti ai beneficiari del reddito di cittadinanza che, nell’ambito dei Patti per il lavoro e/o per l’inclusione sociale, sono tenuti a svolgere “impieghi” utili alla comunità all’interno del proprio Comune di residenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16. Inoltre, sempre nel corso di questi mesi si è arrivati alla definizione di un Accordo di collaborazione per l’affidamento ad ASP Cesena-Valle Savio delle attività connesse all’attivazione dei Puc per il periodo fino al 31 dicembre 2021, che precisi ed individui gli impegni delle parti e dunque i compiti dell’Unione Valle Savio e dei Settori comunali aderenti, i compiti di ASP Cesena Valle Savio, le spese rimborsabili, la determinazione dei costi, la raccolta, archiviazione e gestione dati, il trasferimento delle risorse e la rendicontazione delle spese. Lo ha precisato l’Assessora ai Servizi per la Persona Carmelina Labruzzo in sede di Consiglio Comunale rispondendo all’interpellanza presentata dal Gruppo Lega relativa al Reddito di Cittadinanza.
“I Puc – commenta l’Assessora – rappresentano un’opportunità unica di inclusione, crescita e arricchimento per tutti coloro, uomini e donne, che hanno richiesto la misura del reddito di cittadinanza perché in seria difficoltà economica. Per Cesena risultano attualmente 218 domande di Reddito di Cittadinanza in capo al nostro Ente e 133 in capo al Centro per l’impiego. Sono invece 133 le domande, sempre per il Comune di Cesena, escluse con tutto il nucleo dalla condizionalità. In questa sede, occorre ricordare che sono tenuti allo svolgimento delle attività nell’ambito dei Progetti utili alla collettività i beneficiari del Reddito di Cittadinanza che hanno sottoscritto un Patto per il Lavoro, in capo ai Centri per l’impiego,o un Patto per l’Inclusione Sociale, in capo ai Servizi Sociali. Sarà dunque cura del case manager per i patti di inclusione e del CpI per i Patti per il lavoro individuare ed effettuare l’abbinamento tra i beneficiari e i progetti Puc. L’obiettivo iniziale è l’implementazione di 50 Progetti Utili alla Collettività. Il raggiungimento di tale obiettivo potrà subire delle variazioni in corso d’opera a causa della ancora incompleta funzionalità della piattaforma GePI e dell’andamento della pandemia Covid-19 in atto che potrà limitare l’offerta delle attività disponibili”.
Oltre a un obbligo, i Puc rappresentano un’occasione di inclusione per i beneficiari, perché i progetti saranno strutturati in coerenza con le competenze professionali del beneficiario, con quelle acquisite anche in altri contesti ed in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso dei colloqui sostenuti presso il Centro per l’impiego o presso il Servizio sociale del Comune; per la collettività, perché dovranno essere individuati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità locale e dovranno intendersi come complementari, a supporto e integrazione rispetto alle attività ordinariamente svolte dai Comuni e dagli Enti pubblici coinvolti.
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