PARMA – Seconda edizione del Festival RE/SISTER! che si terrà dal 15 al 17 settembre all’interno del Parco della Musica (ex Eridania) di Parma, organizzato dalla Casa delle Donne e dal Comune di Parma, con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Cariparma Crédit Agricole e Cooperativa Sociale Proges.
L’evento, a cadenza biennale, ospiterà dibattiti, musica e spettacoli secondo la formula inaugurata nel 2021. Un’edizione di grande successo che ha trasformato la città in un palcoscenico con 16 ore di incontri da vivo (tutti sold out), 2000 spettatori e un parterre di ospiti tra cui Michela Murgia, Vera Gheno e Giulia Blasi.
Quest’anno la giornata di inaugurazione sarà una grande festa con la parata di musica e danze delle Murga libre di Milano e Padova e, in serata, il concerto di Cristina Donà. Nel Centro di Produzione Musicale Arturo Toscanini inaugureranno inoltre le mostre della street artist afgana Shamasia Hassani e dell’artista fiorentina C_SKA_ART.
“L’impegno dell’Amministrazione – ha esordito Caterina Bonetti, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Parma – sulle tematiche di genere si esplica attraverso una costruttiva e partecipata programmazione con la fitta rete di associazioni e realtà del territorio, tra le quali la Casa delle donne, con la quale organizziamo questo Festival. Questa collaborazione trasversale è sicuramente tanto più urgente ora, in un momento in cui l’attualità e la cronaca ci riportano fatti di violenza sulle donne e prevaricazione maschile che troppo spesso vengono giustificati e non affrontanti in modo adeguato, neanche dal punto di vista della comunicazione.
L’impegno delle istituzioni deve essere chiaro e netto su questo fronte e l’approccio culturale e educativo ritengo sia fondamentale da questo punto di vista: è necessario promuovere nelle scuole la cultura del rispetto e della non violenza, iniziando dalle più giovani generazioni”.
“La Regione – ha detto Barbara Lori, assessore regionale alle Pari Opportunità – sostiene con convinzione molti progetti di promozione della cultura di genere e di contrasto alla violenza, con l’obiettivo di dare una continuità di azioni che possano rispondere alla situazione di emergenza che sta vivendo il nostro Paese, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, delle forze dell’ordine, delle associazioni, della scuola, e di tutte le realtà del territorio. Nell’ambito della progettazione legata alle Pari Opportunità questo Festival rappresenta un progetto di avanguardia articolato, capace di toccare molti temi attraverso proposte variegate e trasversali”.
Come ha sottolineato Elisabetta Salvini, della Casa delle donne di Parma, spiegando la genesi del Festival e la sua programmazione, il tema centrale, filo conduttore di tutti i sette talk in programma, sarà Su la testa! Sotto la tettoia Liberty del parco si parlerà di come la militanza collettiva femminista, transfemminista e i movimenti di donne, stiano facendo sentire sempre di più la loro voce nel mondo, operando per cambiare e orientare il dibattito su questioni politiche e sociali fondamentali.
In quest’ottica durante il primo talk Per vedere più lontano: generazioni femministe a confronto, Silvia Federici scrittrice e filosofa, l’attivista Luce Scheggi e Giorgia Serughetti, filosofa e ricercatrice, discuteranno su come, seppur attraverso pratiche e linguaggi nuovi, donne e altre soggettività queer oggi stiano proseguendo battaglie e rivendicazioni che arrivano da lontano.
L’occupazione femminile sarà al centro dell’incontro Di lotte, di cura e di lavoro. Un tema centrale anche nell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, che sarà analizzato da varie prospettive, guardando soprattutto alle particolarità dell’Italia, dove esiste ancora un significativo gap di rappresentanza in settori specifici e mancanza di pari retribuzioni. Si parlerà di battaglie globali con Deborah Lucchetti, coordinatrice della campagna internazionale Abiti Puliti – che opera per la difesa dei diritti di lavoratori e lavoratrici nell’industria della moda – e alcune rappresentanti di importanti lotte sindacali italiane come la sindacalista Eliana Como, le lavoratrici della Saga coffee Bologna e le operaie della Corneliani Mantova.
Ecofemminismo o barbarie analizzerà i rapporti di dominio che violano sia l’ambiente che le donne. La correlazione tra le diseguaglianze di genere e la degradazione ambientale saranno al centro di questo incontro con la ricercatrice Laura Corradi, la fotografa e attivista Fabiana Cioni, la Collettiva Matsutake e la Laboratoria ecologica Berta Caceres Roma.
I temi della guerra e della migrazione saranno ampiamente trattati. Infatti due talk approfondiranno questi argomenti da differenti punti di vista. Nel primo Femminismo intersezionale: lotte e nuove alleanze si incontreranno l’Assemblea Donne del Coordinamento Migranti di Bologna, l’Associazione Penelope di Catania, l’attivista per i diritti umani Marwa Mahmoud e la docente di antropologia dei processi migratori (Università degli studi di Milano Bicocca) Barbara Pinelli. Il dibattito affronterà il tema della mobilitazione collettiva delle persone con background migratorio, riflettendo sull’importanza di costruire nuove collaborazioni e nuovi percorsi di cittadinanza.
Le conseguenze dei conflitti internazionali, le ripercussioni gravi di instabilità e indigenza sulle questioni di genere saranno affrontate in Lasciateci in pace. Donne in tempo di guerra. Benedetta Argentieri, giornalista e regista, Bruna Bianchi, docente di Storia delle donne e Storia del pensiero politico e sociale contemporaneo (Università Ca’ Foscari di Venezia), Cecilia Dalla Negra, giornalista e ricercatrice specializzata nella questione Palestinese e Nayera El Gamal, esperta di Kurdistan ricostruiranno i fondamenti del pacifismo femminista analizzando diversi contesti in cui le donne hanno preso parte nei confronti dei conflitti armati, dal Rojava alla Palestina, dalla Siria all’Ucraina.
I legami poliamorosi, le relazioni affettive etiche con più persone, non necessariamente centrate sull’amore romantico, saranno trattate all’interno dell’incontro Poliamore o la rivoluzione degli affetti con Nicole Braida ricercatrice e scrittrice, la Collettiva Poliamorica Bologna, le podcaster Girandola autrici di Faq the Poly. Molte voci a confronto per riflettere sull’interconnessione tra le relazioni etiche non monogame e le pratiche transfemministe e queer, il cui scopo è decostruire gli assunti del sistema patriarcale.
Resisteriamo. Comunicare oltre il patriarcato sarà l’occasione per trattare un altro argomento molto attuale, ovvero quello dei Social e dei media online. Se infatti si moltiplicano i canali digitali che danno voce all’attivismo femminista e transfemminista, nella rete trova spazio anche una comunicazione tossica e violenta. Ad analizzare insieme rischi e opportunità di questi strumenti saranno la piattaforma Chayn Italia, il Collettivo Moleste che si occupa di parità di genere nel mondo del fumetto, Elena D’Epiro, titolare del profilo instagram @trans.fakenews e il Collettivo biellese Le parole fucsia.
Anche quest’anno, all’interno del Parco della Musica (ex Eridania) si respirerà un’atmosfera gioiosa con l’allestimento di numerosi banchetti di artigiani, la presenza di Associazioni no-profit e food trucks di cibo locale e biologico. In questo clima si susseguiranno tante performance dal vivo tra cui il concerto di musica balcanica di Ajde Zora, il mix di sonorità napoletane e sudamericane degli Alma’ngarrà, le Percussioni della Filarmonica Arturo Toscanini, le canzoni popolari di La Menestrella Femminista, le interpretazioni di canti anarchici e resistenti di Mara Redeghieri (storica voce degli Üstmamò), e gli allievi dell’Accademia Résonnance in una esibizione acustica. Performance urbane prenderanno vita con Aide, un gruppo di donne di tutto il mondo che avvicinerà ed entrerà in dialogo con il pubblico e i passanti. Numerosi gli spettacoli teatrali in calendario. Odissea nel pollaio con l’attrice, clown e marionettista Irene Michailidis, Non conosciamo mai la nostra altezza delle attrici e registe Sandra Soncini e Franca Tragni, Bianca come i finocchi in insalata della Compagnia del calzino. In cartellone anche i monologhi della comica Sofia Gottardi e quello di Roberta Biagiarelli dal titolo Figlie dell’epoca, un racconto che prende spunto dal Congresso internazionale delle Donne tenutosi all’Aja nel 1915, durante la Prima Guerra mondiale.
Approfondimenti incontri:
(per il programma completo vedere il documento Programma)
- Per vedere più lontano: generazioni femministe a confronto (ven. 15 settembre/ h.18.30)Negli ultimi 50 anni, generazioni differenti hanno condiviso desideri, lotte e militanza, attraverso pratiche e parole diverse, in continuo divenire, nel tentativo di decostruire il maschilismo e cambiare il mondo che ci circonda. Dall’autocoscienza alle nuove collettive, questo tavolo si interrogherà su cosa abbia significato, cosa significa ancora oggi essere femministe. Parteciperanno alla discussione Silvia Federici, attivista tra le più significative del pensiero femminista contemporaneo, femminista, filosofa e docente universitaria; Luce Scheggi, attivista queer impegnata nella divulgazione di tematiche relative alla violenza di genere e al mondo Lgbtq+; Giorgia Serughetti filosofa, ricercatrice, autrice di numeorosi saggi su questioni di genere e teoria politica, con particolare attenzione a fenomeni migratori, sessualità, violenza contro le donne e movimenti femministi. Modera Margherita Becchetti (Casa delle donne di Parma e Centro studi Movimenti)
- Di lotte, di lavoro e di cura (sab. 16 settembre / h. 10.30)
Nonostante i diritti conquistati negli ultimi anni, le discriminazioni contro le donne e il divario di genere nel mondo del lavoro persistono ancora in molti paesi. Non potrà esistere una produzione sostenibile fino a quando tutti i soggetti della catena produttiva, in particolar modo le lavoratrici e i lavoratori, non godranno degli stessi diritti. Diritti che, nella storia, non sono mai stati concessi dall’alto ma sempre conquistati dal basso. Parlare di lavoro, significa dunque raccontare le lotte che hanno rivendicato un lavoro dignitoso, sicuro, sostenibile e ricavare da queste forza e consapevolezza. Parteciperanno alla discussione Deborah Lucchetti, presidente di Fair e coordinatrice nazionale Campagna Abiti puliti, la più grande alleanza del settore abbigliamento di sindacati e di organizzazioni non governative che focalizza le proprie campagne sul miglioramento delle condizioni lavorative nel settore dell’abbigliamento; Eliana Como, sindacalista; lavoratrici della Saga coffee di Bologna e della Corneliani di Mantova. Introduce Elisabetta Salvini (Casa delle donne di Parma)
- Ecofemminismo o barbarie (sab. 16 settembre/ h. 14.30)
Le riflessioni femministe non possono prescindere dal considerare le oppressioni sulla natura, sugli ecosistemi e sugli animali non umani. A partire da una critica al colonialismo e al capitalismo, la discussione metterà a confronto teorie e pratiche ecofemministe a partire da alcune esperienze collettive militanti. Parteciperanno alla discussione Laura Corradi, ex operaia, ricercatrice all’Università della Calabria, che insegna Studi di genere e metodo intersezionale e studia il rapporto fra salute e ambiente in diverse realtà marginali, campi profughi e contesti indigeni. Fabiana Cioni attivista Rete Jin, architetta, fotografa, insegnante; Collettiva Matsutake Bologna, collettivo ecocyborgtransfemminista nato nel 2021 a Bologna; la Laboratoria Ecologista Autogestita “Berta Caceres”, collettivo e fronte di lotta ecologista, transfemminista e antispecista. Introduce Irene La Fata, Casa delle donne di Parma.
- Femminismo intersezionale: lotte e nuove alleanze (sab. 16 settembre / h. 17.00)
Il tavolo vuole essere l’occasione di confronto tra diverse realtà e attiviste, impegnate a costruire spazi di partecipazione aperti a donne e soggettività migranti. Il dibattito affronterà il tema della mobilitazione collettiva delle persone con background migratorio, riflettendo sull’importanza di costruire nuove alleanze e nuovi percorsi di cittadinanza. Parteciperanno al tavolo due esperienze collettive di donne migranti come l’Assemblea donne del Coordinamento Migranti Bologna e l’Associazione Penelope Catania, l’attivista per i diritti umani Marwa Mahmoud, presidente Commissione consiliare “Diritti umani, pari opportunità, relazioni internazionali” presso il Comune di Reggio Emilia e l’antropologa Barbara Pinelli che da anni si occupa di migrazioni forzate e di rifugiati coniugando prospettive di antropologia politica, studi sul potere e sul soggetto con riflessioni femministe e di genere. Introduce Silvia Vesco (Ciac e Casa delle donne di Parma)
- Lasciateci in pace. Donne in tempo di guerra (dom. 17 settembre / h. 10.30)
La guerra porta con sé violenza, povertà, sfollamenti forzati, vite spezzate, insicurezza e mancanza di futuro. Intensifica le disuguaglianze di genere, mina i diritti umani, codifica ruoli e valori tradizionali e tutto ciò è anacronistico e inconciliabile con gli obiettivi essenziali dei movimenti femministi. “Lasciateci in pace” è un invito a riflettere sul senso e il fondamento del pacifismo femminista oggi. Sugli elementi di continuità con il pacifismo del XX secolo e sugli aspetti nuovi legati all’ecofemminismo, alla pratica della cura, al rifiuto di una visione binaria (aggressore e aggredito) e gerarchica del mondo. Parteciperanno alla discussione Benedetta Argentieri, giornalista e regista specializzata in conflitti, Medio Oriente e tematiche legate al femminismo; Bruna Bianchi, docente di Storia delle donne e Storia del pensiero politico e sociale contemporaneo, che si è occupata del pensiero pacifista e della deportazione della popolazione civile nel corso delle due guerre mondiali; Cecilia Dalla Negra, giornalista e ricercatrice indipendente, che si occupa di Palestina e in particolare di movimenti femministi e giovanili, Nayera El Gamal, traduttrice ed esperta di Kurdistan che, dal 2011, conduce ricerche sul campo tra Rojava, Sengal e Turchia. Introduce e modera Costanza Spocci, Radio3 Mondo.
- Poliamore o la rivoluzione degli affetti (dom. 17 settembre / h. 14.30)
I legami poliamorosi, le relazioni affettive etiche con più persone (non necessariamente centrate sull’amore romantico) fanno emergere la realtà di differenti tipologie di amore rispetto ai modello di coppia monogama, con pari dignità e valore. Le non monogamie si distinguono per il consenso di tutte le parti, che mirano a costruire una rete affettiva basata sull’etica della cura della singola persona e della rete nel suo insieme. Parteciperanno alla discussione: Nicole (Nic) Braida, con un background di formazione accademica sociologica e che ha dedicato il suo dottorato di ricerca alle teorie e pratiche poliamorose in Italia, la collettiva Poliamorica Bologna, che ha costruito il “Polimeriggio”, uno spazio aperto di confronto di esperienze, di cura collettiva e di dialogo anche per le persone monogame che vogliono decostruire la normatività relazionale, e Faq the Poly, podcast per fare informazione sul mondo poly e sulle non monogamie consensuali. Introduce Jules Ricci (Ottavo Colore).
- Comunicare oltre il patriarcato (dom. 17 settembre / h. 17.00)
Con la diffusione delle tecnologie digitali, la comunicazione e la pratica politica dell’attivismo hanno acquisito nuove forme. La rete è sempre più il luogo usato per sensibilizzare, mobilitare e creare consapevolezze, e lo fa attraverso linguaggi e narrazioni capaci di imporsi nell’immaginario collettivo per sovvertirlo. Farsi capire è un obiettivo politico. Durante l’incontro ci si interrogherà su come comunicare oltre il patriarcato ed essere compresi anche da persone che non hanno dimestichezza con alcuni nuovi termini e concetti. Parteciperanno alla discussione collettivi che da anni si occupano di comunicazione: Chayn Italia, piattaforma femminista che contrasta la violenza di genere attraverso strumenti digitali e pratiche collaborative; Le Moleste, collettivo di fumettiste, sceneggiatrici, disegnatrici che si occupano di parità di genere; Le parole fucsia, collettivo femminista biellese, autrici dell’omonimo podcast che ragiona su alcune delle parole più importanti e significative della riflessione femminista; Elena D’Epiro, attivista transgender e titolare della pagina instagram Trans.fakenews. Introduce Michela Cerocchi (Casa delle donne di Parma e Centro Studi Movimenti)