Razzismo, la piaga da debellare
“Si dice che siano comportamenti d’altri tempi – osserva la sindaca Angelini – ma ritengo, purtroppo, che siano anche dei tempi attuali. Il razzismo non appartiene al passato ma fa parte del presente ed è per questo che va contrastato con ogni mezzo e non si può restare indifferenti”.
Come già accaduto lo scorso mese – quando Daniela Angelini aveva voluto incontrare Thomas Calegari, il cestista dei Dolphins Riccione insultato per il suo aspetto fisico -, anche in questo caso la sindaca ha accolto in Municipio i giocatori dello United Riccione per portare loro la solidarietà della città e per rompere quel muro di silenzio che troppo spesso cala su episodi del genere. “Qui non si tratta di difendere i colori di una squadra di Riccione ma quelli dell’umanità”, osserva la sindaca.
Gli insulti contro Mokulu che non si sono mai fermati
Tutto è cominciato dopo uno scontro in campo che ha visto coinvolto Mokulu, stella dello United Riccione che a lungo ha giocato in serie B tra Avellino, Frosinone, Cremonese e Carpi. “Hanno iniziato a urlarmi di tutto”, ha raccontato Mokulu alla prima cittadina. Non voci isolate ma cori beceri e ripetuti. “Di solito cerco di staccare la mente, tentando di fare finta di niente per concentrarmi sulla partita, ma lì era proprio impossibile: mi hanno bersagliato ininterrottamente. È stato tremendo”. Mokulu, abituato a stadi con oltre diecimila persone, racconta di essersi “sentito senza forze”, quando ha chiesto conto di quel che stava accadendo all’arbitro. “Gli ho domandato se quei cori e quegli insulti razzisti li stavo sentendo solo io. Non ho avuto risposta”. Su questo aspetto la sindaca Angelini chiama il mondo del calcio a rispondere di questa indifferenza: “Dall’arbitro alla società ai vertici: questo mondo deve trovare la forza di debellare il razzismo”.
Arthur costretto a interrompere il riscaldamento in lacrime
Atteggiamento simile il giovanissimo Artur, 18 anni, lo ha riscontrato nel guardalinee. “Gli ho chiesto di intervenire, ma niente”. Artur è stato bersagliato mentre stava effettuando il riscaldamento. “Mi hanno urlato che devo stare zitto perché sono nero, oltre a insultarmi in ogni modo possibile”. Nell’indifferenza della terna arbitrale Arthur, a quel punto in lacrime, si è visto costretto a interrompere il riscaldamento. “Non ce l’ho più fatta. Ho preferito tornare in panchina piuttosto che continuare a farmi urlare le cose peggiori che abbia mai sentito”.
Il direttore generale dello United Riccione Emilio Capaldi, che ha accompagnato i giocatori dalla sindaca, ha riferito anche di minacce di morte sugli spalti: “A una nostra ragazza dello staff alcuni tifosi hanno fatto il gesto di tagliarle la gola”. La situazione in tribuna è degenerata al punto che la delegazione riccionese è stata scortata negli spogliatoi dai carabinieri a partita ancora in corsa. “Questo non è calcio – conclude amareggiata la sindaca Angelini -, nulla di quanto successo domenica può essere accettato”.
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