Ravenna

Ravenna, “Voglio tornare a giocare”

Cuore e Territorio e il Lions Club Ravenna Host donano 10 protesi ai bambini mutilati iracheni lunedì 25 novembre durante un incontro nella Sala Ragazzini di Largo Firenze

RAVENNA – Lunedì 25 novembre alle ore 18.30, il Lions Club Ravenna Host  e Cuore e Territorio organizzano un incontro alla Sala Ragazzini di Largo Firenze a Ravenna dal titolo  “Voglio tornare a giocare. L’esperienza di Emergency in Iraq”, che vedrà la partecipazione di Francesco Ricci, fisioterapista presso il Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di Emergency a Sulaimaniya, in nord Iraq. Durante la serata verrà donata all’Associazione umanitaria la somma necessaria per l’acquisto di 10 protesi destinate ad altrettanti bambini mutilati dalle mine in Iraq. L’evento è aperto alla cittadinanza e potrà essere seguito in diretta sulla pagina Facebook di Ravenna24ore.it.
Il percorso che ha portato a questa importante donazione internazionale parte da lontano.
Da quando, negli ultimi tre anni, Cuore e Territorio ha allargato la sua attività a progetti di sostegno per il Medio Oriente colpito dalle guerre, in particolare con il Siria Day 2017 e 2018. In questa fase il Lions Club Ravenna Host ha sposato gli intenti di tali attività fino a farsi parte attiva nella raccolta fondi attraverso il concerto del Coro SAT di Trento organizzato al Teatro Alighieri di Ravenna, nell’ottobre 2018, per ricordare il 100° anniversario della fine della Grande Guerra. Dopo attenta valutazione delle cause meritevoli, grazie anche alla preziosa guida di Emergency, il Lions Club Ravenna Host e Cuore e Territorio hanno scelto di devolvere le donazioni raccolte al progetto “voglio tornare a giocare”.
Il titolo della serata è ispirato alla storia di Sidra che, due anni fa, a causa della bomba che ha sfondato il tetto della sua casa e che ha ucciso suo cugino e ferito in modo grave uno dei suoi fratelli, ha perso parte della gamba sinistra.
Emergency l’ha accolta nel suo Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di Sulaimaniya, in Iraq dove si sono presi cura di lei.
“Voglio tornare a giocare senza quelle” – dice Sidra guardando le stampelle appoggiate al muro. Ne ha tutto il diritto anche se vive a Mosul, anche perché ha solo nove anni. Oggi le è stata creata una protesi che le permetterà di vivere una vita al pari dei suoi coetanei.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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