Un intervento che nasce nel più vasto obiettivo di riqualificazione e valorizzazione dell’area del Centro Storico di Rimini, migliorando la percezione della qualità ambientale e architettonica dello spazio urbano con lo sviluppo di un sistema sostenibile di raccolta differenziata. Con l’eliminazione dei cassonetti stradali e l’inserimento delle nuove postazioni interrate, il centro storico della città sarà così liberato dalle attrezzature ingombranti, riducendo il degrado estetico e visivo dovuto alla presenza dei contenitori nelle vicinanze di elementi di pregio storico-monumentale.
Le quattro isole ecologiche interrate – le prime di un progetto più vasto, per il centro storico, destinato in successione a crescere – saranno posizionate in via Bastioni settentrionali, via Bastioni occidentali, piazzale Gramsci, via Massimo D’Azeglio. Ognuna di esse sarà costituita ciascuna da cinque contenitori interrati per la raccolta dei principali rifiuti prodotti in ambito urbano come vetro, organico, carta-cartone, plastica-lattine e indifferenziato.
Il sistema di introduzione dei rifiuti è costituito da una torretta per contenitore in acciaio al carbonio, verniciata a caldo con colore ad effetto “corten” concordato assieme alla forma oltre che con il Comune di Rimini con la Soprintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggi. Le pavimentazioni dove verranno realizzate le isole ecologiche, attualmente in asfalto, saranno realizzate in lastre rettangolari di pietra colombino posate sfalsate. Ogni isola sarà costituita da cinque serbatoi interrati, da 3 mc per raccolta vetro e umido e da 5 mc per raccolta carta, plastica/lattine e indifferenziato, ognuno dei quali è chiuso superiormente da una porzione di pavimentazione (pedonale) alla quale è fissata la torretta di conferimento rifiuti. Il sistema di svuotamento sarà di tipo meccanico dall’alto ed il conferimento dei rifiuti avviene in apposita torretta fuori terra.
Sulla scorta delle prove georadar, dalle relazioni degli archeologi, dalle relazioni geologiche e geotecniche non dovrebbero sussistere particolari impedimenti alla realizzazione delle opere previste, ma gli scavi, considerando l’ambito, saranno presidiati e sorvegliati da un tecnico archeologo secondo quanto previsto e indicato dalla Soprintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggi.
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