Il progetto sperimentale, con 11 contenitori, riguarderà la zona delle frazioni del Comune di Parma
PARMA – Chi non apprezza una croccante frittura di pesce? Oppure, per rimanere nelle tradizioni locali, qualche pezzo di croccante torta fritta calda? Eppure, dietro queste buone cose da mangiare si nasconde un problema, quello dello smaltimento degli oli di frittura. L’olio alimentare esausto, gettato negli scarichi, può causare seri problemi alle condutture. Inoltre non va dimenticato che, se scaricato in fognatura, essendo più leggero dell’acqua crea un sottile velo d’olio impedendo l’ossigenazione e quindi pregiudicando il corretto funzionamento dei depuratori. Se invece viene liberato nel sottosuolo, l’olio si deposita in uno strato sottilissimo attorno alle particelle di terra e impedisce alle colture l’assunzione delle sostanze nutritive. Se l’olio esausto raggiungesse le falde acquifere, ne basterebbe un solo litro per compromettere la potabilità di un milione di litri d’acqua.
Il Comune di Parma ed Iren, gestore del servizio, hanno pensato di avviare un progetto sperimentale di raccolta differenziata dell’olio alimentare esausto che, se non correttamente trattato, potrebbe diventare un problema. L’olio alimentare esausto, da problema, può infatti divenire una importante risorsa. Dopo essere stato sottoposto a un processo di rigenerazione, è riciclabile come base per svariati prodotti: produzione di asfalti e bitumi, negli impianti di cogenerazione, biodiesel per trazione, produzione di mastici, collanti.
Come fare per raccogliere l’olio alimentare esausto? Dopo averlo fatto raffreddare, l’olio va travasato in una o più bottiglie di plastica già utilizzate, richiudendole bene con il tappo in maniera che l’olio non si sversi. Nel territorio del Comune di Parma verranno posizionati, al di fuori dell’anello della tangenziale, 11 contenitori, adeguatamente segnalati, nei quali inserire direttamente le proprie bottiglie di plastica con all’interno i residui degli oli alimentari usati, via via conservati in casa. Potranno essere conferiti oli residui da frittura, oli e grassi deteriorati e scaduti, strutto di burro e di maiale, residui di olio di conserve e prodotti in scatola. NON DOVRANNO invece essere smaltiti materiali estranei, quali olio per motori, olio lubrificante, altri liquidi e sostanze chimiche, maionese e salse.
I contenitori per la raccolta, di colore giallo, verranno posizionati a:
• BAGANZOLA: STRADA VECCHIA DI BAGANZOLA (F.TE CAPOLINEA BUS 6);
• CARIGNANO: VIA W. DON OLIVA ANGOLO VIA F. MASOLA;
• CORCAGNANO: VIA C. MORA ANGOLO VIA C. PARENTI;
• FOGNANO: VIA GANDHI (PARCO M. L. KING);
• MALANDRIANO: STRADA BASSA NUOVA (CHIESA DI SAN MARTINO);
• PANOCCHIA: PIAZZA ITALIA 61;
• PORPORANO: VIA BODRIO (F.TE CIV.42);
• SAN PANCRAZIO: VIA VIETTA (F.TE FARMACIA S. FILIPPO NERI);
• SAN PROSPERO: VIA PENNISI (PARCHEGGIO);
• VICOFERTILE: VIA SAN GEMINIANO (IN PROSSIMITA’ DELLA ROTATORIA);
• VIGATTO: VIA A. SCHIANCHI ANGOLO VIA MARTINELLA.
Per tutti i cittadini muniti di EcoCard è comunque sempre possibile conferire gli oli alimentari esausti anche presso i quattro Centri di Raccolta comunali.
Soddisfazione è stata espressa dall’Assessore alle Politiche di Sostenibilità Ambientale del Comune di Parma, Tiziana Benassi: “Sono due progetti accomunati dal fine ultimo di recuperare materiali e ridurre la produzione finale di rifiuti, in un’ottica di economia circolare. Infatti sia gli abiti usati che gli oli alimentari esausti vengono recuperati e riutilizzati. Il recupero degli abiti evita la produzione di tonnellate di rifiuti, il recupero dell’olio evita che questo vada a inquinare suolo e acque. Entrambi i progetti rappresentano per noi un punto di partenza e non un punto d’arrivo: per gli abiti usati vogliamo proseguire nella copertura delle postazioni con videosorveglianza, per scongiurare il più possibile ogni abbandono o utilizzo improprio. Per gli oli valuteremo se le posizioni scelte risulteranno più o meno produttive. I contenitori potranno pertanto essere ricollocati o integrati se il servizio dovesse essere gradito e i risultati della raccolta soddisfacenti”.
“Il Gruppo Iren, sempre attento alle migliori pratiche legate all’economia circolare” ha sottolineato Claudio Civa, Responsabile Servizi Territoriali di Iren Ambiente “è in prima linea per implementare le migliori pratiche legate al riciclo ed al riutilizzo dei materiali. La raccolta differenziata degli oli alimentari esausti va in questa direzione e rappresenta un passo in avanti segno di vicinanza al territorio ed ai suoi abitanti”.
METTITI NEI MIEI PANNI: LA RACCOLTA DEGLI INDUMENTI USATI NEL COMUNE DI PARMA
Al via il piano dell’Amministrazione Comunale e di Iren per la razionalizzazione della distribuzione dei contenitori.
Ogni cambio d’armadio che si rispetti rappresenta un problema: saltano fuori indumenti che non si usano più, scarpe ancora in buono stato che potrebbero essere riutilizzate, cappotti e soprabiti che non vanno più. Sarebbe un peccato gettare nella spazzatura questi capi d’abbigliamento, che potrebbero tornare utili a persone in difficoltà o come materiale da riutilizzare.
Gli abiti usati sono una risorsa preziosa: per questo è indispensabile smaltirli in modo corretto. Lo si può fare in molti modi, primo tra tutti riciclando gli indumenti o avviandoli alla filiera degli abiti di seconda mano ma, quando non è possibile riciclarli o venderli, se opportunamente conferiti grazie ad una raccolta differenziata dedicata, da problema possono divenire risorsa: opportunamente lavati e rigenerati potranno ancora essere utilizzati oppure costituire materia prima per la produzione di altri beni.
La raccolta degli abiti usati fa bene all’ambiente perché prolunga la vita di prodotti e materiali, riducendo il consumo di materie prime ed energia necessari a produrne di nuovi. Viene anche di molto limitata la quantità di rifiuti che deve essere smaltita: entro il 2025, secondo le nuove Direttive europee sull’Economia circolare, in tutti i Paesi europei dovrà essere effettuata la raccolta differenziata dei rifiuti tessili urbani.
A Parma l’Amministrazione Comunale ed IREN Ambiente gestore del servizio hanno approntato METTITI NEI MIEI PANNI, un piano di razionalizzazione della distribuzione dei contenitori dedicati alla raccolta degli abiti usati. Si tratta di circa 200 cassonetti anti intrusione, sparsi su tutto il territorio comunale. Alcuni contenitori esistenti saranno rimossi e posizionati in zone più controllate o coperte da sorveglianza elettronica, per evitare abbandoni o intrusioni indesiderate.
Non va poi dimenticato che è possibile conferire gli abiti usati anche presso i Centri di Raccolta di Via Barbacini, Via Bonomi, Via Lazio e L.go Simonini (questi ultimi tre aperti anche alla domenica mattina), ove sono collocati appositi contenitori dedicati alla raccolta.
“Dall’attività delle aziende italiane di selezione e valorizzazione si ottiene mediamente il 40% di prodotti da avviare al mercato dell’abbigliamento usato – sottolinea la Responsabile Progettazione Raccolte di Iren per l’Emilia Giulia Consigli – circa il 50% di materiale da avviare alla trasformazione in pezzame industriale, imbottiture e materiali fonoassorbenti. La raccolta degli indumenti usati è quindi particolarmente efficace dal punto di vista del riciclo della materia in quanto solo il 10% è costituito da rifiuti veri e propri da avviare allo smaltimento.”
Nei contenitori possono essere inseriti, in piccoli sacchetti, abiti usati, vestiti e cappotti, biancheria intima, calzini, stoffe in genere, coperte, tende, accessori di abbigliamento, scarpe e scarponi, cappelli, sciarpe e guanti. Non devono essere conferiti stracci unti, tessuti sporchi, abiti contaminati da altri materiali (ad. es. vernici, pitture), materiali estranei.