Question Time, coronavirus e situazione nelle strutture residenziali sociali e educative

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BOLOGNA – L’assessore Marco Lombardo, nel corso della seduta di Question Time, ha risposto alla domanda d’attualità del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico) sulle misure di contenimento del contagio da coronavirus nelle strutture residenziali sociali, per senza fissa dimora e educative.

Domanda d’attualità del consigliere Errani

“Visto che l’emergenza sanitaria legata alla pandemia Coronavirus che riguarda non solo le strutture sanitarie ma anche le strutture residenziali sociali ed educative, in particolare le strutture di accoglienza per le persone senza fissa dimora, le comunità terapeutiche e post riabilitative, e le comunità di accoglienza per mamme con bambini; invita cortesemente il Sindaco e la Giunta ad esprimere una valutazione politica sulle misure di contenimento che la Regione Emilia-Romagna e il sistema socio sanitario hanno previsto per tali strutture”.

Risposta dell’assessore Lombardo

“Grazie presidente,

ringrazio il consigliere Errani per la domanda posta. Condivido l’affermazione che faceva prima il consigliere Errani che, oltre al doveroso ringraziamento per il personale medico-sanitario, impegnato in prima linea per l’emergenza Covid, è giusto avere profonda gratitudine anche per tutti coloro che stanno svolgendo servizi socio-assistenziali, penso ai professionisti che lavorano nelle strutture ma penso anche alle diverse associazioni, che per esempio fanno assistenza domiciliare ai pazienti onco-ematologici o ad altri casi analoghi. Ricordo che su questo il Comune di Bologna si è impegnato per dare a tutte le associazioni che facevano assistenza domiciliare, mascherine, dispositivi di protezione individuale perché la potessero fare in sicurezza anche durante la fase dell’emergenza.

La domanda del consigliere però tocca diversi ambiti, diversi aspetti. Per quanto riguarda la risposta per la parte relativa alla sanità, mi rimetto a quanto già espresso dal collega Giuliano Barigazzi nell’aggiornamento che ha dato anche oggi in sede di risposta di question time con la relazione fatta rispetto rispetto alle CRA, rispetto agli ospedali, quindi non aggiungo altro su quello, come rispetto al tema delle strutture di accoglienza per i senza dimora, essendo anche una domanda specifica della consigliera Clancy, mi permetto di dare la risposta di questo aspetto nella domanda successiva, mentre utilizzo tutto il tempo a disposizione per dare la risposta sul tema comunità, mamme, bambini e comunità per minori che mi sembra una delle domande che non erano presenti nelle domande degli altri consiglieri e quindi merita un approfondimento.

A livello aziendale è stata istituita una task force centrale dotata di alte competenze per la gestione dell’epidemie: infermieri medici, geriatri epidemiologi ed infettivologi che si attiva in modo reattivo, ovvero quando è attivata da strutture in difficoltà, con due filoni di intervento il supporto per la sorveglianza: la consulenza su Dpi, tamponi e sierologia e il supporto clinico o assistenziale – connsulenza clinica, specialistica e infettivologica, terapia. A livello distrettuale è stata costituita una Task force distrettuale (TFD) per il governo dell’emergenza da Covid-19 nelle rete delle strutture socio-sanitarie accreditate e non accreditate, nelle comunità e nella domiciliarità che lavora in modo integrato con la Task centrale, ma si attiva in modo proattivo.

La task force distrettuale è composta da professionisti di Ausl, Comune e Asp e ha lo scopo prioritario di porsi in maniera proattiva rispetto alle azioni e interventi da effettuarsi nei confronti della rete delle strutture socio sanitarie accreditate e non accreditate. È a cura della task force distrettuale il contatto con le strutture presenti sul territorio al fine di: garantire la distribuzione di DPI per quanto in disponibilità dell’Azienda, assicurare un’attività di informazione e formazione a carattere preventivo. In particolare, per i servizi rivolti alla popolazione fragile e vulnerabile, offre formazione specifica per operatori delle cooperative sociali con indicazioni operative chiare riguardanti: protezione individuale, sorveglianza dei sintomi sospetti per Covid-19 negli ospiti in ogni comunità, informazioni sulla gestione di casi sospetti o positivi, elaborazione di brevi e chiare indicazioni per operatori che tengano conto delle peculiarità del contesto lavorativo, abitativo e delle peculiarità delle popolazioni target.

Collegamenti con tutte le risorse messe a disposizione: specialisti della Task centrale, Unità speciali di continuità assistenziale. Per quanto riguarda le comunità mamma/bambino e comunità per minori, la Regione Emilia Romagna, nel Documento del 18.3.2020 ‘Prime indicazioni operative per la corretta gestione delle attività dei servizi sociali territoriali (area tutela minori) e dei servizi di accoglienza di bambini e ragazzi ai sensi della DGR 1904/2011 e ss.mm.ii.’, relativamente alle Comunità del complessivo sistema di accoglienza per bambini/ragazzi e madri con minori ha previsto:

‘I nuovi ingressi in strutture residenziali sono possibili solo previo accertamento delle condizioni di salute del minore / della minore, per i quali è necessario entrare in possesso delle informazioni al riguardo. Anche qualora non vi fosse evidente sospetto di contagio di Covid-19 è comunque buona norma, laddove vi siano spazi adeguati e l’età e la condizione psicologica del minore lo consentano, mantenere per i primi 14 giorni dall’ingresso in struttura il minore in situazione di preventivo isolamento dal resto del gruppo, informando in maniera esaustiva e trasparente il minore / la minore per spiegare la situazione, ascoltare le sue richieste di chiarimento e assicurarsi che abbia compreso le motivazioni della necessità dell’isolamento.

Qualora si accertasse all’interno della struttura la presenza di una persona con sintomi riconducibili ad un possibile contagio da Covid-19 va prontamente contattato il medico di medicina generale e in caso di diagnosi di infezione da Covid-19 le misure profilattiche e terapeutiche saranno disposte dai curanti in base alla valutazione clinica.

In caso di accertato contagio il Dipartimento di sanità pubblica competente territorialmente svolgerà una accurata inchiesta per individuare la catena dei contatti e conseguentemente le persone per le quali vada disposta la misura di quarantena. Agli operatori e referenti delle strutture è pertanto richiesto di assicurare la massima collaborazione ed esaustività nel corso di questa indagine epidemiologica. Qualora il caso di contagio riguardi un minore, si ritiene opportuno che il referente della struttura di accoglienza informi di tale specifica situazione il Servizio Sociale inviante che, nei casi dovuti, aggiornerà l’Autorità Giudiziaria Minorile’.

A fronte di tali indicazioni regionali, ad un mese di distanza, si osservano i seguenti esiti, già oggetto di confronto tra Comune di Bologna ed Uffici regionali degli Assessorati competenti.

In generale non sono in atto focolai di contagio in comunità rivolte a minori e madri con minori, mentre, per quanto attiene le comunità mamma/bambino, incluse quelle dedicate alla violenza di genere, possiamo dire che, non senza difficoltà, molte di esse si sono organizzate per avere locale adibito, con bagno dedicato, per i 14 giorni di quarantena previsti per nuovi ingressi o casi di sospetta o accertata patologia Covid-19 (il Comune di Bo ha avuto ad oggi 1 solo nucleo sospetto Covid in struttura autorizzata ai sensi DGR 1904/11 poi rivelatosi negativo ai tamponi effettuati).

Ovviamente tale riorganizzazione delle comunità ha comportato e comporta una parziale riduzione dei posti complessivi disponibili con maggiori difficoltà di inserimento per le nostre numerose ed invariate richieste (abbiamo dovuto collocare alcuni nuclei monogenitoriali temporaneamente in contesti alberghieri nelle more di reperire collocazione comunitaria adeguata).

Relativamente alle strutture per minori sono diverse le questioni aperte: difficile isolare per 14 giorni bambini in età prescolare o scolare allontanati in modo urgente e sovente traumatico dalle famiglie, senza che possano frequentare i coetanei; per adolescenti con condotte devianti o con gravi psicopatologie si sta rivelando complesso realizzare inserimenti in comunità educative integrate o educative a causa dei 14 giorni di isolamento, tanto che in questo momento abbiamo 5 ragazzini/e in carico ai Servizi del Comune di Bologna ed alla Neuropsichiatria Infantile Ausl in attesa di ingresso.

Nei giorni scorsi (10 aprile) i Funzionari della Regione Emilia Romagna, referenti per le tematiche in oggetto, hanno incontrato una rappresentanza di tutti i gestori di comunità per ascoltare il loro punto di vista e ridefinire alcune questioni critiche, valutando eventuali modifiche delle indicazioni fino ad oggi previste.

In data 10 aprile, a seguito di una ricognizione complessiva del fabbisogno di Dispositivi di protezione individuale sulle comunità mamma/bambino, violenza di genere e minori da parte di Asp Città di Bologna, sono state distribuite, in questa fase, mille mascherine chirurgiche per il personale educativo da parte del Comune di Bologna. Per le strutture per i senza fissa dimora rimando la risposta alla domanda della consigliera Clancy”.