BOLOGNA – L’assessore Luca Rizzo Nervo, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d’attualità del consigliere Manes Bernardini (Insieme Bologna) e della consigliera Federica Mazzoni (Partito democratico), sull’emergenza degli afflussi nei Pronto Soccorso degli ospedali.
Domanda del consigliere Bernardini
“Premesso che da notizie di stampa si è appreso che vi è l’emergenza del Pronto Soccorso negli ospedali della città, anche a seguito di queste settimane di influenza e cadute per il gelo, si chiede al Sindaco e alla Giunta come pensano di muoversi ai fini di ridurre i disagi dovuti alla mancanza di personale”.
Domanda della consigliera Mazzoni
“Premesse le notizie di stampa in merito ai diversi problemi che si sono verificati nei giorni scorsi all’interno del Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore ed i disagi espressi dai cittadini si domanda al Sindaco e alla Giunta quali provvedimenti intende assumere l’Amministrazione comunale per porre urgentemente rimedio alla situazione attuale e migliorare il servizio”.
Risposta dell’assessore Rizzo Nervo
“Rispondo a questa domanda segnalando anch’io la preoccupazione che fin dalle giornate in cui si è verificato il serio problema di congestione all’interno del Pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore, che mi ha visto in continuo confronto con la direzione dell’Azienda sanitaria di Bologna per capire e verificarne i motivi, ma soprattutto per cercare nell’immediatezza delle soluzioni che potessero in parte attenuare queste problematicità, per poi, ed è questo il tempo, riuscire ad affrontare in modo organico un problema che, come giustamente diceva il consigliere Bernardini e ribadiva la consigliera Mazzoni, si trascina da molto tempo e non può trovare una sufficiente giustificazione nel fatto che durante il periodo invernale l’accesso a causa dell’influenza da un lato e in questi ultimi giorni il fenomeno del ‘gelicidio’ dall’altro hanno comportato un aumento degli afflussi. Una situazione di disagio che anche a me è stata rappresentata in maniera diffusa da molti cittadini e che appunto si è andata ad intrecciare con una situazione che non è solamente di questi giorni, ma ovviamente con una diversa intensità già si esprime da molto tempo.
In particolare nel corso dell’ultimo mese il Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore ha avuto un incremento degli accessi che si è concentrato nei giorni del 23 dicembre e del 1 gennaio, poi nella giornata del 13 gennaio. Tra il 23 dicembre e il 1 gennaio ha registrato 1.567 accessi, 140 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e nel dettaglio, gli operatori hanno assistito 93 codici rossi, 40 in più rispetto allo stesso periodo del 2015; 567 codici gialli, 155 in più; 648 codici verdi (-28); 259 codici bianchi (-27); 422 i ricoveri seguiti all’accesso in PS, 83 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’iperafflusso del Pronto soccorso si è associato, in quelle giornate, alla maggiore difficoltà di dimissioni dei ricoverati nei reparti di degenza, legata in parte al picco anticipato di patologie stagionali, in parte alla presenza ogni anno più significativa di pazienti anziani cronici e pluripatologici, ai quali l’ospedale necessariamente garantisce nel periodo festivo una continuità di cure ed assistenza più difficilmente reperibile sul territorio. Questo è un tema che dovrà essere affrontato al’interno della più complessiva riorganizzazione dell’offerta sanitaria del nostro territorio, perché è evidente che abbiamo la necessità, anche in quei periodi, di garantire sul territorio risposte rispetto alle lungodegenze che non trovino come unica risposta l’ospedale e quindi l’occupazione dei letti di degenza che proprio in quel periodo hanno una maggiore necessità di utilizzo.
Per fronteggiare la situazione l’Azienda USL di Bologna ha predisposto l’incremento della capacità ricettiva dell’ospedale per i pazienti dimissibili. E’ stata disposta, inoltre, l’utilizzazione flessibile dei posti letto destinati all’attività libero-professionale ed incrementata la disponibilità di posti letto nelle strutture private accreditate. I posti letto aggiuntivi hanno garantito ai pazienti ricoverati il tempo per accedere a soluzioni alternative, più adeguate ed appropriate del ricovero ospedaliero e hanno concorso ad una maggiore fluidità delle attività di Pronto soccorso, con conseguente riduzione dei tempi di attesa.
Nello stesso periodo si è provveduto anche a rafforzare la presenza di operatori sanitari, con 6 medici, 17 infermieri e 11 operatori socio-sanitari che si sono aggiunti al personale già presente in Pronto soccorso e nell’area medica.
Per quanto riguarda la giornata del 13 gennaio, a causa del “gelicidio” tra le 7 e le 10 del mattino è stato registrato un numero di traumi dalle 5 alle 10 volte superiore alle medie ordinarie. In quella stessa fascia oraria le chiamate al 118 sono più che decuplicate (1.434 chiamate rispetto alle 128 della stessa fascia oraria del giorno prima). Al Pronto soccorso ortopedico dell’Ospedale Maggiore sono stati registrati 116 accessi, con un incremento del 364% rispetto al giorno precedente (erano stati 25). Al Pronto soccorso generale dell’Ospedale Maggiore gli accessi sono stati 108, con un incremento del 45,9% rispetto al giorno precedente (74).
Anche il Pronto soccorso ortopedico del Maggiore è stato rafforzato con 1 ortopedico e 1 tecnico radiologo in più al mattino e al pomeriggio; 1 infermiere e 2 OSS in più al mattino e al pomeriggio; 1 infermiere in più per il turno di notte. Il Pronto soccorso generale è stato rafforzato con 2 infermieri in più, di cui 1 al triage, al mattino e al pomeriggio e 1 OSS in più al mattino e al pomeriggio.
Al di là delle criticità segnalate in questo periodo, certamente non facile, tutti gli operatori hanno saputo gestire con efficienza e disponibilità la straordinaria mole di lavoro richiesta, nonostante non si possa chiedere loro e al loro lavoro, pur fatto ripeto con competenza, di sortire l’effetto di diminuire un’attesa che deve essere affidata a una migliore organizzazione del Pronto soccorso e ad un acapacità di previsione di momenti come questi e di un adeguamento dell’organizzazione ad un iperafflusso come quello che si è verificato.
Oltre alle misure implementate tempestivamente per far fronte ai picchi di attività, l’Azienda ha predisposto una serie di azioni di carattere strutturale riguardanti il personale. Per quanto riguarda la componente medica, il 9 gennaio è entrato in servizio un nuovo dirigente medico con contratto a tempo determinato. Altre due unità saranno reclutate a seguito di un concorso di ruolo già bandito negli ultimi mesi del 2016, che sarà espletato nel prossimo mese di febbraio. Per quanto riguarda invece il personale infermieristico è già stata aumentata di una unità la presenza di OSS durante la notte, e dal prossimo 1 febbraio sarà attivata una reperibilità notturna infermieristica.
Anche a fronte di questa situazione di assoluto disagio che si è verificato per i cittadini, nella relazione con l’Azienda sanitaria si è deciso e vi è un impegno dell’Azienda per ridefinire e migliorare il modello organizzativo del Pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore. Nel prossimo mese di febbraio saranno completati anche i lavori di ristrutturazione, tuttora in corso. In vista del nuovo assetto strutturale e delle potenzialità che ne deriveranno, con la Direzione aziendale si è deciso di avviare una riflessione con il Dipartimento di Emergenza per rivisitare il modello organizzativo del Pronto soccorso, provando in maniera strutturale e non emergenziale a superare le criticità segnalate, che ripero non riguardano solo questo periodo, e migliorare l’efficienza dei servizi offerti ai cittadini.
Credo che debba stare all’interno di questa riflessione e di questo processo organizzativo debba stare anche una riflessione specifica sul personale, sul rafforzamento del personale del pronto soccorso, in particolare rispetto a fasi delicatissime e decisive per l’attesa, che sono quelle del triage e della gestione dei flussi di accesso. Certamente ci sono state delle situazioni contingenti che hanno aggravato, ma la situazione di disagio non si giustifica con l’influenza e il ‘gelicidio’, che peraltro sono eventi per nulla imprevedibili d’inverno.
Quindi, nell’associarmi ad un ringraziamento al personale che pur in condizioni straordinarie ha saputo garantire un efficiente servizio, credo che l’urgenza immediata di un percorso di riorganizzazione del Pronto soccorso, dentro la riorganizzazione complessiva dell’emergenza e urgenza e della sanità bolognese è in corso, sarà riferito anche ad alcuni aspetti che non riguardano direttamente il Pronto soccorso, ma che con il pronto soccorso hanno molto a che fare. Penso ad esempio alla strutturazione dell’ambito di cure intermedie, agli ospedali di comunità che dovrà riguardare anche Bologna, come occasione per offrire un’alternativa credibile, forte e reale ad una gamma di bisogni sanitari che possono trovare miglior risposta nella capacità di strutturare questo livello di cure; come credo sia decisivo un investimento sul territorio, anche attraverso le case della salute e attraverso la capacità di ricostruire un rapporto forte con i medici di medicina generale, un rapporto che non può essere lasciato semplicemente ad una contrattazione di tipo sindacale, ma deve essere un obiettivo forte di riorganizzazione complessiva della salute. Attraverso questi processi si gioca la capacità di costruire una risposta territoriale forte per rispondere anche a situazioni come queste. Seguiremo con attenzione l’evoluzione di questa situazione e questo specifico processo di riorganizzazione del Pronto soccorso del Maggiore, sperando che situazioni come quelle che si sono venute a creare non si possano ripetere”.