La domanda della consigliera Clancy
“Vista la protesta delle lavoratrici di Lis Group (ex Mr. Job), impiegate presso l’Interporto di Bologna nei magazzini Yoox, relativa alla riorganizzazione dei turni di lavoro imposta unilateralmente dall’azienda al subentro dell’appalto, senza tenere conto delle esigenze di conciliazione tra attività lavorativa e gestione familiare delle lavoratrici; visto che tale riorganizzazione ha spinto molte lavoratrici ad abbandonare il lavoro, operando un’espulsione di fatto del personale più vulnerabile; visto che in merito è stata avviata e già conclusa un’indagine ispettiva da parte dell’Ispettorato del lavoro in stretto raccordo con l’Assessorato al lavoro del Comune di Bologna; visto che, in una nota congiunta, Ispettorato e Assessorato affermano che “non si e’ trovato riscontro dell’esistenza di un fenomeno diffuso di dimissioni per motivi discriminatori a carico di mamme lavoratrici” e che in ogni caso “l’indagine ispettiva non preclude nuove ed ulteriori attività di accertamento” e che si continuerà “a monitorare la situazione, anche rispetto alla possibilità di addivenire ad azioni positive tra l’azienda e la Consigliera regionale di pari opportunità per cercare di venire il più possibile incontro alle situazioni di difficoltà delle lavoratrici”; visto l’ispezione citata ha preso in considerazione solo le dimissioni di madri lavoratrici passate sotto la nuova gestione Lis Group dopo il cambio appalto e non ha indagato i numerosi casi di madri lavoratrici che, all’atto del cambio appalto, sono state accompagnate, attraverso una mediazione, a non accettare la riassunzione presso il nuovo appaltante; visto l’ampio approfondimento che l’Amministrazione e il Consiglio comunale hanno dedicato i questi anni allo studio del fenomeno delle discriminazioni dirette e, soprattutto, delle discriminazioni indirette – cioè operate proprio attraverso un’organizzazione del lavoro escludente di alcune categorie che potrebbero invece continuare ad essere impiegate con alcuni piccoli accorgimenti nell’organizzazione del lavoro tali da non pregiudicare le esigenze produttive – a carico delle donne e delle madri lavoratrici e in generale all’analisi del fenomeno diffuso della penalizzazione del lavoro femminile; vista la disponibilità ad intraprendere azioni positive per la tutela e l’incentivo dell’occupazione femminile, in questa vertenza in particolare, nel quadro del protocollo di sito relativo ad Interporto con il coinvolgimento delle aziende presenti e delle organizzazioni sindacali, e in generale sul territorio metropolitano. Pone la seguente domanda di attualità per avere una valutazione politico amministrativa dal Sindaco e dalla Giunta sul tema; per sapere se, pur non riscontrando discriminazioni dirette nel caso specifico, non ritengano si possa parlare invece di discriminazione indiretta; per sapere in quale forma si concretizzeranno le azioni positive di cui alla nota citata; per sapere come l’Amministrazione intenda dare concretezza all’ampio approfondimento svolto in merito alla qualificazione e salvaguardia dell’occupazione femminile e alla lotta contro le discriminazioni indirette da cui le donne lavoratrici sono particolarmente colpite”.
La domanda della consigliera Palumbo
“Visto che nei mesi scorsi le lavoratrici di Lis Group (ex Mr. Job), impiegate presso l’interporto nei magazzini Yoox hanno protestato contro la riorganizzazione dei turni di lavoro imposta unilateralmente dall’azienda; sembra che questa riorganizzazione abbia portato più lavoratrici ad abbandonare il lavoro non potendo occuparsi della famiglia e dei figli minori; l’Assessore Lombardo in Consiglio comunale aveva annunciato a dicembre scorso che avrebbe inoltrato una richiesta formale di intervento all’Ispettorato del Lavoro; si apprende da una nota congiunta dell’Ispettorato del Lavoro e dell’assessorato al Lavoro del Comune di Bologna che è stata svolta una ispezione ai magazzini del’interporto e che “non si è trovato riscontro dell’esistenza di un fenomeno diffuso di dimissioni per motivi discriminatori a carico di mamme lavoratrici, risultando 7 dimissioni volontarie di cui 6 rassegnate da persone che hanno trovato una nuova occupazione”, ed inoltre “L’indagine ispettiva – si legge ancora la nota non preclude nuove ed ulteriori attività di accertamento”; sembra che il cambio dei turni rientrava in un progetto dell’azienda già prima dell’emergenza Covid-19, e quindi non sarebbe dovuto all’emergenza sanitaria come dice l’azienda, né tanto meno si tratterebbe di una misura temporanea, ma sarebbe a tutti gli effetti un cambiamento dell’orario di lavoro imposto alle operaie. Considerato l’impegno da parte dell’Amministrazione nel combattere le disuguaglianze di genere soprattutto in seguito all’aggravarsi del fenomeno durante l’emergenza sanitaria ancora in atto; dalla già citata nota congiunta dell’Ispettorato del Lavoro e dell’assessorato al Lavoro del Comune di Bologna, si apprende che si continuerà “a monitorare la situazione, per cercare di venire il più possibile incontro alle situazioni di difficoltà delle lavoratrici, compatibilmente con le esigenze produttive e con la situazione sanitaria che impone la separazione dei turni o delle squadre di lavoro per diminuire il rischio dei contagi da Covid”. Che l’ispezione citata ha preso in considerazione solo le dimissioni di madri lavoratrici passate sotto la nuova gestione Lis Group dopo il cambio appalto e non ha indagato i numerosi casi di madri lavoratrici che, all’atto del cambio appalto, sono state accompagnate, attraverso una mediazione, a non accettare la riassunzione presso il nuovo appaltante. Pone la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema. Per sapere dall’Amministrazione se intende realmente continuare a monitorare la situazione ai fini di fare emergere comportamenti dell’azienda che possano rendere difficile, per le lavoratrici, conciliare il lavoro con la cura delle bambine e dei bambini”.
La risposta dell’assessore Lombardo
“Le domande vertono su una vicenda che è stata già al centro di attenzione e di discussione da parte del Consiglio comunale, in Question Time ed è stato oggetto di questo assessorato anche su segnalazioni da parte di organizzazioni sindacali come i SìCobas e altre organizzazioni confederali.
Come è stato ricordato nel comunicato non è stato trovato riscontro a quanto denunciato sull’esistenza di fenomeni discriminatori nella gestione dell’azienda Lis Group. In particolare non si è trovato riscontro dell’esistenza di decine di dimissioni per motivi discriminatori, risultando invece 7 dimissioni volontarie, 6 delle quali rassegnate da persone che hanno trovato una nuova occupazione.