BOLOGNA – L’assessore Davide Conte ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d’attualità del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico) sulle cartelle Imu.
La domanda del consigliere Errani:
“Vista la rassegna stampa in merito alla spedizione di cartelle IMU a circa 2000 famiglie i cui coniugi risultano risiedere in due case in città diverse, fino ad oggi considerate abitazioni principali e quindi non soggette a tassazione prima casa. Il Comune di Bologna a seguito della sentenza della Cassazione n. 20130 del 24/09 del 2020, 4166 e 4170 del 19/02/2020, ha iniziato a rivalersi sull’IMU dal 2015. Letto che molti cittadini hanno inviato ricorsi verso l’amministrazione comunale per la cancellazione delle cartelle. Considerando, inoltre, la grave situazione economica che sta attraversando il Paese, il Governo sta lavorando per presentare un condono delle cartelle esattoriali degli anni passati e diversi provvedimenti per alleggerire imprese e famiglie dall’aggravio delle imposte. Invita cortesemente il Sindaco e la Giunta: ad esprimere una valutazione politica sull’opportunità di rivedere la richiesta di pagamento delle cartelle esattoriali IMU dal 2015 per incertezze di interpretazione”.
La risposta dell’assessore Conte:
“Ringrazio il consigliere Errani per questo quesito. Si tratta di una questione molto delicata, che da alcuni mesi stiamo gestendo come Area Bilancio, nello specifico per quanto riguarda le Entrate, con un confronto diretto con le rappresentanze dei proprietari di casa e ovviamente con un confronto diretto con altre Amministrazioni. Come ha sottolineato lei non è una scelta del Comune di Bologna, ma è uno sviluppo che l’attività della Cassazione ha aggiornato rispetto ai precedenti orientamenti del MEF, relativamente alla legge sull’esenzione della prima casa che oggettivamente presentava dei dubbi interpretativi e delle criticità dal unto di vista dell’interpretazione della norma, che se da un lato aveva acclarato il fatto che la norma relativa alle residenze nello stesso comune con due proprietà di casa la situazione era stata definita in modo chiaro, mentre non è stata definita in modo chiaro se non recentemente dalla Cassazione l’interpretazione per quanto riguarda i nuclei spezzati con proprietà in due comuni differenti.
Confermo l’impatto anche che sottolinea lei, perché coinvolge oltre 2.000 famiglie della nostra comunità solo a livello bolognese, confermo il fatto anche della velocità rispetto ad altre Amministrazioni, che comunque dovranno adeguarsi anche loro a questa norma. Anche il Tribunale dei contribuenti dell’Emilia-Romagna ha riconosciuto corretta l’attività svolta dal Comune di Bologna in termini di riscossione. Per andare il più possibile incontro alle famiglie c’è da parte nostra massima apertura al confronto e all’analisi dei singoli casi, ricordando comunque che per legge l’unico motivo che prevede la residenza diversa di un coniuge è eventualmente legato a un’attività professionale o legata nello specifico a chi lavora nell’Esercito o nella Pubblica amministrazione, ma tendenzialmente non c’è mai una motivazione per spezzare il nucleo. Nello specifico dei 2.000 nuclei che noi abbiamo intercettato a cui noi abbiamo inviato le notifiche per il 2015, essendo il pagamento annuale la rateizzazione non è prevista, ma cerchiamo di andare incontro non mandando tutte le cartelle dei 5 anni insieme, ma solo quella del primo anno di competenza, ma il confronto è aperto con le associazioni, per capire come risolvere il problema, che colpisce i nostri cittadini ma che non è di competenza dell’Amministrazione, ma di tipo nazionale. Quando emerse il problema di queste cartelle ci fu subito una reazione, anche di alcuni parlamentari bolognesi, per capire a Roma quale fosse il problema. Il problema è di sviluppo e di adeguamento della norma nazionale. Quindi la vera pressione che come Amministrazione e come consiglieri possiamo fare è quella di modificare la norma nazionale per essere il più chiara possibile, e quindi eliminare qualsiasi ulteriore dubbio interpretativo da cui nasce il problema che stiamo affrontando adesso.
Aggiungo che, come previsto dalla norma, dato il fatto che c’era un dubbio interpretativo, non abbiamo aggiunto oneri al pagamento dell’IMU. Capisco la criticità per le famiglie, ma il problema è assolutamente di interpretazione e di una norma scritta effettivamente in modo equivoco a livello nazionale, che però ora con l’interpretazione della Cassazione si definisce in modo inequivocabile la modalità di tassazione, che prevede appunto il pagamento dell’IMU. Do un ultimo dato, le famiglie a Bologna che sono proprietarie di due o più immobili oltre a quelli del comune sono 17 mila circa, di quelle che hanno il nucleo spezzato circa 2.000.
L’importanza per noi è quella di intervenire a livello nazionale, con una pressione sul Parlamento per definire meglio la norma ed eventualmente innovare, visto che si discute di riforma fiscale e di innovazioni di varia natura, capire anche a livello nazionale come procedere su questo”.