La domanda della consigliera Cocconcelli
“Altri eventi critici all’interno della Casa Circondariale della “Dozza” di cui, sempre più spesso, sono responsabili detenuti dediti al consumo di droghe e/o alcool. Il primo episodio ha riguardato il violento pestaggio di un detenuto di origini albanesi da parte di altri detenuti, ed è attualmente ricoverato in ospedale. Il secondo, invece, ha avuto come protagonista un poliziotto, che è stato colpito al volto da un detenuto noto per le aggressioni seriali, con annesso atto incendiario all’interno della cella. Chiedo al Sindaco ed alla Giunta una valutazione politico-amministrativa nel merito e chiedo quali soluzioni si intendano adottare onde evitare che la situazione diventi ingestibile”.
La risposta dell’assessora Zaccaria
“Riesco a fare un aggiornamento su questo tema, ringraziando il Garante comunale Ianniello per gli aggiornamenti costanti e perché ha posto l’attenzione sull’incremento di aggressioni all’interno della Casa circondariale già alla fine di marzo, iniziando un’interlocuzione subito accolta con la direzione della Casa, e aveva già chiesto oltre un mese fa un approfondimento, rilevando un aumento di casi di aggressività nei confronti del personale penitenziario. Faccio presente che c’è molta attenzione e preoccupazione, in considerazione di alcune cose che ha messo in evidenza lei, ma anche perché l’ultimo anno è stato durissimo, sia per le condizioni di detenzione che sappiamo essere peggiorate durante la pandemia e per le misure che per questioni di sicurezza si sono dovute applicare, ma che hanno certamente aumentato la tensione e di conseguenza peggiorando le condizioni di lavoro del personale, che merita tutta la nostra attenzione e tutela, perché sappiamo che fa un lavoro difficilissimo e mette a rischio la propria incolumità fisica. In seguito alle sollecitazioni del nostro Garante, che ha chiesto la programmazione di interventi multidisciplinari, è iniziata questa interlocuzione con la Casa circondariale, e si è arrivati a ricondurre la maggior parte di queste aggressione a determinati soggetti. Infatti il trasferimento di uno di questi e la scarcerazione di un’altra, hanno ridotto gli episodi, ma lo dico anche per dire che l’attenzione è stata tale da ricostruire cosa stava succedendo e a opera di chi, e questo lo trovo molto importante. È in corso un’intensa attività di confronto tra le aree dell’istituto – sicurezza, trattamentale e sanitaria – che non si è mai interrotto, anzi si è intensificato, sia in stretta connessione alle esigenze della gestione della pandemia, ma anche proprio a fronte di questi episodi.
C’è la questione delle sostanze alcoliche, che abbiamo già affrontato in Question Time, che ha ulteriormente aumentato l’attenzione, che riguarda una produzione artigianale che vede in atto un’attività di contrasto da parte del personale e della direzione che risponde alle nostre sollecitazioni. Ho riferito questo percorso nelle scorse settimane, non all’esito dell’episodio che lei ha messo al centro della domanda di oggi, proprio per dire che ce l’abbiamo presente e c’è una costante attività di confronto, approfondimento e segnalazione, e di contatto grazie alla figura del Garante, che si occupa non solo della condizione di detenzione, ma fa da tramite anche per le condizioni di lavoro del personale. Questi elementi sono interconnessi, perché le condizioni siano positive, penso che se lo sono per il personale, lo sono per i detenuti e viceversa. Dobbiamo continuare a vigilare, rispetto ai riscontri che ci vengono dati e sono auspicabili sia specifici interventi, sia particolare attenzione alle persone che vengono individuate come quelle più pericolose e sia alle condizioni generali, che stanno alla base della tranquillità di tutte e tutti. Spero di averle risposto e soprattutto di aver messo in luce l’attenzione che continuiamo ad avere, grazie al Garante, rispetto a una situazione preoccupante e potenzialmente ancora pericolosa”.
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