La domanda della consigliera Palumbo
“Visti gli articoli di stampa apparsi in merito alla trasformazione di due reparti della Casa residenza per anziani (Cra) Villa Ranuzzi di Bologna, in reparto ospedaliero per pazienti Covid a bassa intensità, su richiesta dell’Ausl. Visto che nell’atto firmato dall’area Welfare di Palazzo D’Accursio, viene spiegato che la richiesta punta ad ottenere l’autorizzazione alla trasformazione di due reparti della struttura Cra di via Casteldebole, il reparto Arancio e il reparto Arcobaleno, di 30 posti ciascuno per convertirli in unico reparto ospedaliero per pazienti Covid-19 a bassa intensità per 60 posti complessivi, per le funzioni di area degenza e ambulatorio medico. Sembra che siano in corso le verifiche da parte del Direttore del Dipartimento di Sanità pubblica circa il possesso dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, sia generali che specifici, e che occorrerà anche il necessario parere da parte della Regione Emilia-Romagna. Le Cra sono i luoghi nei quali maggiormente si sono verificati casi di contagi e decessi in tutto il territorio cittadino, gli anziani sono la categoria più a rischio e per questo vanno tutelati con ogni mezzo. Pone la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta su questo argomento. Per sapere dall’Amministrazione: se non pensa che creare un reparto per pazienti Covid all’interno di una CRA metta a rischio la salute degli suoi ospiti; se ha valutato la possibilità di utilizzare altre strutture presenti sul territorio cittadino più consone a questo scopo”.
La risposta dell’assessore Barigazzi letta dall’assessore Mazzanti
“Gentile consigliera,
rispondo alle sue attente e comprensibili riflessioni. L’attuale recrudescenza della pandemia covid-19 sta determinando a livello aziendale un aumento del tasso standardizzato di incidenza, come confermato dall’ultimo report del Dipartimento di Sanità Pubblica circa l’andamento della pandemia da Sars-Cov2 sull’intero territorio dell’Azienda Usl di Bologna (settimana dal 4 al 10 gennaio). In particolare si registra negli ospedali di Bologna un progressivo incremento degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri, con conseguente criticità di posti letto sia pubblici che del privato accreditato (questi ultimi già forniscono più di 300 posti letto in ambito covid). Questa situazione tra l’altro si verifica nonostante sia stata potenziata l’offerta delle rete socio-sanitaria territoriale con apertura di 24 posti, incrementabili, di una Residenza Anziani covid a Bologna, con il potenziamento delle Usca, la rimodulazione di percorsi di continuità assistenziale Ospedale-territorio per pazienti con covid-19, l’attivazione di interventi assistenziali al domicilio nei giorni pre-festivi e festivi durante il periodo delle festività natalizie. Inoltre è importante ricordare che la saturazione dei posti letto dedicati a covid-19 nel sistema è particolarmente delicata; infatti una ulteriore espansione di posti di questo genere comporta la riconversione di attività ordinarie dedicate a tutte le altre patologie. Situazione che in questa seconda fase della pandemia come sottolineato più volte si sta cercando di limitare al minimo proprio a garanzia della salute collettiva. Per essere più precisi, la necessità di rafforzare l’ offerta di letti di bassa intensità discende dalla valutazione che i letti di questo tipo siano utili a aumentare il turn over sui posti letto ordinari che sono prevalentemente attivi negli stabilimenti pubblici e la cui occupazione inappropriata per mancanza di dimissibilità in bassa degenza determina quindi il rischio di dover convertire altra degenza in letti covid togliendo risposte ai pazienti no covid soprattutto per attività programmata, per esempio chirurgia.