La domanda della consigliera Palumbo
“Vista la lettera apparsa sulla stampa dove un padre di due ragazzi di 10 e 12 anni chiede che vengano riaperte al più presto in sicurezza le strutture sportive per permettere gli allenamenti almeno all’aperto. Visto l’articolo di stampa nel quale il circolo tennis Virtus ha lanciato un grido di aiuto per poter riaprire il prima possibile le proprie attività. Visto che sembra che in tutta la regione, compresi i circoli tennis dell’area metropolitana, si giochi e i campi siano aperti e risultino chiusi solo i circoli bolognesi, con conseguente migrazione degli sportivi nei comuni limitrofi che risultano essere aperti. Visto inoltre che lo sport per adulti e ragazzi rappresenta un tocca sana per la salute, un momento di socializzazione, educazione e disciplina.
La domanda della consigliera Scarano
“In tutta la Regione i campi sono aperti, fateci giocare. Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta di esprimere un parere politico amministrativo in senso generale ed in particolare vorrei conoscere le motivazioni dell’obbligo di chiusura in città dei circoli che praticano sport individuali, quando invece nel restante territorio della città metropolitana e della intera regione praticare altri sport individuali, come ad esempio il tennis, è consentito, creando una incomprensibile disparità di trattamento. Chiedo se ritenga l’amministrazione opportuno modificare o addirittura ritirare questo provvedimento”.
La domanda del consigliere Sassone
“In relazione all’articolo di stampa ed alla luce dei dati comunicati ed alle richieste formulate al Comune dal presidente Aldo Maria Beretta, chiede alla Giunta e all’assessore un parere in merito a quanto è emerso e quale sia la posizione politico amministrativa del Comune di Bologna in relazione alle richieste ivi formulate”.
La risposta dell’assessore Lepore
“Forse qualcuno conoscerà quello slogan che si legge in qualche osteria: ‘Per colpa di qualcuno, non si fa credito a nessuno’. Ora, il problema dello sport e dell’apertura dei circoli è una questione che purtroppo ci trasciniamo dall’anno scorso, che ha visto il governo prendere dei provvedimenti che vedo essere confermati anche con il cambio di governo e che a mio avviso sono molto discutibili, perché di fatto si dice che lo sport non si può svolgere nelle zone rosse, salvo gli sport di interesse nazionale, perché si presuppone ci siano atleti di interesse nazionale professionisti che devono svolgere dei campionati. Il problema è che abbiamo assistito in questo anno a un fiorire di atleti di livello nazionale. Ora, io penso si possa essere atleti di livello nazionale dai 5/6 anni fino ai 90, 100, 110 anni, per carità io non metto in discussione che ad ogni età si possa svolgere sport, però credo che dobbiamo essere rigorosi. È una questione etica, una questione etica nei confronti della nostra comunità, siamo in piena pandemia, il Sindaco è responsabile sanitario e ovviamente risponde del proprio Comune. Mi sono coordinato con i miei colleghi degli altri Comuni dell’area metropolitana, così come a livello nazionale, però è chiaro che il Comune di Bologna ha una forte peculiarità, ci sono oltre 150 impianti sportivi comunali, in più ci sono quelli privati, negli altri Comuni ci sono uno o due impianti, a volte tre se ci metto un circolo tennis, non di più.