Bologna

Question Time, chiarimenti sulla distribuzione delle mascherine nella Fase2

BOLOGNA – L’assessore Alberto Aitini ha risposto ieri, in seduta di Question time, alla domanda d’attualità della consigliera Elena Leti (Partito Democratico) sulla distribuzione delle mascherine nella Fase 2.

Domanda della consigliera Leti

“Viste le notizie di stampa allegate in merito alla distribuzione/vendita di mascherine e al possibile obbligo di utilizzo a partire dalla cosiddetta “fase 2″, domanda al Sindaco e alla Giunta: una valutazione sull’attuale fornitura e sui futuri approvvigionamenti di mascherine per la città di Bologna; se sono previste ulteriori forniture di mascherine per distribuzioni gratuite e con quali modalità; se sono previste, in caso di obbligo all’uso delle mascherine, politiche di calmierazione dei prezzi di acquisto”.

Risposta dell’assessore Aitini

“Consigliera, torno volentieri su un argomento che rappresenta uno dei punti più importanti della discussione in corso a livello nazionale, regionale e anche locale, circa le modalità per affrontare la cosiddetta fase 2 in condizioni di sicurezza. È importante sottolineare che non si sta parlando solo delle mascherine, che chiaramente è il tema principale, ma in generale dei dispositivi di sicurezza da destinare in primis al personale sanitario e in generale alle persone più esposte al contagio in base alla tipo di attività che svolgono, ai lavoratori delle aziende che via via stanno riprendendo e riprenderanno la produzione e in generale alla popolazione, con particolare attenzione alla popolazione anziana o in condizioni di fragilità.

Come noto, nella nostra Regione la situazione è sempre stato oggetto di forti attenzioni e, come ho già avuto modo di dire in questa sede, mi preme ricordare l’ultimo acquisto da parte della Regione di 3 milioni di mascherine che sono state distribuite poi tramite la Protezione civile, ai cittadini. E voglio ricordare il ruolo fondamentale che hanno svolto i comuni e i tanti volontari che nei comuni hanno dato una grossa mano nella distribuzione. Io penso al nostro Comune dove una gran parte delle mascherine è stata consegnata a domicilio alle persone di età superiore ai 75 anni o alle persone con disabilità e un’altra parte invece stata distribuita tramite le farmacie.

Come si evince dalla discussione in corso in tutte le sedi, l’obiettivo è però chiaramente di uscire, come diceva lei, da una logica emergenziale, facilitando sia la produzione che l’approvvigionamento dei dispositivi di sicurezza rendendo così elemento residuale l’attività di contrasto alle azioni di speculazioni o addirittura di esplicita violazione delle norme, come abbiamo purtroppo visto recentemente con i sequestri da parte della Guardia di Finanza, anche del nostro territorio, di ingenti quantità di dispositivi di protezione individuale che erano in palese violazione delle norme. A riguardo ci tengo a segnalare alcune iniziative sia a livello europeo che a livello nazionale che vanno sicuramente in tale direzione. In primis l’articolo 39 del decreto-legge dell’8 aprile del 2000 che estende il credito d’imposta dell’anno 2020 all’acquisto di dispositivi di protezione per i lavoratori di aziende esposti accidentalmente al rischio biologico.

Il Governo inoltre, su indicazione del commissario Arcuri, ha proposto un emendamento in sede di riconversione del decreto “Cura l’Italia” che ha rafforzato i poteri di acquisto di dispositivi di protezione individuale da parte della Protezione civile anche al fine di contrastare comportamenti speculativi. La Commissione europea ha approvato la richiesta degli Stati membri di revocare temporaneamente per sei mesi, al momento per sei mesi, i dazi doganali e l’iva imposta sulle importazioni di mascherine, di ventilatori e di altri dispositivi rivolti agli ospedali e questo dovrebbe contribuire notevolmente ad abbassare il prezzo finale dei prodotti. Infine tutti i gruppi parlamentari anche su richiesta di molti Comuni del nostro Paese hanno concordato sull’introdurre nei prossimi provvedimenti in materia, l’azzeramento o la riduzione al 4% dell’Iva sui dispositivi di protezione, in particolare come diceva lei, sulle mascherine, una proposta che è stata caldeggiata in primis dal Ministro Speranza.

In generale mi preme dire che da quel che si legge negli studi, dalle rilevazioni effettuate su scala nazionale, il reperimento dei dispositivi di protezione tramite le farmacie le parafarmacie, e da alcuni giorni anche nella grande distribuzione, è positivamente avviato, quindi stiamo uscendo da questa base emergenziale e stiamo entrando in una fase dove le mascherine sono più facilmente reperibili e anche in termini di prezzi, per fortuna, sta iniziando un acquisto “garantito” per una fascia sempre più larga della popolazione.

Ricordo infatti che con la graduale riapertura delle attività a partire in particolare dal prossimo 4 maggio, è probabile o comunque è auspicabile che il Governo decida per l’obbligo di utilizzo delle mascherine per tutta la popolazione. È chiaro che questo deve prevedere la possibilità di reperirle con grande facilità, come dicevamo prima, dalle farmacie o dalla grande distribuzione, e sopratutto di reperirle a prezzi bloccati, fissi, calmierati nella maggior parte dei punti vendita possibili.

Quindi è fondamentale che, nel momento in cui il Governo prenderà questa decisione, che io auspico, che ci sia l’obbligo per tutti per un determinato periodo di portare la mascherina, è però prima fondamentale che il Governo garantisca la possibilità di reperirle e sopratutto che garantisca la possibilità di reperirle a prezzi fissi,ovvero bassi, ovvero per tutta la popolazione”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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