La domanda del consigliere Errani
“Visto la rassegna stampa in merito alla situazione legata all’emergenza Covid-19, in particolare alla didattica a distanza per i figli del personale sanitario direttamente impegnato nel contenimento della pandemia. Considerato che il dramma della pandemia sta ampliando la disparità che già esisteva tra uomini e donne, essendo le donne maggiormente impiegate nell’assistenza sanitaria (ospedali e case di cura) e occupandosi spesso dell’educazione dei figli, della famiglia e degli anziani.Considerato, inoltre, che Regione Emilia-Romagna, Anci regionale e Comune di Bologna hanno scritto al Governo e al Ministro dell’Istruzione per chiedere chiarimenti urgenti rispetto all’attività in presenza in zona rossa, a seguito dell’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm del 2 marzo, per l’impatto del provvedimento sulle famiglie e sulla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, a seguito della sospensione delle attività in presenza della scuola e dei servizi per l’infanzia. Considerato, infine, che la maggioranza dei Paesi europei, anche nei momenti più difficili della pandemia, ha mantenuto aperti nidi, scuole dell’infanzia e primarie, in particolare per i figli del personale sanitario. Invita cortesemente il Sindaco e la Giunta: ad esprimere una valutazione politica sull’opportunità di assicurare, in collaborazione con Regione e Ufficio scolastico territoriale/regionale, a tutti i figli del personale sanitario una didattica in presenza nelle scuole e servizi educativi, in modo sicuro”.
La risposta dell’assessora Zaccaria
“Grazie consigliere Errani, condivido in pieno le sue osservazioni, come lei sa, dal 9 marzo, in attuazione dell’articolo 43 del DPCM del 2 marzo, noi abbiamo attivato i progetti individualizzati in presenza per i bambini con disabilità sia per il nido che per la scuola d’infanzia comunale. È però del 12 marzo una ulteriore nota del Ministero dell’Istruzione, la nota 662 che ha citato anche lei, che segue un po’ le altre di cui parlavo nelle domande precedenti, a un certo punto sembrava che potessero essere accolti in presenza solo i bambini disabili o con bisogni educativi speciali. Noi francamente auspicavamo, per i motivi che ha detto lei, che invece potessero essere affiancati in presenza da alcuni compagni di classe, pur nella consapevolezza che non è possibile accoglierne tanti, ma il piccolo gruppo ha una finalità inclusiva non rinunciabile, l’ho dichiarato in più occasioni.