BOLOGNA – L’assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi ha risposto alla domanda d’attualità del consigliere Gian Marco De Biase (Gruppo misto) sul piano vaccinale anti covid. La risposta è stata letta dalla vicesindaca Valentina Orioli.
La domanda del consigliere De Biase
“Visti gli articoli di stampa apparsi in merito alla presentazione del piano vaccinale anti covid presentato dal Ministro Speranza. Visto che l’Assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, ha dichiarato che da febbraio ci sarà il vaccino e che per la distribuzione di massa occorrerà tutto il prossimo anno. Pone la seguente domanda d’attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema. Per sapere dall’Amministrazione: se c’è e a che punto è il Piano organizzativo per l’attuazione del piano vaccinale anti covid a Bologna; le tempistiche previste per la sua implementazione; se sono stati individuati i siti per lo stoccaggio del vaccino. Se è stata presa in considerazione la possibilità di affidare anche ai farmacisti la somministrazione del vaccino”.
La risposta dell’assessore Barigazzi letta dalla vicesindaca Orioli
“Gentilissimo, facendo riferimento alla domanda di attualità di cui all’oggetto si precisa quanto segue. Il piano nazionale “Vaccinazione anti-SARS-COV 2/Covid 19 Piano Strategico” è stato pubblicato dal Ministero in data 3 dicembre e fornisce i primi elementi di preparazione e implementazione della strategia vaccinale. Alla sua lettura si rimanda dunque per approfondire molte delle questioni poste nella presente domanda. Nel documento viene presentata infatti “una sintesi delle linee di indirizzo relative alle azioni che sarà necessario implementare al fine di garantire la vaccinazione secondo standard uniformi nonché il monitoraggio e la valutazione tempestiva delle vaccinazioni durante la campagna vaccinale”.
La Regione Emilia definirà nei prossimi giorni le prime indicazioni operative in attuazione del piano nazionale perché l’organizzazione dell’attività vaccinale sia operativa per i primi vaccini che si renderanno disponibili (è certo che saranno quelli di Pfizer). Si ricorda che in via prioritaria il target nelle fasi iniziali è rappresentato dagli Operatori sanitari e sociosanitari delle strutture pubbliche e private accreditate che hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Immediatamente a seguire il target sarà quello dei Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani e le Persone di età avanzata. La progressività dell’estensione sarà condizionata anche dalle priorità che potrebbero cambiare sostanzialmente se i primi vaccini disponibili non fossero considerati efficaci per gli anziani e da diverse altre variabili riportate nel piano strategico. Si segnala che l’Azienda USL di Bologna sta già sperimentando dal mese di settembre un modello organizzativo per la vaccinazione di massa sulla popolazione presso un ampio spazio messo presso l’Autostazione dove si è realizzata la vaccinazione antiherpes zoster e la vaccinazione antinfluenzale per sottogruppi di popolazione fragile e per le donne in gravidanza e familiari. In particolare sono state attivate 5 linee parallele di somministrazione dei vaccini che hanno dimostrato, garantendo la sicurezza per gli operatori e per i cittadini, di ottimizzare il personale dedicato ed il tempo di esecuzione della vaccinazione. In relazione alle caratteristiche di conservazione del vaccino che sarà offerto agli operatori sanitari e socio-sanitari dovrà essere garantita la somministrazione, nell’arco di una giornata, di circa 900 dosi vaccinali per sede vaccinale.
In questo senso sarà necessario individuare almeno un altro punto di vaccinazione di massa, punto che è all’attenzione di Azienda e Comune di Bologna, che ha fornito ovviamente la più completa disponibilità.
Da quanto riferito dalla Regione Emilia Romagna le dosi di vaccino saranno disponibili entro fine gennaio 2021 . Quindi si prevede che tutta l’organizzazione sarà attiva per quel periodo. Si ricorda che per quanto riguarda i controlli di sicurezza ed efficacia, nonché l’autorizzazione all’immissione in commercio sono di competenza di EMA, l’agenzia regolatoria per l’Europa in questo ambito. Il Piano Strategico riporta che, cito testualmente, “non si esclude che si arrivi a concedere una prima AIC già entro l’anno”.
I siti di stoccaggio saranno quelli che hanno a disposizione adeguate celle frigorifere (in grado di garantire temperature attorno ai -70/80 gradi centigradi). Tali siti sono già stati individuati nelle Aziende. Sempre il Piano riporta che “nella definizione dei piani di fattibilità e delle forniture di tutte le attrezzature/strumenti/materiale necessari sono stati considerati diversi aspetti, tra cui la catena del freddo estrema (-20/-70) per la conservazione di alcuni vaccini (vaccini a mRNA) o catena del freddo standard (tra i 2 e gli 8 °C)”. In ognuno dei due casi cambiano le modalità di conservazione.
Per quanto riguarda il coinvolgimento dei farmacisti, cenni sono stati riportati da organi di stampa, ma non sono esplicitamente contenuti nel Piano. Infatti, e cito testualmente di nuovo, nel Piano viene detto che “con l’aumentare della disponibilità dei vaccini, a livello territoriale potranno essere realizzate campagne su larga scala (walk-in) per la popolazione presso centri vaccinali ad hoc e, in fase avanzata, accanto all’utilizzo delle unità mobili, il modello organizzativo vedrà via via una maggiore articolazione sul territorio, seguendo sempre più la normale filiera tradizionale, incluso il coinvolgimento degli ambulatori vaccinali territoriali, dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, della sanità militare, e dei medici competenti delle aziende”.