La domanda della consigliera Clancy
“Considerata la situazione di grave inquinamento atmosferico che interessa l’area metropolitana di Bologna; visto il progetto per l’allargamento in sede del tracciato autostrada/tangenziale nel tratto cittadino, così detto Passante di mezzo; visti i molti e documentati dubbi, espressi fin dalla nascita del progetto da una molteplicità di soggetti, sulla sua sostenibilità in termini ambientali e di tutela della saluta pubblica e sulla sua reale utilità nel risolvere il problema della congestione del nodo autostradale di Bologna; viste le forti e motivate preoccupazioni espresse dai cittadini e dalle cittadine residenti in prossimità del tracciato; considerata la richiesta, più volte reiterata, di procedere ad un’analisi epidemiologica preventiva sugli effetti dell’inquinamento sulle persone che abitano nelle vicinanze del tratto cittadino dell’autostrada/tangenziale; viste le dichiarazioni dell’Assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo, in merito alla necessità di avviare l’indagine epidemiologica e contemporaneamente di procedere con il progetto di allargamento in sede del tratto cittadino tangenziale/autostrada, senza che i risultati dell’eventuale indagine epidemiologica abbiano quindi riflessi sul progetto; pone la seguente domanda di attualità per sapere se e come intendano sostenere la richiesta di indagine epidemiologica a tutela della salute dei cittadini e delle cittadine; per sapere se non ritengano che tale indagine debba essere espletata prima della messa in opera dei cantieri per il progetto di passante che si stima già porterà un aumento del traffico e quindi delle sostanze inquinanti; per avere una valutazione politico amministrativa sul tema”.
La domanda della consigliera Palumbo
“Visti gli articoli di stampa che riportano la dichiarazione dell’Assessora Regionale all’Ambiente, Irene Priolo, in merito al via libera ad un’indagine epidemiologica sull’inquinamento prodotto dal nodo tangenziale-autostrada. Visto che il nodo autostrada-tangenziale, come già evidenziato più volte, produce il 40% delle emissioni inquinanti da traffico veicolare dell’intera area urbana di Bologna e che si stima salirebbe al 50% delle emissioni se venisse realizzato il progetto Passante. Più volte la sottoscritta ha interrogato l’Amministrazione sulla mancanza di un registro tumori che copra l’area della città Metropolitana di Bologna che consentirebbe di avviare una indagine epidemiologica per valutare l’incidenza di patologie connesse all’inquinamento (tumori, patologie respiratorie ed altro) in relazione ai livelli di esposizione ai principali inquinanti. Pone la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema. Per sapere dall’Amministrazione: se condivide quanto dichiarato dall’Assessora Priolo; se ritiene che per conoscere quanto impatta l’infrastruttura sulla salute della popolazione esposta si debba eseguire una valutazione di impatto sanitario indipendente, utilizzando dati esistenti e se non ritenga che bisogna procedere con urgenza prima dell’apertura dei cantieri”.
La risposta della vicesindaca Orioli
“Gentili consigliere, la richiesta di effettuare una indagine epidemiologica è un tema su cui ci siamo confrontati più volte, sia con riferimento al Passante che al rumore aeroportuale, e che a suo tempo abbiamo anche approfondito dal punto di vista strettamente tecnico sanitario, perché di fatto, quando si parla di indagine epidemiologica, si allude a qualcosa che per noi persone non esperte può avere un significato generico ma in realtà ha un significato molto preciso. Pur non essendo un esperto, posso sintetizzare le nostre conclusioni nella considerazione che effettuare una simile indagine è un processo molto complesso e lungo sul piano della raccolta dei dati, ma allo stesso tempo quello che ci viene detto dai tecnici nel caso del Passante è che una indagine epidemiologica avrebbe poco valore in termini di riscontro di eventuali rischi specifici.
Il programma richiede che ogni Regione sviluppi, tramite accordi interistituzionali, una sorveglianza epidemiologica, che è diversa da un’indagine epidemiologica, della popolazione residente nelle aree interessate da elevate criticità e pressioni ambientali.