BOLOGNA – L’assessore Marco Lombardo, ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d’attualità del consigliere Marco Piazza (Movimento 5 stelle) sul focolaio di Covid-19 in un’azienda della logistica.
Domanda del consigliere Piazza
“Alla luce del focolaio di Covid-19 sviluppatosi presso la Bartolini e degli elevati numeri di lavoratori coinvolti si pone la seguente domanda di attualità per sapere: la giunta ha svolto indagini per capire come sia stato possibile che il virus abbia contagiato tante persone? Erano forse inadeguate le misure di sicurezza adottate? la giunta è a conoscenza del fatto che le misure di sicurezza fossero correttamente applicate? Se la giunta è a conoscenza del fatto che i sindacati dei lavoratori del magazzino affermano di aver prontamente segnalato casi sintomatici nei giorni precedenti all’individuazione ufficiale del focolaio, senza che però ottenere azioni immediate da parte di ASL e prefettura (fonte Si Cobas); se le condizioni che hanno favorito il diffondersi del focolaio presso il magazzino della Bartolini, siano presenti anche in altre analoghe strutture cittadine di logistica e se si sia già attuato un monitoraggio presso strutture analoghe”.
Risposta dell’assessore Lombardo
“Grazie presidente, grazie consiglieri,
ero già intervenuto sulla domanda inerente il tema del cosiddetto focolaio Bartolini e io in quella risposta avevo precisato che il focolaio di contagio aveva riguardato soprattutto una ditta in subappalto della Bartolini che si occupava dell’attività relativa al magazzino. E i dati, allora avevamo dei dati, oggi i dati sono aumentati, quei dati sono frutto di un’attività di verifica, controllo e isolamento che è stata fatta dall’Asl, riportando i dati del tracking che appunto l’ASL ha posto in essere. E ricordo anche di aver risposto in quella domanda su un elemento da valorizzare per la riflessione politica, cioè il fatto che più sono basse le condizioni di tutela dei lavoratori, più rischia di essere alto il numero dei contagiati, e questo è evidente che è una delle cose che noi non ci possiamo permettere e quello che è successo nel caso del focolaio nel magazzino delle Roveri, non può essere considerato che un campanello d’allarme di quello che può succedere in altre occasioni. Voi avete visto che anche in altri territori e anche in altri paesi si è avuto un numero significativo di aumenti del contagio.
Lunedì è stata fatta, in sede di città Metropolitana, una commissione tecnica sul comparto della logistica, alla quale hanno partecipato anche autorità funzionali, tra cui l’Ispettorato del Lavoro. Io penso che il numero dei contagi in qualche modo segnali che l’attività di tracciamento e isolamento funziona, che non bisogna abbassare la guardia sul rispetto delle regole, dell’utilizzo delle mascherine, dei dispositivi di protezione individuale, del distanziamento fisico, e di tutte le altre misure previste dai protocolli. Dicevo proprio la settimana scorsa che è importante superare la fase della scrittura delle check list delle regole e muoversi sulla fase dell’osservatorio permanente sul monitoraggio di questi dati e noi dobbiamo essere anche consapevoli che il primo presidio per la prevenzione dei lavoratori deve essere fatto nelle aziende.
Non possiamo pensare che l’Asl possa intervenire di volta in volta su tamponature a tappeto di tutti i dipendenti di un’azienda, ma devono essere le aziende a non abbassare la guardia, anche laddove le attività siano svolte da ditte in regime di subappalto. Poi è chiaro che ci sono alcune filiere, penso alla filiera della logistica, penso alla filiera della ristorazione, quella dei servizi di pulizia, quella dell’agricoltura, che in tutta la catena degli appalti e dei subappalti, possono destare preoccupazione rispetto alla fase che stiamo vivendo, perché noi dobbiamo essere rigorosi e far sì che durante i vari passaggi della filiera non ci siano condizioni più disinvolte nel rispetto delle regole. Questo non tanto per un atteggiamento di irresponsabilità da parte dei lavoratori, ma semmai per una condizione per cui questi lavoratori, che magari lavorano in condizioni di fragilità e di precarietà, come dire, hanno bisogno di lavorare.
Come sapete, nel caso di specie alcuni di questi vivevano anche in strutture di accoglienza, come il Cas di via Mattei, quindi abbiamo esteso la tamponatura anche a tutti i soggetti ospiti dei quelle strutture, perché è evidente che il rischio di contagio altrimenti poteva allargarsi, fortunatamente in quel caso possiamo tirare un sospiro di sollievo perché i dati non ci danno segnali di particolare aumento del contagio, però anche lì la sicurezza delle strutture, degli operatori e dei lavoratori, deve essere una delle nostre massime priorità. Il fatto che non si sia verificato oggi non vuol dire che non possa verificarsi domani. Tutto questo per dire che secondo me le regole sono efficaci, ma l’efficacia delle regole si misura anche nella capacità di poterle fare osservare e da questo punto di vista i primi ad essere responsabili dell’osservanza delle regole sulla sicurezza devono essere i lavoratori con il loro senso di responsabilità e i datori di lavoro, quindi le imprese, con tutti gli strumenti idonei affinché non vengano ad esserci rischi dell’aumento dei contagi. Solo dopo, in un momento successivo, può intervenire l’Asl, questo deve essere importante, perché le competenze sono diverse. Da questo punto di vista so che l’Ispettorato del Lavoro sta svolgendo un’intensa attività di ispezione, mi auguro e questo dipende anche dal governo nazionale, che si capisca che ci vogliono risorse, sia in termini economici sia in termini di personale, per poter svolgere questi controlli in maniera il più possibile capillare. Per quanto riguarda la chiusura del magazzino, ricordo che quella è una decisione che spetta esclusivamente all’Asl la quale ha valutato che la situazione di non aumento esponenziale dei contagi non richiedeva la chiusura delle attività di magazzino.
Poi ricordo che spettano sempre alle autorità competenti la valutazione ad esempio rispetto alle sanificazioni che vengono fatte. Dal nostro punto di vista noi continueremo a tenere monitorata la situazione rispetto a tutto il comparto logistico ed anche nelle sedi di Interporto c’è un’interlocuzione che la Città Metropolitana ha con per esempio il direttore Crespi, con l’Ispettorato del Lavoro, e cercheremo di fare quanto di nostra competenza per non abbassare la guardia perché le regole ci sono e devono essere rispettate. Questo è fondamentale per evitare focolai e rimbalzi del contagio. Mi consenta, e con questo concludo, di segnalare che il fatto che comunque ci siano stati tamponi, rilevazione dei contagi, isolamenti fiduciari e solo in pochi casi ricoveri nella struttura, ci dice che il sistema ha funzionato. Poi poteva essere attivato in maniera ancora di più tempestiva, poi si può fare sempre di meglio, però voglio dire io non credo che questo sia un elemento di criticità del sistema, semmai deve essere un campanello d’allarme perché noi dobbiamo trovarci pronti nel caso in cui situazioni di questo tipo possano verificarsi nuovamente”.