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Question Time, chiarimenti sul canile di Trebbo di Reno

BOLOGNA – L’assessore Elena Gaggioli ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d’attualità dei consiglieri Umberto Bosco (Lega Bologna per Salvini premier) e Emily Marion Clancy (Coalizione civica) sul canile di Trebbo di Reno.

La domanda del consigliere Bosco
“Alla luce del servizio giornalistico del 13 giugno scorso, chiedo al Sindaco ed alla Giunta una valutazione politico-amministrativa nel merito. Chiedo, inoltre, di sapere dove saranno collocati eventuali esuberi di ospiti del canile, se l’Amministrazione abbia già avviato la ricerca di una sede alternativa nella quale trasferire canile e se, al fine di evitare inutili esborsi di denaro pubblico, intenda negoziare con la parte vincitrice la sospensione dei lavori in cambio del rapido trasferimento della struttura”.

La domanda della consigliera Clancy
“Viste le segnalazioni pervenute dai volontari del Canile/Gattile comunale di Bologna e Castelmaggiore, come illustrato anche dal collega Consigliere Bosco, relative all’incongruenza dei lavori in corso presso la struttura per la realizzazione di barriere fono assorbenti con il piano presentato in Consiglio comunale; vista la ventilata riduzione di posti nella struttura a seguito dei suddetti lavori e il possibile abbattimento di molti alberi con conseguente perdita di ombreggiatura per i ricoveri del Canile/Gattile; pone al Sindaco e alla Giunta, la seguente domanda di attualità per sapere se possano fare chiarezza rispetto a quanto segnalato, rispetto ai lavori in corso presso la struttura e al progetto finale di creazione delle barriere anti rumore; per sapere se sia in progetto la riduzione dei i posti disponibili presso la struttura; per avere una valutazione politico amministrativa sul tema”.

La risposta dell’assessore Gaggioli
“Gentili consiglieri,
inizio dalla questione del trasferimento degli ospiti del canile. Abbiamo da tempo avviato contatti con le strutture del territorio limitrofo ovviamente cercando strutture che avessero le caratteristiche di professionalità e i livelli di cura e attenzione che garantisce la gestione agli ospiti del canile di Trebbo di Reno. Per ora abbiamo una convenzione con il canile privato Il Giovanetto, di San Giovanni Persiceto, che sembra essere sufficiente per questa prima tranche di spostamenti prevista in questi giorni. Voglio ripetere una cosa su cui credo sia necessario fare chiarezza: si tratta di uno spostamento non voluto dal Comune ma di una diretta conseguenza della sentenza, il giudice si è espresso in un modo molto chiaro, che io non auspicavo. Approfitto dell’occasione anche per rimarcare un’altra cosa: la scelta degli ospiti, dei cani e degli animali da spostare non è una scelta facile, deve presupporre valutazioni di tipo sanitario, valutazioni rispetto alla capacità di altre strutture di accettare ospiti che sono particolarmente onerosi dal punto di vista della gestione e infine anche la possibilità di essere adottati. Mi spiace che si parli di deportazione come se ci fosse una mancanza di attenzione rispetto alla delicatezza della vicenda. Io ho incontrato i volontari e ho dato conto del progetto e degli spostamenti ed è emersa la proposta di condividere la valutazione sugli spostamenti con i volontari. Io li ringrazio per il loro lavoro e anche per l’opera di stimolo e controllo che svolgono nei confronti del loro servizio, però credo che questa valutazione sugli ospiti da spostare debba essere lasciata ai veterinari e ai gestori, non per volontà di non trasparenza ma perché è una scelta che va fatta con un approccio multidisciplinare che presuppone la professionalità di quei soggetti.

Passo alla trattativa con la parte avversa. Credo che non ci sia bisogno di ribadire che il canile non è una struttura che si sposta in uno o due anni, se non altro per un problema rilevante, che non è tanto la costruzione di una nuova struttura ma l’individuazione di un terreno adatto. Il canile lo dobbiamo tenere nella prima cintura metropolitana di Bologna per favorire l’accesso dei volontari e le occasioni per creare i percorsi di adozione. è difficile trovare un’area che abbia le caratteristiche di legge e anche quelle di precauzione non direttamente previste dalla legge. è ovvio che l’attuale struttura con quel numero di ospiti non può rimanere il canile di Bologna ma non è un operazione che si effettua in tempi brevi. Lo spostamento del canile è l’oggetto delle intenzioni della parte avversa e c’è tutta la disponibilità ad avviare un dialogo ma si scontra con l’ostacolo appena descritto. Ci tengo a mettere in evidenza questa situazione perché altrimenti sembra che chi mi ha preceduto, l’Assessorato alla Manutenzione e ai Lavori Pubblici che ha autorizzato gli interventi, non abbia voluto trovare una soluzione. Per quanto riguarda il benessere degli ospiti del canile, ci tengo a rimarcare che gli spostamenti sono una diretta conseguenza della sentenza e devono anche scontare un ulteriore elemento di precauzione che è l’elevato numero di ospiti raggiunto in un certo momento, magari in seguito a sequestri o altre situazioni.
Per quanto riguarda il tema degli abbattimenti di verde, si tratta di una questione che stata oggetto di verifiche congiunte tra i Settori competenti del Comune e il Comune di Castel Maggiore. All’interno del progetto sono stati riscontrati alcuni alberi ove deve essere realizzata la barriera fonoassorbente, un’altra parte deve essere oggetto di realizzazione di una barriera in terra e infine vi sono i percorsi di cantiere per l’accesso dei mezzi. Ogni abbattimento sarà oggetto di reinserimento di un adeguato numero di alberi come ci sarà indicato dal Comune di Castel Maggiore. Voglio sottolineare, per poterci intendere in modo molto chiaro, che la scelta di abbattimento è diretta conseguenza degli obblighi della sentenza, l’atto della magistratura civile è determinante per tale conseguenza. A questa sentenza va dato corso, quindi correttamente il Settore Manutenzione e Lavori Pubblici ha predisposto questo intervento. Si rimarca inoltre che abbiamo in tutti i modi puntato a diminuire l’impatto acustico del canile puntando a una soluzione che tenesse conto del benessere dei cani : la prima valutazione del CTU prevedeva (aprile 2020) una barriera di 120 m x 4 metri, e il Comune di Bologna ha richiesto al giudice nuove valutazioni proprio per la tutela del benessere animale. C’è una sentenza che è frutto di un percorso in cui noi abbiamo portato tutti i rilievi che faceva anche la consigliera Clancy. Anch’io mi sarei immaginata una richiesta o di diminuzione degli ospiti o di realizzazione delle barriere e non di entrambe ma il Giudice ha ritenuto, legittimamente, di prescrivere altro e lo ha prescritto in modo molto tassativo.
Volevo portare all’evidenza dei lavori anche alcuni elementi tecnici, sempre in riferimento dell’individuazione dell’area, al di là della tempistica: Se si trovasse un’area patrimoniale del Comune silenziosa, si dovrebbe certamente realizzare un significativo intervento di contenimento acustico, altrimenti i picchi acustici risulterebbero non conformi. Se si individuasse una zona con un “rumore di fondo” più elevato, probabilmente le criticità acustiche che il canile genera sarebbero meno rilevanti, ma il contesto potrebbe essere meno gradito e meno salubre per gli ospiti rispetto all’attuale contesto agricolo, che è anche gradevole e presenta molti elementi positivi.
Mi è dispiaciuto molto vedere in questa discussione a volte delle pregiudiziali che non aiutano nell’individuazione che tuteli soprattutto quelle che sono le principali vittime di questa sentenza, che sono gli ospiti del canile, per i quali stiamo tutti provando con grande energia a trovare una soluzione”.
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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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