Bologna

Question Time, chiarimenti sui tagli dei SERT

BOLOGNA – L’assessore Giuliano Barigazzi ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d’attualità dei consiglieri Mirka Cocconcelli (Lega nord), Addolorata Palumbo (Gruppo misto), Marco Piazza (Movimento 5 stelle), Emily Clancy (Coalizione civica) sui tagli dei SERT.

Domanda della consigliera Cocconcelli
“Da cinque Sert, siamo passati a tre, poi a due: francamente non capisco l’atteggiamento di chi lancia l’allarme per l’abuso di sostanze stupefacenti in città e poi agisce tagliando indiscriminatamente i servizi del Sert con notevole nocumento per pazienti e addetti ai lavori. Chiedo al Sindaco ed alla Giunta un parere politico nel merito e se si abbia intenzione di aprire un discorso serio con gli Operatori del settore/sigle sindacali”.

Domanda della consigliera Palumbo
“Visti gli articoli di stampa apparsi in merito ai Sert il cui personale è pronto a scioperare a causa dei tagli al servizio e della scelta di concentrare il servizio da tre a sole due strutture. Vista la dichiarazione del direttore del dipartimento Salute mentale-Dipendenze patologiche dell’Ausl sul tema che conferma che nessun taglio verrà effettuato su questi servizi ma verranno fatti solo investimenti. Premesso che è notizia di questi giorni l’allarme lanciato dall’Osservatorio Epidemiologico dipendenze patologiche dell’Asl che ha disegnato un aumento preoccupante del consumo di alcool e droghe fra i minorenni. Come logica conseguenza questo fatto dovrebbe puntare su un rafforzamento dei Sert mentre in realtà l’azienda Ausl ne decreta un ridimensionamento con il rischio di ricadute molto serie sugli utenti, sui lavoratori e sull’ordine pubblico. Pone la seguente domanda di attualità: per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema. Per sapere se l’Amministrazione non ritenga necessario chiedere all’azienda Ausl la riapertura del tavolo di confronto per una seria discussione su questi delicati temi e di valutare la sospensione della nuova sperimentazione del Servizio dei Sert la cui riduzione va a discapito di tutti”.

Domanda del consigliere Piazza
“Visto l’articolo di stampa in merito ai tagli dei SERT i servizi dedicati alle persone con dipendenze di diverso tipo; poichè in base agli allarmanti dati illustrati dall’Osservatorio Epidemiologico dipendenze patologiche dell’Ausl si dovrebbe puntare al rafforzamento dei SERT; pone la seguente domanda d’attualità: per avere dal Sindaco e la Giunta una valutazione politica sull’argomento, si chiede il parere dell’assessore Barigazzi sulla posizione degli operatori molto critica sulla riorganizzazione dei SERT e sapere dall’Assessore cosa intende fare alla luce della sua apertura a discuterne ulteriormente”.

Domanda della consigliera Clancy
“Viste le notizie di stampa relative allo stato di agitazione dei lavoratori dei SerT in merito alla riorganizzazione del servizio ed alle carenze di organico; chiede al Sindaco e alla Giunta: una valutazione politico amministrativa in merito; se non ritengano necessario un intervento sulla Direzione dell’Ausl Bologna perché vaglino con più attenzione le proposte dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, con particolare riferimento alle esigenze di un potenziamento dell’organico e dei presidi territoriali”.

Risposta dell’assessore Barigazzi
“Cercherò di essere il più chiaro possibile. Riproviamo, anche se l’ho già scritto credo tre, quattro volte, in altre risposte, a dare però qualche numero che stia poi fermo, perché altrimenti facciamo fatica a intenderci. Inviterei a non parlare di tagli perché tagli significa, nella lingua italiana, ridurre, diminuire, e siccome qui non riduciamo e non tagliamo niente, magari il termine tagli proviamo a non utilizzarlo. È sicuramente una riorganizzazione perché c’è un aumento dei presidi dei territori che passa da sei a nove, c’è uguale organico, anzi, aumenta di due unità infermieristiche e sono quasi in via di definizione i bandi che sono stati fatti dall’Azienda per tutto il personale, quindi alla fine dell’anno si avrà tutto il personale, con uguale organico. Ricordo che i Sert passano da tre a due, ma il terzo Sert diventa il programma di dipendenze patologiche integrato di assistenza alle popolazioni vulnerabili che vuol dire che tutti coloro che oggi stanno negli altri Sert, cioè alcol, giovani consumatori, popolazione fragile e anche carcere, 300 persone che sono in carico ai Sert, saranno presi in carico proprio dal centro di giustizia minorile, vengono quindi concentrati perché abbiamo detto, come avete ricordato molte volte, come ci siamo ricordati in commissione, che c’è la necessità, poiché c’è una grande differenziazione oggi di utenti, lei consigliera Palumbo lo ricorda. Poi però ne trae la conseguenza che invece di farne tre, due di Sert e un programma dedicato a questi, li dobbiamo fare andare tutti e tre in maniera generalista e differenziata. Perché? Perché, visto che tutti, e non c’è un verbale delle organizzazioni sindacali che non vada in questo senso, parlano della necessità di differenziare la risposta a seconda delle nuove dipendenze? I tossicodipendenti storici, quelli che sono e vanno verso la tossicodipendenza stanno nei Sert. Gli altri, che ricordo sono giocatori d’azzardo, abbiamo fatto lunghe discussioni sulla necessità che ci siano dei programmi dedicati a queste persone che non sono tossicomani o eroinomani. I giovani consumatori, su cui, ricordo – altro che tagli – facciamo e raddoppiamo le ore dedicate in Area 15 assieme all’ASL a cui abbiamo dato altri 80.000 euro proprio su questo, perché socio sanitario e quindi intercettiamo i giovani consumatori, l’ASL lo farà con noi in Area 15, e quindi aumentiamo le ore e le possibilità per i giovani consumatori e le loro famiglie. Terzo: gli alcolisti che oggi vagano in quei Sert. Non è che sono da un’altra parte, quindi non stiamo parlando adesso di un aumento immediato dell’utenza ma, in un quadro più generale, di rendere più efficace e rispondenti alle esigenze e tutti stiamo vedendo in crescita nel territorio di differenziare quello che oggi è dipendenza, che non è più solo quello di 10, 15, 20 anni fa. Allora, perché non possiamo accedere a un’idea, questa è stata l’idea originaria quando si è ricominciato a parlare delle attività del dipartimento di salute mentale, parliamo non di una chiusura ma di una trasformazione che individua un servizio specializzato specificatamente orientato su alcune popolazioni e con delle sedi dedicate e appropriate. Perché abbiamo anche detto che non è appropriato nelle stesse sedi che queste persone siano entrambe, come dire, tutte quante insieme in una sede che vede appunto dipendenze di carattere diverso e esigenze di carattere diverso. È evidente che il giocatore d’azzardo è diverso dall’alcolista, poi magari qualche cosa s’intreccia sicuramente nelle dipendenze, però non stiamo parlando di sedi in meno, perché le sedi diventano: Sert bologna Est, Bologna Ovest, sede di via Fioravanti, sede di via Castagnoli, presidio Roncati che rifacciamo nuovo, case della salute contro le tre attuali, i due Sert e quella di Navile, che rimane ma viene dedicata appunto ai temi di abuso e dipendenza da alcol. Allora, questo è il disegno. Abbiamo bisogno di più organico da subito? Secondo me non adesso. Perchè la solita idea è che quando riorganizziamo, prima bisogna fare l’aumento di personale, do
po andiamo a vedere com’è. La mia proposta è l’inverso in questo senso, la farò la fine perché così rispondo alle domande che mi facevate. Però il disegno, voglio ricordare, è questo. Stiamo sul disegno almeno, non c’è il taglio. C’è una riorganizzazione che sta a seguire un’analisi dei bisogni della società che invochiamo continuamente, sulle analisi dei bisogni è vero che non ci sono più solo i tossicodipendenti classici, ma che le dipendenze sono spettro molto ampio. Abbiamo detto che abbiamo bisogno di differenziare, di non ghettizzare, di non metterli tutti da una parte. Ce lo dicono le linea guida, le società scientifiche che dicono questo, quindi un Sert viene dedicato a questo. Più o meno siamo dentro la quantità di persone che attualmente va a quei Sert. Allora possiamo disquisire se già la quantità di persone che va a quei Sert ha bisogno di più personale, ma non è che adesso abbiamo un afflusso di mille persone in più. Non stiamo dicendo che abbiamo immediatamente qualcosa in più, stiamo dicendo di differenziare meglio, con lo stesso organico e con due infermieri in più. Alcuni tagli, se li volete chiamare così, sono stati operati sulle unità operative e qualche volta combaciavano con una persona, qualche volta combaciavano con la stessa persona. Quindi non credo che all’utenza interessi particolarmente l’organizzazione di quante unità abbiamo, interessa che questa differenziazione possa essere efficace, naturalmente. Lei stessa, per esempio, consigliera, puntava il tema sui sui giovani consumatori e sull’alcol. La mia proposta qual è da questo punto di vista? Devo farvi notare che, tra l’altro, la posizione sindacale è un po’ articolata, perché vi voglio leggere il verbale avuto il 27 maggio con le organizzazioni sindacali confederali e una cosa che ho visto sul sito della CGIL questa mattina che recita: ‘La CGIL considera utile e doverosa la riorganizzazione del Sert di Bologna’. Bene. C’è un’indubbia necessità di intercettare le nuove e sempre più diffuse problematiche legate al diffondersi delle dipendenze. Beh, insomma, vedo che è un po’ articolata la vicenda sindacale. E poi fa una proposta che io riprendo e vi faccio, lo dico e nello stesso verbale del 27, a fronte della funzione pubblica che rimarcava la necessità di ascoltare, di continuare a parlare, criticava alcune possibilità poi del metodo dello sviluppo pratico di questo tipo di operazione, quindi chiedeva di stare ad ascoltare i lavoratori, sempre la CGIL alla fine diceva ‘programmi i suoi contenuti condivisibili da tutti’ ed è un progetto sfidante, innovativo, teso a intercettare i nuovi utenti. Bene. Allora, detto questo, io penso che per rispondere abbastanza chiaramente a quello che chiedevano il consigliere Piazza e la consigliera Palumbo, io ho già chiesto all’Azienda di rifare un incontro con i lavoratori e quindi riconfermo l’idea dell’apertura perché il direttore del dipartimento di salute mentale ha detto che riconvocherà le parti sociali. Proprongo però, come avevamo concluso il comitato di distretto il 27 di maggio, che continuando ad ascoltare i lavoratori a quel tavolo attraverso le organizzazioni sindacali, quindi interrompendo, evidentemente, lo stato di agitazione, e riconvocandole al più presto, si possa fare la proposta che quel progetto, che è un progetto sperimentale, e che quindi può avere un anno di tempo per essere sperimentato, venga definita a quel tavolo, vengano definiti i tempi e i modi del monitoraggio di quella sperimentazione, per capire se è veramente, da quel punto di vista, un qualcosa che ci farà fare un salto di qualità, o se presenta problemi e quindi va modificata. Non stiamo facendo un ospedale nuovo, stiamo facendo un’organizzazione che si cambia nel momento in cui attraverso la pratica, l’analisi della realtà, delle cose che faranno in quell’anno, può essere ovviamente cambiata, però alla prova dei fatti, perché ovviamente se no parliamo solo tutti di ipotesi. Se allora condividiamo che l’idea di differenziare può essere giusta, prendiamoci quest’anno, avviamo la sperimentazione, definiamo assieme alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori i tempi e i modi di quel monitoraggio, il comitato di distretto diventa un luogo dove noi vogliamo avere i risultati di quel monitoraggio, se ogni tre mesi, ogni sei mesi, io sono disponibile a concedere quel luogo politicamente per una discussione, una riflessione, sui dati che verranno proposti e sulle cose che verranno dette e, infine, assuma l’Azienda a quel tavolo l’impegno di potenziare gli organici, se attraverso la sperimentazione e il fatto che io penso possa aumentare anche l’utenza perché ne intercettiamo di più, ce ne sia appunto bisogno. Quindi legandola alla sperimentazione ci si può già assumere un impegno di poter rivedere il numero di persone che lavorano nei due Sert e nel programma, però facciamolo almeno nell’anno della sperimentazione perché così capiamo se effettivamente e con questa riorganizzazione intercettiamo più persone, riusciamo a prenderci carico di più persone nelle fasi diverse, evidentemente, delle dipendenze. Diciamo così, e quindi si dica già a quel tavolo che questo può essere un impegno che poi viene mantenuto laddove, ovviamente, vediamo gli effetti di questa riorganizzazione nella pratica, insomma, nella realtà, ripeto non stiamo facendo un muro, non è che poi ci costa qualcosa poi modificarlo o fare cose differenti, e credo possa un buon modo di invertire l’idea che invece di pensare subito, come dire, all’organico, lo rivediamo e lo vediamo anche attraverso quello che succede in quest’anno e se c’è un’efficacia effettivamente di questo. Se non c’è, si ritorna indietro, si fanno delle altre cose, o se c’è bisogno di potenziare, si potenzia. Queste sono le cose che chiederò all’Azienda e che ho già chiesto al direttore di dipartimento, ma questo è il senso, la ratio, di questa vicenda, che prego però di inquadrare anche più in generale su tutto quello di cui abbiamo discusso, dell’impegno del Comune, del potenziamento che abbiamo fatto dell’unità di strada sulla riduzione del danno su Area 15, questo è il terzo asse di lotta alla droga. Il primo è la prevenzione, il secondo la riduzione del danno, il terzo è la cura sanitaria, il quarto sono le forze dell’ordine, cioè il contrasto ovviamente allo spaccio e a un narcotraffico più generale. Quindi mi pare che in questo senso si stia facendo uno sforzo di differenziare”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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