La domanda del consigliere Martelloni:
“Vista la notizia relativa ai molti numerosi contagi da Covid 19 riscontrati tra lavoratori e lavoratrici del settore metalmeccanico del bolognese; viste le preoccupazioni espresse dall’organizzazione sindacale più rappresentativa nel settore, in ordine alle mancate comunicazione ai rappresentanti sindacali dei dati e in ordine alla denunciata ritrosia di alcune aziende nell’effettuare la rilevazione e nel fornire i dati necessari al monitoraggio dell’andamento dei contagi sui luoghi di lavoro; pone la seguente domanda di attualità per avere una valutazione politico amministrativa dal Sindaco e dalla Giunta sul tema; per sapere come intendano rispondere alle preoccupazioni espresse dai lavoratori e dalle lavoratrici e dalle loro rappresentanze sindacali; per sapere se e quali iniziative intenda assumere l’Amministrazione per assicurare che si possa lavorare in condizioni di sicurezza, in sinergia con le parti sociali e la Ausl”.
La risposta dell’assessore Lombardo:
“Ringrazio il consigliere Martelloni per la domanda che parte da una rilevazione della situazione sanitaria nelle aziende condotta dalla Fiom di Bologna e che allarga il campo e la riflessione rispetto alla questione di come bilanciare in questa difficile situazione le esigenze produttive con la tutela della salute e con la sicurezza dei lavoratori. Lo ringrazio anche per le parole, perché il bilanciamento tra questi diversi diritti, non può essere posto in una situazione di contrapposizione perché è evidente che non possiamo far prevalere le ragioni produttive su quelle della salute dei lavoratori.
Io partirei proprio dai dati della rilevazione fatta dalla Fiom, perché su un totale di 162 aziende coinvolte, che hanno un totale di circa 30 mila dipendenti occupati, sono stati riscontrati come percentuale di attualmente positivi sul totale addetti il 2.,38%, cifra non dissimile da altri dati su altri comparti produttivi, con un numero totale di lavoratori attualmente in quarantena poco inferiore alle 700 unità. Questo cosa ci porta a dire? Che la situazione è sotto controllo, non abbiamo dei dati allarmanti rispetto ad altre situazioni, sia di comparto produttivo che territoriale, significa che i protocolli di sicurezza stanno funzionando bene. Ciò non significa che i numeri ci possono consentire un allentamento della richiesta di osservare le prescrizioni previste dai protocolli di sicurezza.
Ricordo che io sono convinto che l’operazione fatta da Comune, Città metropolitana e Regione sui protocolli di sicurezza articolati per filiere produttive, che poi ha costituito un benchmark nazionale, si sia rivelata, anche alla luce di questi dati, una soluzione giusta da adottare nel nostro territorio. Sullo screening, non tutte le aziende lo fanno ed è una attività che non rientra nel protocollo di sicurezza come obbligo, ma è facoltativo in base alla disponibilità dell’azienda. Raccolgo l’invito del consigliere ad attenzionare sempre con cura questo tema, da un lato perché andando verso la stagione estiva in cui noi auspicabilmente prevediamo una diminuzione del numero dei contagi dobbiamo fare si che non allentino di un centimetro le preoccupazioni per la scrupolosa osservanza dei protocolli di sicurezza, quindi da questo punto di vista può essere opportuno riconvocare i tavoli metropolitani per visionare anche lo stato di attuazione e monitoraggio dei protocolli e anche verificare se ci sono delle possibilità di aggiornarli, magari con la collaborazione della Regione Emilia-Romagna rispetto alla fornitura di tamponi rapidi o sierologici per fare lo screening. Così come abbiamo cercato di fare per esempio sul tema del protocollo di sito di Interporto.
Consentitemi anche di dire che la ricerca indica la possibilità per l’Ausl di fare dei sopralluoghi, che sono stati fatti nel 30% dei casi, io stesso sono stato protagonista di alcune interlocuzioni dirette con l’Ausl, proprio sulla base di richieste delle organizzazioni sindacali, sia confederali sia di base, che mi chiedevano un intervento tempestivo rispetto ad alcuni casi di possibili focolai di contagio. Devo dire che l’Ausl, pur in una situazione difficilissima in cui è ovvio che la priorità in questo momento viene data ai piani di vaccinazione, si è dimostrata sempre molto disponibile e tempestiva per poter fare questi interventi, compatibilmente con la situazione e con le persone che possono lavorare.
Un elemento di riflessione importante è quello che veniva ricordato nelle dichiarazioni anche di Giacomo Stagni, dove c’è una presenza forte delle organizzazioni sindacali attraverso le RSU è più facile verificare l’osservanza dei protocolli di sicurezza e anche la situazione. Questo significa che laddove invece questa presenza non c’è, noi non sappiamo se l’assenza dei dati non sia comunque un indice da monitorare con attenzione per evitare che ci spossano essere focolai di contagio. Questo ci ricorda ancora una volta quanto sia importante anche il lavoro delle organizzazioni sindacali e delle rappresentanze dei lavoratori per garantire la sicurezza, non in un’ottica di contrapposizione con le ragioni delle attività produttive, ma anzi in un’ottica di necessario bilanciamento perché dalla sicurezza dei lavoratori dipende anche in questo momento la possibilità per le imprese di lavorare, di lavorare bene e di essere produttive nel nostro territorio”.
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